In queste ore tutti i commenti e le analisi vertono sui risultati delle elezioni politiche, ma si è votato anche per il rinnovo dei Presidenti e dei Consigli Regionali di Lazio e Lombardia, e proprio sulla comparazione dei dati tra le elezioni regionali del Lazio e quelle della Camera dei Deputati vorrei spendere alcune parole.
Nel Lazio Zingaretti ha vinto, anche se non ha conquistato la maggioranza di 26 seggi ma si è fermato a 25, e la sua vittoria, in un momento di totale disfatta nazionale per il suo schieramento politico è dovuta, a mio parere, ad alcune condizioni che si sono contemporaneamente verificate, un po’perché volute, un po’ perché casuali.
Ma vediamo di far parlare i numeri per scoprire le condizioni che hanno portato Zingaretti alla vittoria: il PD ed i suoi alleati nel Lazio alle elezioni per il rinnovo della Camera dei Deputati hanno complessivamente ottenuto 804.174 voti, mentre Zingaretti alle Regionali ne ottiene 1.018523, incrementando il “bottino” elettorale di 214.349 voti, da dove gli vengono? Il PD alle regionali perde 19.976 voti rispetto alle politiche e la lista della Bonino ne perde 42.273, sono quindi essenziali per la vittoria gli 88.336 voti che gli ha portato in dote Liberi e Uguali, che però paga elettoralmente la scelta di allearsi con Zingaretti alle regionali e di essere in competizione con il PD a livello nazionale perdendo 24.459 voti rispetto alle politiche. La prima condizione è stato quindi quella di aver fatto l’alleanza con Liberi e Uguali; la non partecipazione della Lorenzin all’alleanza è stata insignificante, i 7.814 voti raccolti dal suo candidato sono stati ininfluenti per ogni combinazione.
Altra condizione è stata quella di aver messo in piedi due liste di appoggio che gli hanno portato complessivamente 158.735 voti: la Lista Zingaretti (109.933 voti) e una fantomatica lista Centro Solidale (che però ha preso 48.802 voti).
Terza condizione: nel Lazio Zingaretti è Zingaretti (la cosa può piacere o meno, ma è così), ed infatti ha preso 152.314 voti da solo Presidente.
Quarta, e certamente di non poco conto, condizione è stata quella che il centro-destra si è diviso, e a Parisi non sono bastati i suoi complessivi 964.181 voti, perché Pirozzi gliene ha tolti 151.444 (tanti ne ha presi), se la destra non si fosse divisa difficilmente Zingaretti avrebbe vinto.
Vediamo ora nel dettaglio il voto del Centro Destra, che alla Camera dei Deputati prende complessivamente nel Lazio 1.089.816 voti, ma alle regionali ne prende appunto 964.181, perdendo 125.635 voti.
Forza Italia rispetto alle politiche perde 31.508 voti, la Lega ha una “Caporetto” perdendo 153.423 voti, Fratelli d’Italia perde 26.886 voti, a questa emorragia ed allo scarso appeal di Parisi, che ha preso quale candidato solo 43.481 voti, nulla ha potuto l’apporto della lista della formazione politica di Parisi Energie per l’Italia, che ha preso 37.008 voti e l’aumento di 15.745 voti rispetto alle politiche della lista Noi con L’Italia-UDC.
Il Movimento 5 Stelle non è stato mai in partita, pagando a mio parere l’opacità della gestione Raggi del Comune di Roma, nelle elezioni per la Camera dei Deputati prende 1.020.851 voti, ma alle regionali ne prende 834.761, con un calo di 186.090 voti; il partito in quanto tale perde 432.839 voti rispetto alle politiche, che recupera grazie alla performance personale della Lombardi, che prende 276.322 voti da sola, segno questo però anche della debolezza dei candidati in lista, che ha spinto l’elettorato a votare soltanto il candidato Presidente.
Potere al popolo non ha avuto una brillante performance, prende infatti 43.885 voti, con una flessione di 2.782 voti rispetto alle elezioni per la Camera dei Deputati: evidentemente il voto utile per Zingaretti in un’area del suo elettorato si è fatto sentire.
I risultati di Potere al Popolo. In queste elezioni regionali ricalcano quelli delle elezioni politiche, ovvero la lista ottiene un risultato timidamente apprezzabile solo nell’area urbana di Roma. Nella sua provincia e ancor di più nelle altre provincie del Lazio i risultati sono decisamente più scarsi. Bisognerà strutturare la presenza dei compagni e le lotte sociali anche nei piccoli comuni, che pure vivono la crisi e che gravitando su Roma risentono di specifici problemi che possono essere spunto per una ripresa o incremento dell’attività vertenziale da parte dei compagni (ad esempio i trasporti ed i collegamenti con Roma).
Preoccupa il risultato di Casapound, che però nel confronto tra elezioni politiche ed elezioni regionali resta fondamentalmente stabile, infatti l’incremento di quasi 10.000 voti tra politiche e regionali non deve trarre in inganno, la lista di Forza Nuova e Fiamma Tricolore alle regionali non era presente ma alle politiche ha preso 10.484 voti, è evidente che larghissima parte di questa area alle regionali sia confluita nella lista che gli era più affine.
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