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Catania si mobilita per la manifestazione Eurostop dell’11 novembre

Si è svolta a Catania, presso la sede del PCI, l’assemblea di Eurostop in preparazione dello sciopero generale del 10 novembre, indetto da USB, Cobas e Unicobas, e della manifestazione di Roma dell’11 novembre, indetta da Eurostop contro le politiche antisociali e repressive dell’UE e dello stesso governo italiano.

La partecipata assemblea è stata aperta dall’articolato intervento di Antonio Allegra (Rete dei comunisti): “Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito allo sgretolamento di tutte le forme di organizzazione e rappresentanza dei lavoratori e delle masse popolari. Il tradizionale legame tra organizzazione sindacale, organizzazione politica e rappresentanza politica e istituzionale e si è interrotto. In Italia e in Europa. I movimenti più interessanti, ossia che si sono imposti sulla scena nazionale e, quindi, europea, sono tutti fenomeni spuri non corrispondenti alle tradizionali forme di organizzazione e di rappresentanza dei movimenti dei lavoratori. Dalla Grecia alla Catalogna, passando per la Brexit, i movimenti popolari sono “anomali”. Solo l’Italia non ha espresso niente di simili. Oggi occorre riprendere, nelle condizioni odierne queste, i temi della rappresentanza politica, dell’organizzazione dei settori popolari. Occorre creare una piattaforma comune, su un programma minimo ma essenziale, che rompa con i tre grandi ostacoli che permettano alla classe frantumata del lavoro, del non lavoro e del lavoro negato, di riprendersi: no all’UE, no all’euro e alla NATO. Cioè occorre rompere con le condizioni oggettive di subordinazione della classi lavoratrici. Per questo è necessario contrapporsi a questo governo, il più europeista che l’Italia possa avere: la svolta secuirtaria che l’UE ha imposto all’Italia ha l’obiettivo di prepararla di fronte alla crisi sociale che si inasprirà”.

Ha fatto seguito l’intervento di Franco Nobile (USB), che ha analizzato il ruolo del sindacalismo di base nell’attuale fase del conflitto sociale, in modo particolare, il ruolo dell’USB. Il dirigente sindacale ha riservato un ampio spazio del suo intervento al mondo giovanile, denunciando i vari aspetti del sistema capitalista che tende a narcotizzare le menti dei giovani anche attraverso l’utilizzo della tecnologia, e denunciando la gravità dell’Alternanza Scuola Lavoro: “L’Alternanza deve essere necessariamente eliminata, come tutto l’impianto della legge 107 del governo Renzi. Gli studenti non possono e non devono essere impiegati e sfruttati, così come sta accadendo adesso. Su questo argomento l’USB Scuola ha condotto e sta conducendo una dura lotta”.

Luca Cangemi (PCI) ha messo al centro del suo intervento la necessità, da parte delle classi lavoratrici, di recuperare il proprio ruolo politico: “Quando c’era il grande sindacato e il grande partito, le classi lavoratrici avevano un ruolo politico, in tutti gli aspetti delle lotte sociali. Ed è questo ruolo che necessita recuperare alle classi lavoratrici, di fronte al conflitto sociale che si fa sempre più aspro”.

Hanno fatto seguito tanti interventi, fra cui quello dello studente universitario Christian Marino (Comunità Resistente Piazzetta) e quello della professoressa Claudia Urzì (Coordinamento nazionale USB Scuola).

Il compagno Marino, che fa parte anche dell’attivissimo MUA – Movimento Universitario Autorganizzato, ha messo a nudo l’attuale situazione che opprime l’università italiana, e l’ateneo catanese in modo particolare ed ha annunciato l’impegno della “Piazzetta” –  a cui fanno riferimento  il MUA, i LPS-Liberi Pensieri Studenteschi (studenti medi), singoli collettivi studenteschi, precari, disoccupati, artisti di strada- ricordando l’impegno  per lo sciopero generale di venerdì 10 novembre: “Pensiamo sia importante mettere al centro del dibattito politico tra chi milita, si attiva quotidianamente, o semplicemente tra chi vuole sapere e farsi un’idea, la questione per cui esiste un legame reale tra quello che è il mondo della formazione e quello del lavoro. Un legame fatto di principi chiari e specifici: precarietà, mobilità, flessibilità, incertezza, sfruttamento. Cioè la questione è: perché i medi fanno l’alternanza scuola-lavoro? Perché all’università i tirocinii e gli stage non sono retribuiti? Perché hanno levato l’articolo 18? Perché aumentano i contratti a prestazione, occasionali, voucher, il lavoro nero? Chi ha creato questa impostazione? Insomma, domande che spesso ci poniamo e alla quale vorremmo rispondere attraverso interventi di studenti medi e universitari, docenti, sindacalisti di base, attivisti politici”. 

Per discutere questi argomenti, martedì 7 novembre, alle ore 16, nell’ex Monastero dei Benedettini, il MUA, ha indetto una pubblica assemblea, “Verso lo sciopero del 10 novembre”, a cui l’USB parteciperà.

La compagna Urzì ha, fra l’altro, sottolineato l’importanza della costruzione della Federazione del Sociale – USB, “per far fronte alla frammentazione del mondo del lavoro e per dare voce e peso politico all’area sempre più estesa della precarietà.  Non è più possibile concepire l’organizzazione sindacale per i soli comparti lavorativi. Non c’è solo la lotta per il lavoro. C’è la lotta per i diritti sociali, per i servizi. C’è la lotta delle studentesse e degli studenti. C’è la questione dei senza tetto e delle case occupate. Ci sono gli sfratti. A Catania, ci sono oltre 4 mila sfratti in corso. Ci sono le sorelle e i fratelli migranti…”.

All’assemblea ha fatto seguito una cena sociale autorganizzata per raccogliere fondi per il pullman che l’11 novembre, da Catania, raggiungerà Roma per la manifestazione di Eurostop.

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