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L’immunità di gregge con il Covid 19 è pericolosa e senza basi scientifiche

L’idea di ricorrere all’immunità di gregge (herd immunity) per arrestare il virus è un errore pericoloso, non supportato da alcuna evidenza scientifica”. A scriverlo nero su bianco sulla rivista The Lancet sono ottanta tra scienziati e ricercatori a livello internazionale.

L’arrivo di una seconda ondata e la realizzazione delle sfide future ha portato a un rinnovato interesse per un cosiddetto approccio di immunità di gregge, che suggerisce di consentire un ampio focolaio incontrollato nella popolazione a basso rischio proteggendo i più vulnerabili” – scrivono gli autori del saggio su The Lancet – “I sostenitori della herd immunity suggeriscono che ciò porterebbe allo sviluppo dell’immunità della popolazione acquisita dall’infezione nella popolazione a basso rischio, che alla fine proteggerà i vulnerabili. Questo è un errore pericoloso non supportato da prove scientifiche”.

Tenere invece sotto controllo la diffusione del virus – mettendo in atto delle regole da rispettare – è il modo migliore di proteggere società ed economia fino all’arrivo di terapie e vaccini efficaci ed evitare nuovi lockdown.

E’ questa la valutazione di 80 scienziati di tutto il mondo e di varie competenze scientifiche tra cui epidemiologi, pediatri, virologi, psicologi, che hanno stilato la lettera aperta, pubblicata su The Lancet e che sarà anche presentata al XVI° World Congress on Public Health programme 2020.

In realtà già a settembre, sulle pagine di The Lancet, la tesi dell’immunità di gregge era stata analizzata criticamente con una sorta di storia e controstoria di questa soluzione, che ha prodotto effetti positivi su alcune patologie ma non nel caso di un nuovo virus come il Covid 19 in assenza di un vaccino.

Un approccio come quello del raggiungere l’immunità di gregge (come abbiamo visto in Gran Bretagna, Olanda, paesi nordici e Stati Uniti), secondo gli autori della lettera è fallace e costoso in termini di vite umane ed economici e non arresterebbe comunque il virus, il quale tornerebbe più volte in nuove ondate ripetute.

Non solo. Secondi gli estensori della lettera su The Lancet sono sempre maggiori le evidenze secondo cui l’immunità post-infezione al SARS-CoV-2 dura solo pochissimi mesi dal contagio, poi svanisce e il rischio di reinfezione non è remoto.

Al contrario servono con urgenza “efficaci misure di controllo della trasmissione del virus, affiancate da programmi sociali ed economici per aiutare i più vulnerabili e combattere le iniquità amplificate dalla pandemia“, scrivono gli scienziati.

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