Menu

Giuliano (NA). “Noi non ci rassegniamo”. Pensare ad una alternativa

Nei giorni scorsi, giornali e televisioni locali e nazionali hanno dato notizia di una inchiesta giudiziaria riguardante esponenti politici del comune di Giugliano.

Tra i reati, oggetto di questa indagine, compaiono quelli dello “scambio elettorale politico-mafioso” e il condizionamento esercitato, da un gruppo criminale del territorio, sull’amministrazione comunale.    Compete agli inquirenti e alla magistratura l’accertamento definitivo dei fatti e delle responsabilità penali dei soggetti indagati.

Tuttavia, dal momento che siamo davanti alla terza inchiesta -in pochi mesi- riguardante atti di governo e politiche di gestione dei servizi del nostro comune, noi, come Potere al Popolo di Giugliano, riteniamo doveroso aprire una riflessione sugli aspetti politici che esse fanno emergere. 

A noi sembra chiaro che siamo in  presenza della riproduzione, su scala comunale, di un processo generale di degenerazione del ceto politico sempre più assoggettato agli interessi economici dei quali diventa riferimento istituzionale, quando non ne è espressione diretta. E altrettanto evidente ci sembra la causa principale di questo fenomeno: la riduzione dei partiti a mere sigle che si attivano solo in prossimità di scadenze elettorali, svuotati di partecipazione, le cui rappresentanze istituzionali sono sempre più spesso determinate dalla consistenza del voto clientelare-organizzato fornito dai soggetti economici di riferimento.    

In questo quadro, le scelte dell’amministrazione locali sono sempre più frequentemente il risultato di meccanismi di scambio tra parte politica e parte economica: imprese di ogni tipo e origine e persino cooperative sociali si  muovono in queste dinamiche. 

Noi non vogliamo rassegnarci a questo stato delle cose in cui gli interessi collettivi, i bisogni e le istanze della comunità non riescono più  a trovare nemmeno le forme per organizzarsi ed esprimersi. Innanzitutto perché incide sulla qualità della vita di ognuno e ognuna di noi in termini di   inefficienza dei servizi erogati o addirittura negati, di indisponibilità di spazi e strutture collettivi anche quando sono pubblici (come avviene per le poche strutture sportive), di mancanza di luoghi e momenti di produzione e fruizione di attività culturali.

Peggio ancora è la condizione di vita per quelle persone e i loro familiari che hanno bisogno di prestazioni tipiche del welfare che, attraverso processi di esternalizzazione, vengono sempre più frequentemente affidati a privati o  cooperative sociali sociali e altri soggetti del “Terzo Settore”. Mentre i disagi e le sofferenze dei cittadini interessati provano che il fine di questi processi è esclusivamente la deresponsabilizzazione del Comune, come di altri enti locali, rispetto al dovere di prestare servizi che, in caso di gestione diretta e con personale interno, sarebbero sicuramente meglio gararantiti. Almeno sotto il profilo della certezza della continuità.      

Non ci rassegniamo e vogliamo provare a costruire un’alternativa con tutte le soggettività politiche,  sociali,  culturali, singoli cittadini che avvertono, come noi, la necessità di provarci. Insieme, apriamo una fase di discussione, costruiamo un progetto di governo del comune fondato sulla democrazia partecipata, sulla riappropriazione dei beni e  degli spazi pubblici, sulla trasparenza e il controllo  popolare del governo della città.

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa
Argomenti:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *