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Roma. Diffidato il Comune per la mala gestione delle case popolari

Il Comune di Roma sgombera persone anziane e malate con il pretesto che la casa deve essere assegnata a chi sta in graduatoria ma rifiuta la riconsegna delle chiavi da parte di chi vuole lasciare l’alloggio.
È quanto sta accadendo ad una signora che ha deciso di rilasciare prontamente l’alloggio non avendo ottenuto la regolarizzazione in sanatoria, la quale si è sentita rispondere che non può riconsegnare l’alloggio fino a quando l’Ufficio assegnazione di Roma Capitale non avrà trovato il nuovo assegnatario.
L’avvocato Marina Rossi, che assiste la ex inquilina della casa del Comune, nonostante le lettere di sollecito, si è sentita rispondere che la signora non può rilasciare l’alloggio e deve custodirlo per evitare le occupazioni fino a quando il comune non avrà trovato un nuovo assegnatario.
Da oltre un mese il Comune è latitante e la signora è costretta a custodire la casa, pagare l’affitto per due case, facendo dei turni con i familiari per evitare l’occupazione.
Per riconsegnare le chiavi dell’alloggio e consentire ad altri nuclei di poter entrare nell’alloggio l’avvocato si vede costretto a preparare una diffida al Dirigente preposto alle assegnazioni per costringere il Comune a riprendere il possesso dell’alloggio.
L’ASIA-USB ha denunciato il comportamento irresponsabile di chi dirige le politiche abitative che sta concentrando tutti gli sforzi (poi magari si scoprirà che qualcuno ci prende anche premi di ‘produzione’) nella guerra contro i poveri, con sfratti e sgomberi, e non nella gestione oculata di questo importante patrimonio abitativo pubblico, impedendo che le case popolari diventino terra di nessuno.
Per giustificare la loro incapacità gestionale vogliono colpevolizzare gli inquilini.

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