Questa mattina Bologna si sveglia ancora una volta coi blindati in strada per eseguire uno sgombero.
In Via Filippo Re la forza pubblica è impegnata a sgomberare Base Rossa Studentesca, la spazio universitario lasciato vuoto da Unibo e occupato da Cambiare Rotta Bologna per sollevare la questione degli spazi.
Unibo è un delle più grandi aziende in regione, e diciamo azienda perché si comporta come un attore privato rifiutando il suo ruolo sociale.
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Un nuovo anno, un nuovo sgombero. Da Base Rossa la lotta degli studenti non si ferma!
Stamattina ci siamo svegliati con la polizia dentro l’università in assetto antisommossa in Filippo Re per sgomberare Base Rossa. Inizia così il nuovo anno all’UNIBO! Questa è l’unica risposta ufficiale ad un autunno di mobilitazioni studentesche e quasi due mesi di occupazione di Base Rossa.
Per questo dopo un presidio solidale davanti a Base Rossa siamo andati sotto al rettorato per pretendere risposte in merito allo sgombero di oggi dentro all’università e che venga rotto l’indecente silenzio del rettore sull’occupazione di Base Rossa e sulle sue rivendicazioni: più fondi al diritto allo studio meno alla guerra, misure di contrasto al carovita tramite un piano di costruzione di studentati che garantisca l’equo canone, una ricerca realmente pubblica e non svenduta al privato, la garanzia di spazi di agibilità politica in università per studenti e lavoratori.
Quanto accaduto oggi mostra chiaramente quelli che sono gli spazi di dissenso in questa università: la polizia usata come lunga mano nella zona universitaria e nella gestione dei rapporti con chi si organizza per colpire questo modello di università marcescente, che ha smesso di essere un luogo di emancipazione sociale per sostenere il profitto privato sulla nostra pelle.
L’occupazione di base rossa non è stata che uno dei primi passi del contrattacco contro questo modello di università e contro il massacro sociale che le classi dirigenti stanno preparando per le classi popolari, con l’economia di guerra ed il carovita: un passo fondamentale che ha permesso l’accumulo di forze in università e, come dimostrato in piazza nello sciopero generale del 2-3/12, ha permesso una saldatura delle lotte tra studenti e lavoratori dell’ateneo: colpiti da pessime condizioni di lavoro ed anch’essi privati di ogni spazio di abilità politica con l’emarginazione dei sindacati conflittuali come USB dall’ateneo.
La lotta non si ferma: il rettore dovrà rispondere di questo sgombero e di aver trattato le mobilitazioni studentesche come un mero problema di ordine pubblico. Di fronte all’ingresso della polizia in università e allo sgombero di oggi, noi promettiamo che questo sarà un anno di lotta e che la caduta della prima base rossa studentesca non sarà che l’inizio della seconda!
Ci stiamo organizzando per non lasciare nessuno spazio ad un modello università retrivo e marcescente. INIZIA IL CONTRATTACCO!
CHE MILLE BASI ROSSE SBOCCINO,
SARÀ UN ANNO DI LOTTA CALDISSIMO
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