Si è svolto a Napoli convegno promosso dalla Fondazione Valenzi sul tema “Napoli ad Est. Confronto sulla riqualificazione urbana della zona orientale”.
Sono intervenuti il Sindaco ed esponenti del mondo accademico e delle professioni.
Ho rilevato che le soluzioni prospettate continuano a non tenere conto delle rilevantissime novità intervenute. Uno dei punti cruciali su cui si è concentrato il dibattito è la linea di costa dell’Area Orientale per la quale si riconferma ancora una volta un indirizzo ormai datato che dal mio punto di vista richiederebbe di essere radicalmente rivisitato.
Non si fa alcun cenno all’ampliamento del porto e alle novità intervenute nel frattempo che ne consiglierebbero un ridimensionamento, anche infrastrutturale. Si ripropone tal quale la costruzione di un porto turistico senza tenere conto che il progetto di Porto Fiorito è naufragato con grande dispendio di energie, di risorse e di tempo che non può essere ripresentato negli stessi termini.
Ho riascoltato le stesse considerazioni che da circa un quarantennio sono state costantemente usate secondo cui si produrrebbero incredibili benefici occupazionali e nonché occasioni di sviluppo; non è stato riservato alcun cenno all’esigenza, rilevantissima, di sostenere progetti per la riconversione ecologica dell’economia.
Gli interventi hanno particolarmente insistito, con il generale apprezzamento della platea intervenuta, sul ruolo dell’Ente Locale, che dovrebbe interessarsi unicamente di sovvenzionare le infrastrutture e consentire ai privati di investire e di guadagnare, magari “snellendo” le procedure burocratiche per una rapida esecuzione dei progetti. È stato poi segnalato che nell’Area Orientale ci sono già in corso significative iniziative di grandi aziende interessate alle potenzialità del territorio. La discussione mi è apparsa invece poco attenta alla qualità del progetto.
Per la verità nel dibattito si è fatto, seppur sommessamente, riferimento al tema del Mare, vista l’attenzione che la cittadinanza riserva a questa fondamentale risorsa di cui desidererebbe riappropriarsi, che non si sa né dove né come dovrebbe ridiventare balneabile. L’indirizzo anche in questo caso, cioè quello di recarsi liberamente sul litorale, privilegia una gestione privatistica del territorio e della linea di costa.
Il Sindaco ha poi sostenuto che il progetto di rigenerazione urbana deve coinvolgere la cittadinanza e le associazioni del territorio il che è un principio condivisibile ed auspicabile, magari aprendo un confronto vero con l’insieme della società civile.
A conclusione delle relazioni è stata offerta ai partecipanti la possibilità di rivolgere delle domande e di ottenere delle risposte che ho ritenuto pure io di fare (poco agevolato). Ho sostenuto le cose sopra esposte, rimaste senza risposta, e sottolineato che gli Enti dello Stato devono dettare le condizioni e gli obiettivi, privilegiando innanzitutto gli interessi della Città Futura.
So bene che la prospettiva non può essere definita da una visione soggettiva, per quanto essa possa ispirarsi a principi di equità e di giustizia sociale, ma deve fare i conti con la “complessità” e concorrere a determinare un equilibrio avanzato nel quale sono recepiti i diritti fondamentali della moltitudine e di ognuno. Ecco, il Convegno di ieri, da questo punto di vista, mi è sembrato un po’ squilibrato, cioè a vantaggio dei portatori di interessi, per quanto legittimi, che dispongono e fanno valere unicamente i loro capitali nelle determinazioni che riguardano la società nel suo complesso.
Venerdì, 17 febbraio 2023, presso la Casa Municipale si terrà il Consiglio Municipale che discuterà di questi temi e sarebbe auspicabile che si intervenisse per concorrere alla definizione del progetto e della prospettiva dell’Area Orientale della città di Napoli.
* attivista politico/sociale di Napoli Est
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