Nel Sud, i piccoli e medi pescatori, massacrati dalla profonda crisi del loro comparto, sono in stato di agitazione e l’APMP, Associazione Pescatori Marittimi Professionali, ha in programma azioni di protesta, e la prima dovrebbe svolgersi il 24 aprile a Taranto.
Questo comparto In Sicilia coinvolge non meno di 30 mila famiglie. Dal 2000 a oggi i pescherecci siciliani si sono ridotti da circa 4500 a non più di 2500 . Delle 22 barche industriali per la pesca e il trattamento del tonno rosso ne sono rimaste appena 3, ed una è in piena crisi. Nell’intera filiera ittica siciliana , attualmente, i lavoratori occupati sono circa 30 mila: 10 mila di questi sono pescatori.
In 10 anni, si sono persi circa 20 mila posti di lavoro e il pescato si è ridotto del 40 per cento, mentre sono aumentate le importazioni del pesce lavorato dalle circa 350 aziende di trasformazione e commercializzazione , che hanno un fatturato di circa 500 milioni di euro.
In questo quadro, in Sicilia ci sono 121 porti di sbarco e una marineria fatta di microrealtà che non riescono a dar vita alle cooperative, figuriamoci ad un consorzio di cooperative.
La crisi del comparto pesca è alimentata principalmente dalle decisioni imposte dall’UE, che ha assunto nei confronti della pesca risoluzioni discriminatorie. Infatti, all’interno dell’UE emerge chiaramente la difformità di applicazione delle stesse norme in tema di politiche sulla pesca, che si traducono in vere e proprie sanzioni
Ciò ha prodotto una situazione di disparità di trattamento tra i comparti della pesca fra gli stessi Stati membri dell’UE, con gravi ricadute negative, in termini di pescato e, quindi, di posti di lavoro, per i comparti del sud Europa. Per i lavoratori del settore, per quelli siciliani in modo particolare, la continua perdita di posti di lavoro, ma anche la scomparsa di tradizioni, di intere comunità e di abitudini alimentari, marinare, mentre il pesce più consumato in Sicilia è il bastoncino di merluzzo panato e surgelato!
La Federazione del Sociale USB Catania sostiene le denunce e le azioni di protesta dell’AMPM e CHIEDE la realizzazione di un “Piano Regionale per la Pesca”, che tenga in considerazione le esigenze delle comunità marinare locali, risorse economiche e culturali per tutto il territorio dell’arcipelago siciliano.
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