Nella stampa abbiamo assistito ad un duro botta e risposta tra i sindaci di Domusnovas ed Iglesias e quanti si oppongono alla fabbrica di bombe della RWM.
Ora essendo anche USB/Sardegna parte ricorrente di fronte al TAR contro l’ampliamento dello stabilimento, ci dispiacerebbe essere annoverati fra “quei pacifisti con la pancia piena che vogliono togliere il lavoro agli operai”.
Noi pensiamo che il lavoro debba avere una sua dignità e che il principio cardine su cui si basa ogni principio di dignità sia la sicurezza. Sicurezza per i lavoratori e sicurezza per il territorio e per le persone che gravitano nel territorio circostante lo stabilimento.
Tralascio, dunque, di proposito i motivi di ordine etico e morale sul tipo di produzione per sottolineare alcune questioni riguardanti le garanzie contrattuali per il lavoratori e il mancato rispetto della vigente normativa in materia di sicurezza.
1) Impropriamente viene detto che “un centinaio di lavoratori sono stati licenziati”. Ciò non corrisponde a verità visto che a queste maestranze non è stato rinnovato il contratto. Ma, chiediamoci: chi ha determinato la condizione contrattuale di questi lavoratori? Certamente non gli attivisti, non USB. Il sindaco di Domusnovas tenta di attribuire ai comitati responsabilità che sono unicamente delle RSU aziendali e di alcuni sindacati. Infatti come è stato denunciato, è grazie alla contrattazione di II livello siglata fra azienda e sindacati che l’azienda ha potuto abusare della contrattazione a termine ed interinale ben aldilà dei limiti consentiti dal contratto nazionale come risulta in modo chiaro dal verbale di accordo sulla contrattazione stipulato fra le parti sociali e RWM Italia il 15 giugno 2012. Chiedo, allora, perché i sindacati che adesso piagnucolano non si sono battuti a suo tempo, diciamo quando lo Yemen veniva raso al suolo anche con bombe provenienti da Domusnovas affinchè quei lavoratori fossero contrattualizzati a tempo indeterminato?
2) Sono sicuri i due sindaci che l’impianto di fabbricazione di esplosivi ed ordigni militari gestito dalla RWM che opera in territorio di Domusnovas-Iglesias operi in “perfetta legalità” per quel che riguarda la sicurezza?. Noi abbiamo qualche dubbio visto che
La fabbricazione di esplosivi e ordigni è una attività estremamente pericolosa, la fabbrica è quindi soggetta a una normativa speciale per gli “stabilimenti a rischio di incidente rilevante” (normati attualmente dal decreto legislativo.105 del 2015), che prevede controlli e misure di sicurezza stringenti e rigorosi, tra cui la predisposizione di un piano obbligatorio per la gestione delle emergenze, in caso di incidente, nelle aree esterne allo stabilimento, documento pubblico ed è accessibile nel sito della prefettura di Cagliari al link:
3) Tale piano di emergenza però, nel caso di RWM, è obsoleto e inadeguato, risale infatti al 2012 ed è impostato sui rischi derivanti da una produzione prevalente di esplosivi per uso civile (di tipo SLURRY, ANFO e Miccia Detonante, come indicato a pag. 34 del piano di emergenza), mentre considera la produzione di tipo militare del tutto marginale.
4) I piani di emergenza devono obbligatoriamente essere rivisti e aggiornati ogni volta che vi siano modifiche rilevanti agli impianti produttivi, e comunque almeno una volta ogni tre anni (art. 21, comma 6, D.Lgs. 105/2015), cosa che per lo stabilimento RWM non è mai avvenuta negli ultimi otto anni, nei quali tutto è cambiato:
5) la produzione per uso civile è cessata del tutto già a dicembre 2012, da allora le relative linee di produzione sono state dismesse e i locali riconvertiti. La produzione militare è stata invece di molto incrementata, passando dalle appena 500 tonnellate/anno (200 di esplosivo di tipo PBX e 300 di esplosivo a base di TNT) del 2012, alle attuali 6.000 tonnellate/anno, con un incremento di ben12 volte (+1200%) rispetto a quanto indicato nel piano di emergenza delle aree esterne attualmente in vigore.
6) RWM ha inoltre espanso le sue attività ben al di fuori del sito produttivo originario (in località Matt’e Conti), che si trova a circa 2 Km dal paese di Domusnovas, aprendo nuove unità produttive a ridosso dei centro abitati del paese di Musei e della città di Iglesias (come risulta dalla visura alla visura alla Camera di Commercio di Brescia del 2 gennaio 2019). In particolare il capannone industriale che RWM utilizza in zona artigianale e industriale di Sa Stoia, adiacente all’abitato di Iglesias, è registrato con il codice 25.4 (classificazione ATECORI-2007), corrispondente alla: “fabbricazione di armi e munizioni”, ed è abilitato allo stoccaggio di 32.000 litri, non meglio precisati, di liquidi altamente infiammabili (con punto di infiammabilità inferiore ai 65°C).
7) Nessuna di queste nuove produzioni e nuovi siti produttivi è compreso nel Piano di Emergenza delle aree Esterne attualmente in vigore, risalente al 2012.
8) Ci troviamo quindi in una situazione di grave rischio e di dubbia legalità ben nota ai sindaci delle località interessate, che sono i responsabili istituzionali della sicurezza e dell’informazione della popolazione.
Alla luce di questi fatti, oltre che per i motivi etici e morali derivanti dal tipo di produzione, (ci rifiutiamo dal pensare che, quella di fabbricare bombe per esportarle verso paesi canaglie sia l’unica alternativa alla disoccupazione) siamo convinti che non si possa stare al ricatto: lavoro in cambio di insicurezza. Noi pensiamo che la sicurezza venga prima di tutto e per questo abbiamo deciso di far parte dei ricorrenti di fronte al TAR.
*Unione Sindacale di Base/confederale
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