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Roma. La lotta per salvare il campo di calcio di Villa Gordiani

Le squadre di #Calcio #Popolare del #quartiere questa mattina hanno interrotto la seduta del #Consiglio #Municipale per imporre un confronto sulla scelta scellerata di smantellare il #campo di Villa Gordiani. Guarda il VIDEO

Una fredda cronaca dei fatti

Una lotta che parte da lontano: dall’estate 2015 quando un gruppo di ragazzi del quartiere assieme al Collettivo Promakos danno vita al percorso “Riportiamo il Calcio a Villa Gordiani”. In quel momento il quartiere manca di squadre di calcio, luoghi e progetti aggregativi; gli obiettivi che il percorso si pone sono immediatamente due: fondare una squadra di calcio popolare e riaprire il Campo che si trova all’interno del Parco. Un anno dopo le prime attività: si pulisce il Campo dalle piante infestanti che lo hanno trasformato in una foresta e si proietta la finale degli Europei di calcio. Centinaia di persone partecipano all’iniziativa e si decide così di continuare sulla strada delle pulizie nei mesi successivi.

Nella primavera del 2017 però, pochi giorni prima che venisse fondata l’Asd Villa Gordiani, la Giunta municipale approva una delibera che prevede lo smantellamento del Campo: si risponde con un’assemblea molto partecipata e l’intenzione di opporsi alla folle scelta istituzionale. Per più di un anno si moltiplicano le iniziative sportive, musicali, culturali, in poche parole aggregative: il Campo di fatto ricomincia a vivere e, soprattutto, ha un nutrito gruppo di persone che lo curano con tanta fatica e sudore. Non mancano anche gli incontri saltuari con la Giunta Boccuzzi, in cui l’Asd Villa Gordiani manifesta la volontà di riqualificare il Campo e chiede l’indizione di un bando pubblico.

Nel dicembre 2018 si arriva a un punto di svolta: mentre il 17 avviene l’ennesimo incontro con Boccuzzi e l’assessora allo Sport Brunetti, in piene festività natalizie, il 27, il Parco si ritrova invaso da ruspe e mezzi pesanti (e persino dalla Maserati dell’imprenditore della ditta che ha l’appalto dei lavori). Cominciano le opere di demolizione ma si fermano praticamente subito: hanno spaccato la tettoia degli spogliatoi e si sono resi conto che c’è dell’amianto. Questo ci dà del tempo per organizzare un presidio sotto al Municipio e un nuovo incontro con la Giunta che, però, si mantiene ferma sulla posizione di smantellare. E come scusa dice che la responsabilità è nostra perché non abbiamo presentato un progetto. Da che mondo è mondo non spetta alle associazioni presentare progetti di questi tipo, ma alle amministrazioni proprietarie delle strutture.

Chiuso il dialogo da parte della Giunta presentiamo una mozione popolare al Consiglio municipale, con il quale chiediamo il blocco ufficiale dello smantellamento e la definizione di un progetto di riqualificazione: mozione che prima non viene ammessa (dicevano di avere altre cose su cui deliberare), poi alzando la voce durante la seduta li obblighiamo a discuterla. Ovviamente la maggioranza fa quadrato (uniche eccezioni un consigliere che vota a favore della nostra mozione ed un’altra che abbandona l’aula per protesta) e chiude le porte alle istanze del territorio.

Tra febbraio e marzo alcune associazioni cominciano a dare vita al “Comitato di Villa Gordiani per la difesa del Campo di calcio”, con cui organizzano iniziative pubbliche dentro il Parco (molto riuscite) e iniziano a definire un progetto di attività che si vogliono svolgere nel Campo riqualificato, al quale si va affiancando col tempo un progetto curato da un architetto.

A giugno, finita la stagione delle piogge e il Campionato, decidiamo che è giunta l’ora di dare di nuovo battaglia: sabato 8 ci armiamo di attrezzi da giardinaggio e tanta forza di volontà per metterci sotto il sole a pulire una parte del Campo (che in 5 mesi di incuria e abbandono è tornato allo stato in cui versava nell’estate 2016), e nel pomeriggio si tiene un’assemblea pubblica. Avevamo invitato (via mail) il Presidente Boccuzzi e vari assessori perché avremmo presentato una bozza del progetto di riqualificazione: di costoro non si fa vedere nessuno.

Per tutta risposta martedì 11 ci ritroviamo gli operai accompagnati da funzionari dell’Ufficio Tecnico che ricominciano i lavori propedeutici alla demolizione. Il giorno successivo organizziamo un presidio pubblico per contestare i lavori e ci ritroviamo anche Polizia Municipale e Polizia di Stato: dei rappresentanti politici che hanno deciso questo scempio neanche l’ombra. Non ci rimane altro che fargli visita in Consiglio Municipale: ieri giovedì 13 siamo stati costretti a bloccare la seduta per poterci conquistare il diritto di essere ascoltati e, soprattutto, la possibilità di impedire lo smantellamento.

Nello specifico il risultato, molto parziale, che otteniamo è la convocazione di un Consiglio straordinario da tenersi in orario pomeridiano per dare la possibilità ai lavoratori e al quartiere di partecipare in massa. Le date ipotizzate sono il 20, il 24 e il 27. Ci viene anche assicurato, da una consigliera 5stelle (Francesca Pagano) che, qualora il Consiglio non fosse stato ancora convocato e fosse già stato rimosso l’amianto, si fermerebbero i lavori per permettere una discussione reale e serena sul futuro del Campo.

Cosa vogliono loro (la maggioranza 5stelle del V Municipio)

Il nulla, praticamente. Continuano a ripetere da mesi che il Campo deve essere completamente smantellato e l’area restituita a verde pubblico. Evidentemente dev’essere di fondamentale importanza aggiungere 7600 mq di verde in un Parco che ne conta circa 78mila. Parco che tra l’altro è non-curato come la stragrande maggioranza delle aree verdi romane.

Aggiungono, come contentino, che rimarrebbero due porte da calcio rimovibili per permettere alla cittadinanza di giocare e usare liberamente lo spazio. Peccato che, nella parte sud del Parco di Villa Gordiani (per intenderci quella dell’entrata da via Olevano Romano), esista già un campo di calcio non recintato, che però ha un cratere al posto di un angolo e non ci gioca praticamente nessuno.

In tutti questi mesi ne hanno sparate di più grosse: nelle entusiastiche intenzioni dell’assessora  Brunetti ci sarebbe la creazione di un Circo Massimo della Prenestina. Al posto dell’attuale Campo si creerebbe uno spiazzo in cui fare eventi pubblici di una certa rilevanza. Peccato che questo è impossibile, poiché la Sovrintendenza capitolina impedisce da anni lo svolgimento di qualsiasi attività pubblica (l’anno scorso hanno persino impedito una gara podistica) all’interno del Parco a causa dei vincoli archeologici e paesistici.

In realtà, qualsiasi attività futura che annunciano non è altro che ipotesi: l’unico progetto messo nero su bianco, approvato e definito è quello di cancellare dalla mappa di Roma Est un campo storico, nato 60 anni fa assieme ai lotti di case popolari (entrambi costruiti dal Comune di Roma) e sempre utilizzato fino a pochi anni fa.

Un elemento in più ci sembra di scorgerlo, però, nelle dichiarazioni di vari esponenti: l’intenzione (giusta) è quella i valorizzare l’area archeologica attraverso interventi di milioni di euro (curati dalla Sovrintendenza). Con quale obiettivo? Portare i turisti a Villa Gordiani. Non sta a noi dire se i turisti siano bene accetti o meno nel nostro quartiere, ma il punto di maggiore distanza “politica” (nel senso di organizzazione della comunità) tra il nostro progetto e quello della Giunta è che noi diamo priorità alle necessità e agli interessi degli abitanti del quartiere, e nello specifico di quelli delle fasce economiche più in difficoltà. La Giunta 5stelle, invece, incapace di dare risposte concrete alle mille problematiche dei quartieri popolari, vuole valorizzare il patrimonio archeologico: e per valorizzare intendono monetizzare, ovvero creare profitti.

Cosa vogliamo noi

Tutto, ci verrebbe da dire. Ma ci accontentiamo di costruire il nostro progetto sportivo e sociale per gradi e senza bruciare le tappe. L’obiettivo principale è la ricostruzione di una Comunità di quartiere che si basi sulla solidarietà e collaborazione, come risposta a questi tempi di individualismo ed egoismo. Nel concreto delle attività sportive, siamo prossimi alla creazione della Scuola calcio e abbiamo in cantiere di trasformarci presto in Polisportiva Popolare, aprendo squadre di altri sport (diamo per scontato che tutti i lettori conoscano la nostra “gloriosa” 1^ squadra di calcio che milita nel Campionato di Terza categoria).

Dal momento che il nostro progetto è totalmente autofinanziato, il problema dell’impianto sportivo ricopre fondamentale importanza: ci serve un Campo, pubblico e con canoni sociali, che ci permetta di effettuare tutti i passaggi di crescita. I costi di affitto di strutture private, al contrario, ci impediscono qualsiasi sviluppo, perché sono circa il 70-75 % delle nostre spese. E si parla di svariate migliaia di euro ogni anno.

Nel Campo riqualificato, oltre allo sport, ci vogliamo fare attività socio-culturali: doposcuola e ludoteca popolari, spazio per cine-forum, centro aperto alla cittadinanza e alle associazioni, punto informativo della storia del quartiere e del suo Parco.

Al contrario della Giunta noi questi progetti li abbiamo messi nero su bianco. Sappiamo bene, però, che le intenzioni in questo mondo non bastano. Servono lotta e perseveranza, soprattutto laddove si trovano chiusura al dialogo e arroganza tipica del potere. E serve anche la solidarietà dalle persone di altri quartieri che credono che sui beni pubblici e collettivi le decisioni spettino alla popolazione e non ai rappresentanti politici. Per questo, non appena sarà nota la data del Consiglio straordinario, inviteremo tutti e tutte a partecipare e sostenere il nostro progetto di riqualificazione.

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1 Commento


  • Daniele

    Il M5S è una malattia, esattamente come PDCGILCISLUIL

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