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Milano-Minneapolis. Rider arrestato perché vuol prendere il treno…

Quando si mettono insieme sfruttamento, razzismo e stupidità amministrativa il disastro è assicurato.

Lo sfruttamento dei rider è cosa ormai nota e assodata (persino i giornalini della Fiat ci fanno ormai dossier speciali), e chiunque dovrebbe, incontrandoli, mostrare quantomeno un po’ di rispetto e solidarietà.

La stupidità amministrativa ce la mette in questo caso Trenord – società che gestisce i treni pendolari della Lombardia – che ha dato disposizione di non far salire a bordo dei treni passeggeri con dietro la bicicletta (si può portare persino in metro!), in barba a ogni “narrazione” sull’attenzione all’ecologia da parte delle imprese…

Visto l’alto numero di rider impegnati al centro di Milano, in numerose stazioni – da qualche giorno – si registrano proteste che, in qualche caso, hanno portato all’intervento della polizia nelle stazioni di Lambrate, Porta Genova, ecc.

In base a quest’ordine demente qualcuno, ieri alla stazione Greco Pirelli, ha chiamato la polizia per impedire a un rider di salire sul treno per tornarsene a casa. Dotato di regolare abbonamento e con al braccio il suo attrezzo di lavoro: la bici con cui si guadagna molto faticosamente il pane.

Il razzismo lo ha aggiunto la polizia italiana, perché il rider in questione, oltre ad avere con sé una bici, ha anche la pelle nera, essendo di origine nigeriana. E dunque una normale discussione sulla possibilità o meno di salire sul treno ha fatto degenerare la cosa in un arresto in perfetto stile yankee, sotto l’occhio impietoso delle telecamere.

Il caso, denunciato con un video su Facebook da Deliverance Milano, l’associazione che tutela i fattorini su due ruote, riguarda, “un rider pendolare (con permesso di soggiorno e che paga regolarmente l’abbonamento) che ha partecipato alle proteste, perché voleva salire sull’ultimo treno con la bicicletta per tornare a casa invece di essere costretto ad abbandonarla in stazione o a dormire su una panchina“.

Tutto questo è semplicemente assurdo.Vogliamo i vagoni per le biciclette su tutti i treni e dignità per tutti i rider! Non può essere a discrezione di un capostazione la decisione di lasciarci salire o no sul treno, vogliamo poter lavorare! Durante il lockdown  farci lavorare senza protezioni vi stava bene e questa è la vostra ricompensa? La mobilità è un diritto, la risposta di Trenord e di Regione Lombardia non può essere la repressione poliziesca. Vogliamo risposte, ora!

Sarebbe ora che che si cominciasse a sottolineare che anche qui c’è bisogno di risolvere i problemi con strumenti che non prevedono l’intervento della polizia. Perché questo “corpo separato” porta in sé la convinzione di poter agire come meglio ritiene, in qualsiasi momento o situazione, a Napoli contro “studenti itagliani” come a Milano contro lavoratori “di colore”.

Perché il problema non sono solo le statue dei razzisti stupratori, ma il razzismo che alberga nelle istituzioni di questo Paese.

https://www.facebook.com/deliverancemilano/videos/269650067455246/

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