Finalmente c’è stato il finale di una delle sceneggiate in salsa aversana, rappresentata in palco la sera del 23 dicembre nel corso del consiglio comunale di Aversa.
Non c’è nulla che non avessimo già anticipato: la rivoluzione tanto decantata un anno e mezzo fa ha mostrato i suoi limiti cambiando anche colore. La goliardia di giovani universitari con lo zainetto rosso e i forzati, e sbandierati, accenni a Che Guevara è naufragata dinanzi ad una realtà fatta di incapacità, di numeri, di faide interne e cambi di casacca .
In consiglio comunale il sindaco Alfonso Golia e il suo staff di tecnici-assessori riceve una nuova investitura, sostenuto ora da una parte dell’integerrima opposizione e, attendiamo di sapere, in cambio di cosa.
Il rischio dell’ecumenico primo cittadino è di finire da un ricatto ad un altro e di ritrovarsi il problema della fiducia in primavera, Covid permettendo, ed essere costretto ad un’altra campagna acquisti.
Di lui e della sua “banda degli onesti” abbiamo presente soltanto l’immobilismo amministrativo che li ha caratterizzati fino ad ora. Abbiamo presente la spettacolarizzazione del lavoro quotidiano, il salvifico supporto della Caritas, della Croce Rossa e di altri per gestire l’emergenza, l’imperizia sulla gestione del verde e sul controllo dell’amianto, la frenesia degli ultimi giorni prima del secondo voto sul bilancio per elemosinare voti e per sfornare delibere come polacche nelle pasticcerie cittadine ogni mattina.
L’avvento di un distaccato Commissario Prefettizio sarebbe stata una scontata continuità, il senso di responsabilità si sarebbe trasformato in parole scritte sulla carta dei patinati programmi elettorali.
Ci tocca però dire due cose sullo scontro fratricida consumatosi tra le molteplici anime dello stesso partito di cui Golia sindaco continua a sostenere l’appartenenza.
Il PD è il partito liberista delle privatizzazioni, dello sconquasso e dei feroci tagli alla Sanità e ai Trasporti, della Scuola-Azienda e delle leggi contro i lavoratori come il Jobs Act, dei decreti disumani di Minniti, degli interventi militari spacciati per “umanitari” in 56 scenari nel mondo.
Il PD è il partito del presidente De Luca che gestisce in “famiglia” le Aziende Sanitarie e che nega le emergenze ambientali e della criminale gestione Covid con relative manipolazioni dei dati su morti e su ospedali funzionanti.
Il PD parte fondamentale di un blocco di potere coacervo di interessi di bottega, speculazioni e grandi ed inutili grandi opere, legato a Confindustria, ai gruppi bancari e dei prestiti usurai con il MES.
Il PD attore primario del trasformismo gattopardesco delle classi dirigenti, ordo liberista e primo sostenitore della cancellazione delle tutele e dei diritti costituzionali.
Il PD quota dei partiti della crisi economica, che macina anche crisi della rappresentanza politica e che li costringe a trasformarsi, a mischiarsi e coprirsi di continuo con strane e ambigue coalizioni e liste civiche.
Quindi, non ci meraviglia la spregiudicatezza del Golia sindaco di Aversa nell’accettare aiuto dal centro-destra; anzi, forse è anticipatore delle grandi manovre nazionali e della costituzione di alleanze spurie nelle tornate elettorali nelle grandi città la prossima primavera.
Noi comunque, sempre ottimisti, attendiamo la nuova primavera e la rivoluzione di sindaci che rifondino la città di Aversa, anche se ribadiamo la necessità di un’alternativa popolare che rappresenti gli interessi delle classi subalterne, dei lavoratori, dei giovani precari costretti all’emigrazione o a lavoretti da schiavi senza tutele; noi ci dichiariamo sempre pronti a organizzare un dibattito per un processo di ricomposizione politica possibile, senza svendere dignità e programmi.
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