Si è conclusa almeno in parte la vertenza dei migranti e operatori in mobilitazione da sabato scorso a fronte della chiusura dell HUB.
Per i migranti, che nella maggior parte dei casi hanno scelto la lotta alla deportazione a Caltanissetta si è ottenuto nel tavolo dibattuto fino alle 22 della sera di martedi, il ricollocamento interno alla regione Emilia-Romagna. Per gli operatori, per i quali è previsto il licenziamento, il tavolo si aprirà domani, giovedì 13 Giugno, e rivendicherà il ricollocamento dei lavoratori licenziati.
Le soluzioni proposte del comune sono misure che rimangono all’interno del circuito privato dell’accoglienza (ad esempio i CAS) e che anche se risolvono in maniera temporanea i problemi, non risolvono le questioni dei costi altissimi della gestione privatistica del aervizio, ne della precarietà per gli operatori del sociale che lavorano nelle cooperative.
La vicenda di questi giorni ha dimostrato, in ogni caso, che con la lotta si possono riconquistare diritti a chi tenta di calpestarli.
Qui di seguito condividiamo la riflessione di Potere al Popolo Bologna, presente sin dai primi momenti in supporto della mobilitazione:
La lotta paga ma il sistema dell’accoglienza va stravolto!
Il risultato della giornata di ieri è che nessuno dei migranti che hanno deciso di rifiutare il trasferimento a Caltanissetta ha dovuto rinunciare all’accoglienza e rimanere per strada. Rispetto alla situazione che gli era stata presentata ieri mattina (partire per la Sicilia o tanti saluti) indubbiamente un grande passo avanti, che è stato possibile solo grazie alla mobilitazione congiunta di lavoratori, richiedenti asilo, sindacati, avvocati e attivisti che da questo weekend si sono mossi per pretendere soluzioni alternative.
Il trasferimento a Caltanissetta in un centro che poi si è rivelato essere già sovrappopolato, sotto organico e senza servizi essenziali avrebbe pregiudicato gravemente il processo di integrazione in corso, avrebbe fatto perdere il lavoro a chi ce l’ha, l’assistenza medica in corso, ritardato di chissà quanto le procedure per ottenere l’asilo. E questa era la volontà della prefettura, il suo piano per la giornata di ieri.
Ma la presenza fuori dall’hub fin dall’alba di ieri dei solidali ha permesso alla maggior parte dei migranti del centro di decidere di rifiutare quel ricatto, e di muoversi in una marcia di dignità verso il centro cittadino, attraversando in corteo via San Vitale fino a Piazza Nettuno per mettere un comune fino a quel momento troppo zitto di fronte alle sue responsabilità, la cui amministrazione PD ha provato a mettere in campo soluzioni privatistiche ed emergenziali che, come abbiamo sempre saputo, non spostano una virgola nel sistema criminale dell’accoglienza.
Il primo risultato della giornata da celebrare è che l’hub di via Mattei sia stato svuotato, e che gli ospiti se ne siano andati volontariamente e a testa alta. Un luogo orribile e inadeguato ad una sistemazione dignitosa, teoricamente un appoggio di breve periodo ma in cui i richiedenti venivano parcheggiati per più di un anno, in maniera colpevole e criminale perchè come è venuto fuori in serati i posti in Cas in regione ci sono, ce ne sono tanti ed è anche facile trovarli se lo si vuole.
Infatti i migranti sono stati ricollocati tutti sul territorio dell’Emilia Romagna, dopo che in una prima trattativa il comune si era rifiutato di accoglierle in strutture comunali in quanto “avrebbe fatto il gioco di Salvini”. Un gioco a cui rischiavano di perdere però le decine di persone che non avevano una soluzione alternativa. Una quadra per fortuna si è trovata, e gli ex-abitanti del Mattei sono rientrati nei progetti di accoglienza.
La lotta congiunta di operatori e migranti ha dimostrato che è possibile cambiare davvero le cose, e con questo spirito dobbiamo andare avanti!
Innanzitutto pretendendo il riassorbimento dei 35 lavoratori licenziati a mezzo stampa venerdì scorso, per i quali è già stato richiesto e ottenuto un tavolo per domani.
Ma soprattutto attaccando il sistema stesso dell’accoglienza, un sistema fondato sul lavoro di privati che non non garantisce servizi adeguati ai migranti, che non garantisce stabilità occupazionale ai lavoratori, e che favorisce solo chi si arricchisce sulle spalle di entrambi. Pretendendo la gestione pubblica dell’accoglienza, la reinternalizzazione dei lavoratori e soprattutto il diritto di ciascun essere umano, che sia migrante o italiano, ad avere una casa, un reddito, accesso al welfare!
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