In data 15 giugno 2020, abbiamo presentata formale diffida nei confronti di ROMA CAPITALE, nella persona del Sindaco quale legale rappresentante, riguardo l’applicazione delle norme costituzionali in tema di gestione, assegnazione e riacquisizione del patrimonio di proprietà di Roma Capitale stessa.
La diffida che presentiamo oggi è un passaggio importante nella lotta che conduciamo da anni per contrastare le aberranti pratiche che vogliono ridurre gli spazi sociali ad “ASSET” da mettere a rendita.
Con questa diffida pretendiamo:
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che Roma Capitale annulli la Delibera 140 e tutti gli atti illegittimi di riacquisizione;
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che cancelli le morosità addebitateci in applicazione del canone di autorecupero già previsto nella delibera 26 del ‘95;
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che l’Amministrazione Capitolina ci permetta di partecipare veramente ad un processo di discussione e redazione di un regolamento che abbia ad oggetto tutto il patrimonio di Roma Capitale e non solo una parte di esso.
L’emergenza causata dalla pandemia COVID-19 ha dimostrato in modo palese che una visione mercantilistica delle dinamiche e del tessuto sociale di una collettività causa disastri terribili, che coinvolgono la vita e il futuro di tante e tanti, a partire dalle fasce più fragili e meno protette della popolazione.
In questa situazione emergenziale, mentre le istituzioni, da quelle centrali fino a quelle di prossimità, si perdevano in bizantinismi e assurdi distinguo per valutare se, come e dove portare aiuto, le associazioni ed i gruppi che vivono gli spazi sociali hanno dato vita ad una rete volontaria di soccorso che ha sostenuto e accompagnato le persone e le famiglie in difficoltà.
Una rete fatta di mille iniziative, dalla raccolta alimentare alla spesa sospesa, dagli sportelli di ascolto al supporto psicologico, dall’aiuto alle donne vittime di violenza familiare, intrappolate nelle loro case/prigione, fino alla cura degli “invisibili”, quelli che assurde leggi liberticide hanno spinto ai margini estremi della società e proprio per questo non potevano ricevere aiuto dalle istituzioni, pur essendo coloro che ne avevano più bisogno.
Per noi, al di là delle difficoltà causate dalla imponenza del fenomeno e dall’urgenza di contrastarlo, prestare questo genere di aiuti non è stato difficile: non lo è stato perché è ciò che pratichiamo negli spazi, che oggi istituzioni sorde e cieche vorrebbero mettere a reddito, da svariati decenni.
Non rivendichiamo soltanto un ruolo sussidiario a istituzioni che non riescono a svolgere a pieno le loro funzioni, da troppo tempo, sui territori della città dove il disagio morde più profondamente; noi rivendichiamo il diritto di farlo come comunità locali e solidali che sviluppano sui territori un senso concreto di partecipazione, autodeterminazione e autogestione.
Un ruolo che non può essere messo in discussione da assurde logiche di gare e graduatorie, nella pretesa di stabilire chi abbia titolo ad usufruire degli spazi sociali in base ad un presunto “merito”.
La comunità locale e solidale non ha classifiche da stilare, non c’è chi è più solidale di altri: o sei solidale o non lo sei. Difatti gli spazi sociali sono aperti ed inclusivi, non hanno padroni e il tuo spazio sarà sempre e comunque garantito.
Mettere a gara l’assegnazione degli spazi sociali e pretendere che questi generino un reddito, per quanto ridotto, significa non aver capito il ruolo e l’importanza di questi presidi all’interno dei nostri territori; significa mettere a repentaglio esperienze e competenze sviluppate nel corso di lunghi decenni di presenza attiva; significa non essere in grado di comprendere il valore sociale delle attività che in quegli spazi si sviluppano, valore che non può essere misurato in termini di profitti e perdite o sulla base di ipotetiche e spesso fantasiose rendite catastali, talvolta addirittura riferite ad immobili che al catasto non sono neppure censiti; e l’emergenza sociale scatenata dalla pandemia lo ha dimostrato in modo inequivocabile.
Ma noi nel corso del tempo non abbiamo svolto solo un ruolo di assistenza nei momenti emergenziali: abbiamo sviluppato pratiche di sostegno alle fasce più fragili della popolazione, dai migranti ai portatori di handicap, dalle donne vittime di violenza alle famiglie in emergenza abitativa; abbiamo aperto scuole, palestre ed ambulatori popolari, per sostenere chi non poteva fruire di questi servizi per motivi economici o di altra natura; abbiamo fatto cinema, musica, teatro e spettacolo, perché la cultura non può e non deve essere appannaggio della sola parte più agiata della popolazione cittadina.
Abbiamo, in sintesi, sviluppato i concetti e praticato i valori di una vera comunità locale e solidale.
E questo non è un valore che può essere misurato in denaro, che può essere ingabbiato in graduatorie di merito.
Per questo le nostre associazioni ed organizzazioni rivendicano con forza il diritto all’uso degli spazi sociali e lotteranno sempre per la loro difesa e la promozione di un concetto di città dove al centro sono le persone e non le rendite finanziarie.
Questo appello è firmato e promosso da CAIO, la Comunità per le Autonome Iniziative Organizzate, portavoce in questa battaglia intrapresa dalle seguenti associazioni:
– ASSOCIAZIONE SPINACETO CULTURA E SPETTACOLO BOO-MERANG (cod. fisc. 96144230586; P.Iva 05592191000)
– ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA STREET OF THE LIFE (cod. fisc. 97201120587)
– ASSOCIAZIONE DINAMO (cod. fisc. 97356520581)
– ASSOCIAZIONE SPORTIVA POPOLARE (cod. fisc. 96368830582)
– ASSOCIAZIONE CENTRO STUDI PER LO SPETTACOLO POPOLARE ROMANO ETTORE PETROLINI (cod. fisc. 06664780589)
– CLUB DEGLI H.A.M.I.C.I G.P.M-ODV Terzo settore (cod. fisc. 96241080587)
– ASSOCIAZIONE CULTURALE INTIFADA (cod. fisc. 05366171006)
– ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DI AMICIZIA E SOLIDARIETA’ CON I POPOLI A.I.A.S.P. (cod. fisc. 96342440581)
– ASSOCIAZIONE CULTURALE DE LA SERNA (cod. fisc. 946250660584)
– ASSOCIAZIONE CULTURALE AMICI DEL PARCO EMILIO (cod. fisc. 9725420586)
– ASSOCIAZIONE DEMOSFERA (cod. fisc. 96439950583)
– ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSO 2000 (cod. fisc. 96237720584)
– ASSOCIAZIONE CITTAPERTA-ODV (cod. fisc. 96420770586)
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