A Catania c’è una questione casa, che riguarda una larga fascia di cittadini che non riesce a pagare l’affitto, perché con scarso reddito o, addirittura, senza reddito. C’è, in questa città, come confermano i recenti dati Istat, elaborati dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, una povertà diffusa.
Catania è una città dove oltre 300mila abitanti residenti, cioè la metà della popolazione, vivono con un reddito inferiore ai 15 mila euro l’anno.
In particolare, su 165.000 cittadini, 61.000 (il 37%) può contare solo su un reddito inferiore ai 10 mila euro l’anno, e altri 21 mila (il 13%) su un reddito da 10 mila a 15 mila euro l’anno.
La disoccupazione, dai 15 ai 74 anni, colpisce il 41,6% della popolazione. E Il 40% dei giovani catanesi, tra i 15 e i 29 anni , non studia e non lavora, mentre c’è un 18% dei catanesi che vive ufficialmente senza reddito . Tutto questo, ovviamente, causa anche sfratti per morosità: nel 2016, a Catania, le richieste di esecuzione di sfratto sono state 8.478, nei primi mesi del 2018 sono previsti oltre 4000 sfratti esecutivi. In questo panorama di povertà diffusa una massa di domande per accedere al famigerato Reddito di Inclusione (REI).
A Catania ne sono attese circa 25mila. Invece, nelle graduatorie dell’IACP ci sono circa 4000 famiglie in attesa di un alloggio popolare.
A Catania ci sono 10mila case sfitte, mentre ci sono 1300 case popolari dell’IACP che risultano “occupate”: da chi?
Intanto, si trascina da novembre scorso, ormai nel silenzio più assoluto, l’ “occupazione” della navata destra della cattedrale da parte dei “disagiati”, interi nuclei familiari che vivono in condizioni assolutamente disumane: la loro casa è un sottoscala, un garage, un’auto. Oppure, ci sono nuclei familiari che hanno occupato case o edifici abbandonati, come l’edificio sito al civico 49 di via Calatabiano, occupato da circa tre anni. L’edificio, dal 2010 è proprietà di una società immobiliare e non risulta né in vendita, né in ristrutturazione. E’ solo abbandonato all’usura del tempo. La proprietà è in attesa di accedere ad un finanziamento pubblico nell’ambito di un progetto per la riqualificazione del quartiere, o di un crollo, che potrebbe giustificarne l’abbattimento e la realizzazione di uno stabile moderno? Intanto, l’Enel ha “tagliato” la fornitura di corrente elettrica, e la palazzina occupata è senza luce e, quindi, senza acqua. Gli occupanti, fra cui una donna in stato di gravidanza, sono costretti a fornirsi d’acqua alla fontana e a utilizzare le candele per la luce. E’ una situazione insostenibile!
La Federazione del Sociale USB – AS.I.A. (Associazione Inquilini Assegnatari) sostiene gli occupanti di via Calatabiano e aderisce all’appello alla solidarietà – raccolta fondi lanciato dal Comitato di lotta CASA X TUTTI “per l’acquisto di un generatore di corrente che possa riaccendere la luce e la vita nella palazzina (per donazioni contattare il 3495114774)”.
Costruiamo a Catania una grande mobilitazione sul diritto all’abitare! Abitare è un diritto – la povertà non è un reato!
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