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Palermo e Catania. I Rettori impongono che parli solo il “sì” al referendum

Palermo e Catania. Referendum costituzionale, i rettori impongono la loro dipendenza dal Pd ,spacciandola per "indipendenza".

Con una circolare, inviata ai direttori dei dipartimenti e alla consulta degli studenti ,Fabrizio Micari e Giacomo Pignataro, rispettivamente rettore dell'università di Palermo e di Catania, espressione diretta del Pd,hanno deciso che, in merito alla richiesta di concessione di spazi per dibattiti e iniziative sul referendum del 4 dicembre , “nessun evento sarà autorizzato salvo nei casi in cui venga garantito il contraddittorio e la piena equidistanza delle diverse posizioni politiche con la presenza di tecnici ed esperti della materia”.

I due rettori dichiarano che questa loro decisione ha lo scopo “garantire la totale indipendenza dell’Ateneo”.

Ma, di quale "indipendenza" parlano i due rettori?

Il rettore di Palermo, il 22 ottobre scorso, ha invitato Matteo Renzi, in piena campagna elettorale referendaria, per l’inaugurazione dell'anno accademico. Il rettore di Catania, invece, lo scorso maggio, all'interno dell'università,ha ospitato la ministra Maria Elena Boschi. La Boschi, subì l'intervento deciso di uno studente, intervento interrotto  cinque volte dal Magnifico rettore Pignataro. Invece, il 22 ottobre, gli studenti palermitani, che protestavano contro la presenza di Renzi, furono caricati dalla polizia e dai carabinieri,nonostante il corteo era stato autorizzato dalla questura.

La decisione dei due rettori, espressione del Pd, sta suscitando proteste fra gli studenti, in modo particolare a Palermo. A Catania,ieri sera, il Comitato per il No, esprimendo condanna per la decisione del rettore Pignataro, ha chiaramente affermato che non parteciperà a nessun contraddittorio con i sostenitori del Si.

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