Il Primo agosto, l’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha pubblicato un bando per l’assegnazione diretta di mille beni confiscati alle mafie in tutta Italia: https://www.benisequestraticonfiscati.it/news/primo-bando-anbsc-per-l-assegnazione-diretta-di-beni-confiscati-ai-soggetti-del-terzo-settore-individuati-oltre-1-000-lotti-per-un-totale-di-1-400-particelle.
Il bando, indirizzato alle associazioni, agli enti no profit e alle cooperative, scadrà il 31 ottobre, ma entro il 5 ottobre prossimo chi intende partecipare dovrà già presentare la richiesta. Questo è il primo aspetto disastroso, a cui bisogna aggiungere lo stato di salute dei beni inseriti nello stesso bando.
Nella provincia di Catania, per esempio, dove sono solo 25 i beni che l’Agenzia ha inserito, divisi in oltre 60 particelle catastali diverse (si tratta di terreni agricoli, fabbricati rurali, garage, capannoni, appartamenti e ville con tanto di piscine), non tutti i beni sottratti alla mafia sono in buone condizioni. Ci sono dei beni irraggiungibili perché hanno gli ingressi murati. Altri, addirittura, sono ancora abitati da parenti degli stessi mafiosi a cui sono stati confiscati.
“Il bando – si legge in una nota a firma i Siciliani, Giardino di Scida’ e Arci Catania – da questo punto di vista ha molte falle e criticità che saremo pronti a denunciare.
Negli ultimi anni abbiamo svolto una continua attività di monitoraggio, censimento, denuncia e proposta sui beni confiscati alla mafia, a partire dall’esperienza condivisa del Giardino di Scidà, primo bene confiscato assegnato con evidenza pubblica.
Intendiamo socializzare la nostra esperienza e costruire un percorso comune per la gestione dei beni confiscati, partendo proprio dalle tante possibilità che, nonostante tutto, il bando propone, tentando di unire associazioni, cittadine e cittadini, gruppi informali, per presentare proposte comuni. Inoltre vogliamo aiutare tutte le associazioni e gruppi che vorranno, a saperne di più sul bando e studiare insieme le modalità per finalmente restituire alla comunità questi beni confiscati alla mafia:
la mappa con i beni confiscati oggetto del bando si trova all’indirizzo www.isiciliani.it/mappa“.
Com’è stato possibile pubblicare un bando del genere contenente tutte queste evidenti criticità? L’Agenzia vuole realmente rendere i beni confiscati ai mafiosi beni comuni, oppure, in realtà, li vuole vendere ai privati, come viene “suggerito” da più parti?
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