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Catania. Cresce il numero degli sfrattati…. in Cattedrale

I “DISAGIATI”, come si qualificano nei loro striscioni, inizialmente avevano occupato pacificamente la cattedrale di Sant’Agata, convinti di trovare il sostegno da parte dell’arcivescovado. Questo non solo non si è verificato, ma, convinti ad uscire fuori dalla chiesa, si sono visti sbarrare tutti i portoni della stessa alle loro spalle. E la cattedrale, per tanti giorni, è rimasta chiusa e non ha svolto le regolari messe per impedire l’ingresso di queste famiglie,con bambini e anziani, che sono rimasti sotto la pioggia e al freddo. Da subito si è attivato un meccanismo di solidarietà e di mutuo soccorso con dei volontari che hanno portato alle famiglie cibo, acqua, coperte. Attiva fra i volontari la presenza di soggettività della comunità ebraica etnea. Da due settimane, i “DISAGIATI” si trovano “alloggiati” nella navata destra della cattedrale in attesa che le istituzioni civili, finalmente, intervengano.

– CHI SONO I “DISAGIATI”?

Si tratta di alcune famiglie e soggettività provenienti principalmente dai quartieri sud di Catania (Librino, Pigno, San Giorgio e Villaggio Sant’Agata) che dichiarono di essere senza un tetto, famiglie sfrattate o sgomberate . Molti disoccupati. Fra di loro disabili. Giovanissime donne madri. C’è anche chi ha fatto richiesta per avere una casa popolare, ma è ormai noto il caso di Catania come città dove le istituzioni politiche sono totalmente immobili sulla questione case-diritto all’abitare. Il sindaco Enzo Bianco (PD), all’inizio della protesta,  ha accusato i “DISABILI” di non essere veri sfrattati. Mentre CGIL, CISL, UIL, UGL e la stessa SUNIA in cattedrale risultano non pervenuti. Non pervenuti tutto il resto, escluso Piazzetta e USB.

– DIRITTO ALL’ABITARE: LA DENUNCIA DELLA PIAZZETTA E DELLA FEDERAZIONE DEL SOCIALE USB

“Questa dolorosa vicenda – si legge in un comunicato congiunto della COMUNITA’ RESISTENTE PIAZZETTA e della FEDERAZIONE DEL SOCIALE USB CATANIA – è il simbolo del crescente impoverimento delle classi sociali più deboli, in una città dove il 95% degli sfratti avviene perché non si riesce più a pagare l’affitto a causa della drastica riduzione del reddito, cioè la perdita del posto di lavoro di uno dei coniugi. Nel territorio del comune di Catania si contano oltre 4.000 famiglie coinvolte in procedure di sfratto, procedure in gran parte già esecutive. Agli SFRATTI si aggiungono gli SGOMBERI contro altri senza tetto, che hanno occupato singole abitazioni o edifici privati o pubblici abbandonati all’usura del tempo, e che al momento dell’occupazione “ritornano” alla mente dei proprietari pubblici o privati. Nel 2016, la Regione Siciliana ha assegnato dei fondi ai comuni considerati “ad alta tensione abitativa”, come il Comune di Catania, con lo scopo di sostenere le famiglie che hanno in corso uno sfratto, nella logica retorica dell’emergenza, in un territorio, la Sicilia, dove non esiste ancora un piano di edilizia sociale. Esiste solo l’emergenza! E per la Catania ufficiale – da quella che ha il tempo e l’interesse, con fotografi e cronisti al seguito, per inaugurare alberi di Natale nelle piazze, a quella partitica, che fino a qualche settimana fa, in tutti i quartieri, chiedeva voti e spargeva promesse illusorie, a quella del sindacato giallo, così collaborazionista da non permettersi di entrare in contatto con chi soffre di povertà, i DISAGIATI, come tutti gli altri 4000 sfrattati, sono solo una emergenza. Retorica dell’emergenza che alimenta quelle soluzioni temporanee e precarie, sulla cui base sono cresciuti i circuiti speculativi, spesso mafiosi, che condannano ad una condizione di perenne precarietà interi settori sociali di Catania”.

– UNA PROTESTA SILENZIOSA…SENZA LA “POLITICA”.   

Una caratteristica della protesta dei “DISAGIATI” è  il  silenzio, esclusi alcuni isolati episodi in cui è stato gridato “Vergogna, Vergogna!”, verso il vicinissimo palazzo municipale, e un megafonaggio in piazza Duomo sostenuto dalle compagne e dai compagni della Piazzetta. Per il resto, quasi un mese di silenzioso rumore scandito con le frasi scritte in rosso sulle lenzuala bianche che diventano striscioni. Ma non è mancata la scesa in…cattedrale della “Curva Nord”, una parte degli ultras del Catania calcio, con cori da stadio, pacchi regalo, sciarpe rossazzurre e …tanto cameratismo. “Non vogliamo essere strumentalizzati dalla politica”, continuano a ripetere con il ritmo di un tormentone i “DISAGIATI”. Ma, in realtà, “la politica” non ha perso tempo per essere presente. Mai ufficialmente. Con camuffamenti vari, anche natalizi. Non è ancora giunto il momento per l’entrata in scena, per la madre di tutte le scene “politiche”.  E in questo contesto, ovviamente, l’intervento della Piazzetta , e in modo particolare quello della Federazione Del Sociale USB , non è stato “digerito” da tutti in cattedrale: dall’arcivescovado, da alcuni volontari e anche ad alcun* “DISAGIATI”. E tutto continua a svolgersi nel pieno rispetto del manuale del silenzio, “senza la politica”, mentre il numero dei presenti all’interno della navata destra della cattedrale, accanto alla tomba di Vincenzo Bellini, cresce giorno dopo giorno, con altre realtà del disagio sociale che subisce Catania, dove i DIRITTI facilmente diventano FAVORI, in una logica alimentata da apparati clientelari, spesso, gestiti direttamente dalla MAFIA.

– 180 MILA EURO DEL COMUNE PER I FESTEGGIAMENTI DEL CAPODANNO, 400 MILA PER LA PROSSIMA FESTA DI SANT’AGATA...                           

Durante le festività natalizie, i “DISAGIATI” sono stati convocati, presso il Palazzo dei Cherici, dalle autorità preposte, che, dopo quasi un mese, finalmente, hanno chiesto di conoscere ufficialmente le richieste  dei singoli nuclei familiari e la loro posizione abitativa e lavorativa. In attesa che vengano prese decisioni che mettano fine a questo calvario, c’è stata la beffa dei festeggiamenti del capodanno che si sono svolti in piazza Duomo, dove, dai gli striscioni dei “DISAGIATI” appesi nei cancelli della cattedrale avrebbero dovuto fare vergognare anche gli stessi cittadini che sono accorsi per festeggiare il 2018. Così non è stato, purtroppo. L’amministrazione comunale ha “investito” oltre 180mila euro per questo “concerto” di fine anno, e l’unico pensiero rivolto ai “DISAGIATI” è stato quello di chiedere di togliere gli striscioni per la sera del 31 dicembre. Striscioni che non sono stati tolti, ma da parte dei “DISAGIATI” non è stata attivata alcuna forma di protesta, in perfetta sintonia con il manuale del “silenzio”…

– PS: Fra meno di un mese, arrivano i festeggiamenti legati alla patrona Sant’Agata, e dalle casse comunali usciranno non meno di 400mila euro, a dimostrazione che non è vero che non ci sono soldi: non ci sono fondi solo per le politiche sociali!

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