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Da stamattina è in atto un blocco stradale della rotonda di Arzano (NA), fondamentale snodo della viabilità dell’area metropolitana di Napoli.

Credo sia poco utile ragionare in termini di tifo: lockdown sì / lockdown no; i commercianti hanno ragione / hanno torto. La protesta è piuttosto un indizio di ciò che cova sotto la superficie: affrontiamo questa recrudescenza del virus in condizioni peggiori di quelle con cui entrammo nel lockdown di marzo. Per tanti il semplice tirare a campare si è fatto assai più complicato che nella scorsa primavera.

Conosco Arzano per averci lavorato, prima in un call-centre e poi in una delle aziende che opera nella vecchia zona industriale, ma anche per aver a lungo vissuto a pochi km di distanza. Solo una persona che non ha la minima cognizione del territorio può dar vita a un provvedimento stupido come quello emanato dal commissario prefettizio: Arzano, Afragola, Casavatore, Casoria, Melito, Secondigliano (NA), sono un’unica grande conurbazione, senza alcuna soluzione di continuità.

Non c’è “vuoto” tra Comune e Comune, sulla stessa strada si affacciano più paesi. Imporre la chiusura ai soli commercianti di Arzano, lasciando i suoi cittadini liberi di spostarsi di pochi metri per acquistare nei negozi dei paesi limitrofi è perciò una decisione imbecille prima di tutto. E la rabbia non può cogliere di sorpresa.

Oggi sulla Rotonda è apparso uno striscione esemplificativo, “Fase 3: tirate fuori prima i soldi e poi chiudete tutto anche un anno intero”. Ecco, non si possono costringere i cittadini a scegliere tra ammalarsi di Covid o ammalarsi di fame.

P.S.: In tutto questo, De Luca che dice? Che fine ha fatto?

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