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Genova. Arrestati tre neofascisti italiani del “Blocco Est Europa”

Ciarpame e legami con l’Europa dell’Est. Come abbiamo provato a spiegare sul nostro giornale, si conferma che il mostro evocato in Europa con quanto avviene in Ucraina sta producendo onde lunghe anche nel nostro paese ed estremamente inquietanti.

La Digos di Genova e la Polizia postale, ha eseguito tre arresti (due in carcere e una ai domiciliari) nei confronti di altrettanti giovani accusati di far parte di un gruppo Telegram identificato come “Blocco Est Europa”. Il gruppo risulta avere alcune centinaia di iscritti. Sono in corso indagini per cercare di identificare alcuni degli altri promotori.

Il Blocco Est Europa, secondo gli inquirenti, aveva tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e religiosi nonché di apologia di gravi crimini anche di tipo terroristico (come omicidi e stragi) oltre che di diffusione di materiale pedopornografico.

Due dei neofascisti arrestati sono genovesi, ma non sarebbero noti negli ambienti di estrema destra. Il terzo destinatario di misura cautelare risiede invece in provincia di Salerno. Sono tutti giovanissimi, massimo 21 anni.

Oltre ai tre arrestati ci sono anche tre minorenni indagati a piede libero residenti a Torino, Lanciano (Chieti) e Sanremo le cui abitazioni sono state peqruisite. Nelle chat venivano esaltati gli autori delle stragi nelle scuole e si scambiavano centinaia di immagini e video di esecuzioni, decapitazioni, suicidi, violenze sessuali anche a danno di minorenni, il tutto condito da commenti xenofobi, misogini e suprematisti e incitamento all’odio razziale.

Secondo il giornale Genova 24, alcuni dei giovani avevano inaugurato una vera e propria “campagna di addestramento” al tiro con armi ad aria compressa utilizzando come “bersaglio” effigi di importanti cariche dello Stato in varie zone abbandonate della città di Genova. I campi di esercitazione clandestini si trovavano in edifici abbandonati sulle alture di Borgoratti, Quezzi e a Rivarolo in un capannone abbandonato delle Ferrovie.

Tra le armi sequestrate anche una pistola ‘vera’, una calibro 22 legalmente detenuta. Poi fucili e pistole ad aria compressa e numerose armi da taglio.

 

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