La città di Nuoro si trova a dover fronteggiare un’importante carenza di alloggi da destinare all’emergenza abitativa, e al momento sono più di 300 i nuclei familiari in attesa di assegnazione, mentre decine di famiglie vivono in case occupate.
Le amministrazioni che si sono susseguite in questi decenni non hanno provveduto a pianificare un’adeguata politica abitativa. La mancanza di investimenti significativi per nuove costruzioni ed il riscatto da parte degli assegnatari, o degli eredi, delle case che spesso vengono anche rivendute – dilapidando il patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica – hanno portato oggi ad una grave insufficienza di abitazioni.
I beneficiari degli alloggi AREA e del Comune spesso denunciano le condizioni precarie in cui versano le abitazioni assegnate, talvolta con impianti elettrici non a norma e quindi non sicure, con scarichi non funzionanti, infissi inadeguati e prive di riscaldamento.
L’impegno delle istituzioni verso il disagio giovanile, verso la dispersione scolastica, dovrebbero partire anche da qui, anzi, soprattutto da qui. Perché è inutile organizzare convegni e dibattiti sul tema, quando molto spesso ai ragazzi mancano le basi su cui costruire un futuro certo.
Nei prossimi decenni, a causa di condizioni lavorative sempre più discontinue e precarie e di conseguenza anche di pensioni molto basse, saranno sempre meno le persone che si potranno permettere di acquistare una casa o di pagare un affitto e ci troveremo a dover fronteggiare un numero molto più elevato di richieste di alloggi popolari.
Consegnare agli aventi diritto le numerose case vuote di cui dispone il Comune, sarebbe già un passo importante per le famiglie che aspettano da anni una sistemazione, come la riconversione di edifici pubblici ormai in disuso ad uso residenziale.
Per evitare di incentivare ulteriormente il consumo del suolo, crediamo che si debba prediligere l’acquisizione di alloggi privati da parte delle istituzioni, considerando che il 30% delle case in città risultano essere vuote, anziché la costruzione di nuovi fabbricati.
Tutto ciò, oltre ad avere un impatto ecologico minore, può essere un sostegno all’asfittica economia locale e sicuramente contribuisce ad evitare la ghettizzazione data dalla creazione di quartieri esclusivamente di edilizia popolare, favorendo l’integrazione delle famiglie in tutto il tessuto cittadino.
Crediamo che il diritto alla casa, assieme alla lotta alla povertà, debbano essere i primi punti nell’agenda dell’amministrazione comunale e regionale, affinché tutti i cittadini, tutti i bambini e i ragazzi, possano avere le stesse opportunità.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa