In linea di continuità con la condotta dimostrata nelle ultime settimane dalle istituzioni italiane, la questura di Roma vieta qualsiasi manifestazione non preavvisata minacciando di identificare e sanzionare chiunque non sia autorizzato. La questura vuole garantire “il diritto all’espressione delle idee elettorali a ciascuna organizzazione politica legalmente riconosciuta” incluse le organizzazioni di estrema destra come Casapound e la Lega di Salvini responsabili di accoltellamenti e tentati omicidi come quello per mano di Luca Traini. La paventata democrazia o diritto di parola che la questura di Roma difende appartiene ad una retorica che non ci convince e che vogliamo rispedire al mittente con forza. Le organizzazioni di estrema destra e i loro portavoce non devono avere diritto di parola. I loro messaggi portano, nel nostro paese, ad una guerra insensata tra sfruttati, esodati, derubati dallo stato, impoveriti dalle leggi lacrime e sangue. Quelli che dobbiamo combattere sono i responsabili del nostro impoverimento, coloro che stanno seduti sulle poltrone del potere e che vogliono impedirci di manifestare oggi. Minniti, il prefetto, la questura di Roma e chiunque minaccia rappresaglie per chi scende in piazza non è democratico ma è il volto peggiore dell’Italia. Non vogliono permetterci di scendere in piazza perchè denunciamo ogni giorno il fascismo e la violenza istituzionale a partire dallo sdoganamento dei gruppi neo nazisti e della legittimità che gli si concede. La manifestazione di Macerata ha dimostrato che le piazze le fanno le donne e gli uomini che le attraversano e la determinazione di chi vuole esprimere, nonostante i divieti, il proprio dissenso alla deriva d’odio che sta prendendo l’Italia attraverso la campagna elettorale più scandalosa di sempre. A Macerata hanno deciso i cittadini quando e come manifestare contro Luca Traini, la Lega di Salvini, Casapound e Forza Nuova. Oggi tocca a noi. Oggi è giusto che tutte le persone stanche di questa campagna elettorale, stanche della retorica buonista, stanche delle parole d’odio che attraversano le televisioni e i giornali, stanche dello sciacallaggio quotidiano sulle nostra vite scendano in piazza per esprimere il proprio dissenso. Ci trascineranno fuori dalla piazza? Sarà l’emblema della democrazia di cui si fanno difensori. Ad aspettarli non ci sarà solo tutta la città ma anche tutta la stampa a cui chiederemo di venire a testimoniare questo scempio.
gli antifascisti e le antifasciste di Roma
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