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Presidio al Mef. Contestati il governo Meloni e Leonardo SpA 

Si è svolto davanti a un nutrito gruppo di lavoratori e lavoratrici il presidio davanti alla sede centrale del Ministero dell’economia e delle finanze (Mef) indetto dall’Unione Sindacale di Base (Usb). 

Al centro della manifestazione c’era la contestazione del convegno ospitato dal Mef per i venti anni del think tank europeo Bruegel, con cui Giorgetti & co. aprivano alla discussione su come individuare gli strumenti validi in seno all’Unione Europea per finanziare il rilancio dell’industria della guerra. 

Ospite d’onore, tra gli altri, Roberto Cingolani, Ceo di Leonardo SpA campione italiano e internazionale dell’industria della difesa, controllata dal ministero che ne detiene il 30% del pacchetto azionario e ne dirige le scelte strategiche.  

I vari interventi hanno ribadito l’importanza – storica e attuale – del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici nell’opposizione alla guerra, che oggi si traduce nella contrarietà al piano di riarmo Ue “ReArm Europe”, che stanzia in varie forme 800 miliardi di euro per riarmare gli eserciti del Vecchio continente e dare impulso al tanto “agognato” esercito europeo.  

I rappresentanti del Mef e del resto del pubblico impiego, del mondo della ricerca, dei pensionati, dei lavoratori dell’informatica e del privato più precario sono stati affiancati dagli studenti di Osa e di Cambiare Rotta, tra i protagonisti delle mobilitazioni del “Blocchiamo tutto”, i quali hanno rilanciato l’alleanza tra lavoratori e studenti contro il genocidio, la guerra e il riarmo. 

Dal microfono è stata più volte ribadita alla critica alla prossima legge di bilancio in via di definizione da parte del governo Meloni. Questa non prevede infatti fondi adeguati per il rinnovo dei contratti, continua nel solco dell’austerità europea sul taglio alla spesa sociale, mentre aumenta i fondi pubblici destinati alle spese militari in ossequio ai diktat della Nato e degli Usa di Trump. 

Alla “festa di Bruegel” a spese dei contribuenti hanno partecipato anche Franco Federici, Tenente generale Consigliere militare del presidente del Consiglio dei ministri; Camille Grand, Segretario generale dell’Associazione europea delle industrie aerospaziali, della sicurezza e della difesa; presente anche Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti (Cdp), evidentemente interessato alle ipotesi di investimento guerrafondaio per i 250 miliardi di euro gestiti da Cdp tramite il risparmio raccolto da Poste italiane. 

Usb ha rilanciato i prossimi appuntamenti di un novembre che si annuncia caldo come questo inizio autunno, con l’assemblea dei delegati al teatro Italia a Roma il prossimo 1° novembre, che avrà il compito di confermare e rilanciare lo sciopero generale del 28 novembre, contro la finanziaria, il riarmo in tutte le sue forme e per sostenere la lotta del popolo palestinese. 

Sul piatto anche le mobilitazioni locali e nazionali del movimento “Blocchiamo tutto”, per spingere il governo e tutte le istituzioni italiane (governo, ministeri, università, comuni ecc.) a rompere gli accordi a tutti i livelli con lo Stato terrorista d’Israele e dare forma e sostanza a un movimento autonomo e indipendente dalla destra così come dal centrosinistra complice del genocidio e invischiato a piene mani nel riarmo europeo.  

Bloccare tutto per cambiare tutto” non sembra più un’utopia così lontana… 

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