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Brescia. Seconda iniziativa di protesta silenziosa di medici e infermieri

Succede  nella laboriosa  Lombardia  di Bonomi, salda  detentrice del macabro primato di Regione col più alto tasso di mortalità da Covid (lo stesso dicasi per ricoverati e per le terapie intensive) che una protesta tanto assolutamente silenziosa quanto densa di significati si manifesta per la seconda volta presso gli Spedali Civili di Brescia.

Iniziata venerdì scorso con un sit-in a cui avevano aderito un centinaio tra personale medico ed infermieristico essa si era rivelata  chiara rivelatrice  nel suo disperato messaggio fatto di un gesto compiuto col posizionamento dei corpi che volgevano in contemporanea le spalle alla palazzina ove e sita la  Direzione sanitaria ed amministrativa dell’Ospedale.

Un messaggio corporeo, stante a dire che è esattamente quello che i lavoratori vivono nella quotidianità ormai da mesi dato che alle loro reiterate e varie richieste e accorati avvisi di situazioni insostenibili per tutta risposta hanno vissuto la medesima condizione, ovvero inascoltati pressoché totalmente.  tanto è vero che a dimostrazione lampante di quanto affermato sta a testimoniarlo  un sito aziendale che negli ultimi sei mesi ha registrato una sola comunicazione al personale.

Ma il silenzio assordante è diventato ancor più amplificato questo venerdì 27 novembre. Evidentemente il contagio non è solo di Coronavirus. il centinaio di operatori sanitari della settimana scorsa è raddoppiato alla stessa ora, con le identiche modalità. Si, utilizzando sempre pochi minuti della loro pausa pranzo oggi erano circa 200. 

Con il loro indumento da lavoro e la mascherina, a distanza di sicurezza, la loro “vibrante” protesta è rivolta anche e senza dubbio alcuno alla Regione Lombardia per la criminosa gestione della sanità pubblica, laddove guarda un po’, a direttore generale della Sanità lombarda è stato insediato proprio quel Marco Trivelli che la medesima carica la ricopriva nell’Ospedale di Brescia.

Le richieste sono quelle relative ai tamponi x il personale , in 9 mesi un sol tampone ed un solo esame sierologico,  gli incomprensibili ritardi con cui sono stati forniti materiali di sicurezza quali le mascherine sia chirurgiche che FP2, dei protocolli chiari per la necessaria sicurezza del personale, l’assunzione di personale sanitario anche in virtù di turni iper stressanti in questi 9 mesi di pandemia che hanno portato medici ed infermieri oltre che ad ammalarsi a entrare in burn out lavorativo.

A tutto scapito ovviamente del comune cittadino visto che ai medici è concesso un risicatissimo tempo (10-15 minuti) i per visitare le decine e decine di pazienti gravi ( es. oncologici) ed anziani ed effettuare diagnosi, prognosi e terapia.

Insomma ce n’è ben donde per non poterne più mentre purtroppo si assiste ad un altro silenzio assordante ma colpevole, quello dei media nazionali asserviti, come è normale che sia, alle logiche dei Poteri politici  siano essi lombardi che centrali.

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