Menu

Roma. Appello per reclamare un Consiglio Comunale aperto, verso una Città Pubblica

Reclamiamo insieme un Consiglio Comunale aperto. Appuntamento Martedì 25 novembre alle 10:30 in Piazza del Campidoglio.

Appello delle realtà organizzate sui territori contro speculazione, cementificazione e nocività, per la città pubblica

Siamo lavoratori e lavoratrici di Roma, abitanti dei quartieri popolari, organizzazioni, realtà di lotta e comitati attivi sul territorio, impegnati nella difesa dei diritti e dell’interesse pubblico, dei beni collettivi e degli spazi di democrazia. Viviamo quotidianamente la città, i suoi quartieri, le sue contraddizioni e le sue potenzialità. Da questa esperienza nasce la nostra richiesta: restituire centralità alla voce e alle necessità di chi vive la città, tramite la partecipazione e il confronto pubblico, oggi gravemente compressi.

Roma sta attraversando una fase di trasformazione profonda, accelerata dai fondi PNRR e dall’Anno Giubilare. Risorse che avrebbero potuto rafforzare diritti, servizi e coesione sociale stanno invece consolidando un modello decisionale accentrato, opaco e finalizzato agli interessi di privati e speculatori. Di fronte a una città in ginocchio, con l’esplodere di contraddizioni enormi sul piano sociale e di lavoro, democratico e ambientale, l’amministrazione governa sempre più attraverso procedure straordinarie anche in assenza di emergenza, con tempi e percorsi che impediscono un reale confronto pubblico.

Pressata da scadenze fissate a livello nazionale ed europeo, e spesso in ritardo strutturale, la macchina amministrativa accelera: appalti accelerati, progettazione a tappe forzate, processi di condivisione con la cittadinanza ridotti al minimo. Si chiede a chi opera nei territori, nei servizi, nelle reti sociali e nei cantieri una disponibilità incondizionata, a realizzare senza discutere, a eseguire senza poter contribuire realmente alla definizione delle priorità. È dunque una interlocuzione limitata e unilaterale, spesso ridotta a ratifica o adesione passiva.

Così il “Modello Giubileo” si afferma come “Modello Roma”: governo per eccezione, centralizzazione delle decisioni, marginalizzazione del ruolo degli organi rappresentativi. Una direzione confermata da una convergenza politica trasversale che rende sempre più labile la distinzione tra maggioranza e opposizione.

Nel frattempo, la città reale parla, con forza e determinazione. Quartieri popolari e periferie, realtà sociali e culturali, movimenti per la casa e per l’ambiente si mobilitano su terreni decisivi: diritto all’abitare contro sfratti, sgomberi e speculazioni edilizie, servizi pubblici contro le privatizzazioni, gestione dei rifiuti, verde e spazi urbani, salute, mobilità, diritti sociali, difesa del patrimonio pubblico e contrasto al consumo di suolo.

Sono state organizzate manifestazioni partecipatissime al Campidoglio per ribadire la contrarietà a questo modello, contro le grandi opere del nuovo stadio della Roma, del porto crocieristico di Fiumicino, dell’inceneritore e dei biodigestori e la grande speculazione degli ex-Mercati Generali, per una città pubblica che rimetta al centro i diritti di tutti gli abitanti di Roma e dell’area metropolitane.

Sono richieste concrete e legittime, che troppo non trovano ascolto: decisioni calate dall’alto, procedure blindate, e talvolta ricorso alla forza pubblica contro chi difende diritti e beni collettivi.

A ciò si aggiunge la scelta dell’amministrazione rispetto al genocidio in corso a Gaza: nonostante una mobilitazione cittadina ampia e trasversale, Roma ha mantenuto continuità politico-commerciale con lo Stato d’Israele, ad esempio attraverso i rapporti che la partecipata ACEA intrattiene con l’azienda idrica israeliana Mekorot, attivamente impegnata a sottrarre risorse idriche alle persone palestinesi nei territori occupati, o attraverso la distribuzione nelle farmacie comunali dei prodotti dell’azienda farmaceutica Teva.

Questa cooperazione, insieme alla timidezza nell’esprimere solidarietà contro il massacro perpetrato a Gaza e in Cisgiordania, evidenziano una distanza profonda tra istituzioni e società su temi fondamentali di dignità e giustizia.

Non siamo di fronte a un problema tecnico: siamo davanti a una crisi sociale, politica e democratica. Quando l’urgenza diventa prassi, quando la partecipazione è compressa, quando la città viene governata come un’emergenza permanente, la democrazia si svuota e a pagare il prezzo sono coloro che vivono e lavorano a Roma.

Per questo chiediamo la convocazione urgente di un Consiglio Comunale Aperto il 25 novembre p.v. in cui si discutano tutte le vertenze e le rivendicazioni sulle questioni della speculazione e della cementificazione in città. Non un gesto simbolico, ma un atto necessario per riaprire spazi di ascolto, trasparenza e responsabilità politica. Roma ha bisogno di un luogo in cui le scelte che la trasformano siano discusse apertamente e confrontate con le esigenze e le voci della città.

Chiediamo a tutte le consigliere e i consiglieri capitolini di farsi promotrici/promotori di questa convocazione e di assumere pienamente la responsabilità che deriva dal loro mandato democratico.

In attesa di un riscontro chiaro, continueremo a rendere pubblica questa richiesta e a sostenerla nelle piazze, nei territori e nelle reti civiche della città.

Primi firmatari:

Realtà Indisponibili Organizzate sui Territori

Movimento per il diritto all’abitare

Federazione Roma Unione Sindacale di Base

Coordinamento Si Parco Si Ospedale No Stadio

Arci Roma

Potere al Popolo Roma

Comunità per le Autonome Iniziative Organizzate – CAIO

ASIA-USB

Circolo ARCI Pietralata

Ecoresistenze

Difendiamo Casal Selce – No Biodigestore

Cambiare Rotta

Donne de Borgata

Collettivo Balia dal Collare

Macchia Rossa

Opposizione Studentesca d’Alternativa – OSA

Pietralata Unita

Zona verde

Comitato Tutela Alberi Monteverde – TAM

Comitato No Corridoio Roma-Latina

Associazione vita di donna-ODV

Casa del Popolo Monterotondo Scalo

Comitato Stadio Pietralata No Grazie

Rete Tutela Roma Sud e Castelli Romani

Strutture USB- AMA, ACEA, TPL

Rete Ecosocialista

Collettivo No Porto Fiumicino

Cortocircuito

Tor Marancia Naturale

Associazione Walter Rossi

Collettivo X – Roma nord ovest

Mera 25 Roma

Associazione Vitinia Bene Comune

Comitato Caravaggio: uniti contro le torri!

Coordinamento No Inceneritore

Tavoli del Porto

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *