Si è svolto martedì sera a Catania, dopo due rinvii a causa del maltempo, il presidio-fiaccolata davanti all’Ospedale Vittorio Emanuele indetto dalla rete “Sanità al collasso. Riattivare il Vittorio Emanuele” per chiedere la riapertura dei padiglioni ancora efficienti presenti nel nosocomio chiuso due anni fa.
Presenti alla manifestazione circa cento persone (con mascherine e ben distanziate fra di loro), fra cittadini e rappresentanti di diverse organizzazioni politiche e sociali: Potere al Popolo, Generazione Già Basta, Pmli, Spazi Sociali Catania, CSP Graziella Giuffrida, PCL, Antudo, Femministore e altri. Presente il sindacato di base USB.
“Nel marzo scorso – spiega Claudia Urzì, responsabile regionale della Federazione Del Sociale USB Sicilia – all’inizio dell’emergenza Covid, l’assessore regionale alla Sanità Razza aveva preannunciato l’ipotesi che venisse riaperto come Centro Covid uno dei 4 ospedali dismessi a Catania dalla Regione Siciliana. Ovviamente, nulla di tutto ciò è mai avvenuto“.
“L’USB – continua la Urzì – ha partecipato a questa iniziativa perché si batte per la salvaguardia e la tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità pubblica; per la salvaguardia dal coronavirus dei ricoverati per altre patologie; per il diritto alle cure per tutte e tutti qualunque sia la patologia. Per Sanità pubblica e assunzioni stabili chiediamo l’avvio immediato dei lavori che possano permettere la riapertura di tutti quei padiglioni dell’Ospedale Vittorio Emanuele idonei per affrontare l’attuale emergenza“.
Al microfono (video: https://fb.watch/26_T_3zB7c/ ) Orazio Vasta, militante della Federazione Del Sociale USB Catania, ha denunciato la crescente privatizzazione della Sanità a Catania:
“A Catania chiudono gli ospedali e aprono gli ipermercati. A Catania chiudono gli ospedali e fiorisce la sanità privata. Insomma, c’è la Repubblica di San Marino ed a Catania c’è la REPUBBLICA DI SAMMARTINO!”.
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