Siamo al terzo giorno di presidio a pochi passi dal Campidoglio e dalla Prefettura, al centro della città, su quella via dei Fori Imperiali che il sindaco Marino fece un fiore all’occhiello di una giunta finita molto male. Vediamo passare frotte di turisti che incuriositi da striscioni e tende si fermano a parlare e a fotografare, stupiti di scoprire che nella capitale c’è un’emergenza abitativa così forte da spingere le persone senza casa ad accamparsi a due passi da piazza Venezia e dal Colosseo. Un’emergenza che sembra sfuggire a chi questa città la amministra, presi come sono da guerre intestine e/o peggio ancora intenzionati a rendere felice ancora una volta quel mondo di sopra e quel mondo di mezzo che hanno prosperato sulle emergenze sociali.
La nostra mobilitazione vuole mettere davanti agli occhi di tutta Roma, sia chi ha votato il movimento 5 stelle e ha contribuito all’elezione della sindaca Raggi, sia chi alle urne non c’è proprio andato/a, una realtà molto amara, fatta di sgomberi e sfratti, di licenziamenti e pignoramenti, di lavoro precario e disoccupazione, di welfare distrutto e di tutele cancellate. Per non parlare di un territorio cementificato a dismisura dove si dovrebbero far atterrare nuovi metri cubi e consumare nuovo suolo come sollecitano i Parnasi di oggi e gli Scarpellini di ieri.
Le uniche risposte finora sono arrivate dalla Questura e dalla Prefettura che sembrano avere la delega alle emergenze e alle tensioni sociali, con la Procura di Roma pronta a far da sponda. È notizia di queste ore che dopo lo sgombero di Colle Monfortani, gli arresti e le scarcerazioni dei giorni successivi, il pubblico ministero, non avendo digerito le decisioni del tribunale che ha rimesso in libertà le persone recluse, ha presentato appello contro alcune di loro chiedendo il mantenimento delle misure.
In questo quadro c’è chi prova ad alimentare una guerra tra poveri con mobilitazioni e parole che fanno ribrezzo. Come chi giocando sporco sul disagio abitativo chiede casa per i romani scagliandosi contro migranti e occupazioni, come se la responsabilità dell’attuale situazione fosse da ricercare verso il basso invece che contro chi governa e ha governato questa città. Rutelli, Veltroni, Alemanno e Marino per il passato, Raggi per il presente. Un gioco troppo facile e troppo sporco per essere tollerato dal movimento per il diritto all’abitare, deciso a non lasciare neanche un centimetro di territorio al razzismo e al fascismo.
Per questo proponiamo che venerdì 10 febbraio alle ore 17 ci si incontri in tante e tanti al presidio di piazza Madonna di Loreto e che insieme si costruisca una manifestazione per giovedì 16 febbraio in concomitanza con l’incontro previsto in via Capitan Bavastro tra i movimenti, la Regione e il Comune.
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