Ieri con una manifestazione di piazza sono stati portati simbolicamente sotto Palazzo delle Aquile i pacchi regalo che anche quest’anno il Governo ci farà trovare sotto l’albero di Natale.
Sfratti, bollette alle stelle, grandi opere inutili, abolizione del reddito di cittadinanza e una serie di altri pacchi.
Restituiamo i “doni”, le priorità delle classi popolari sono altre:
Salario minimo, patrimoniale, case e diritti per tuttə.
La nostra città è in emergenza. Lo scenario natalizio, con la sua apparenza di festa, di regali e consumi, cela invece una crisi sempre più profonda per migliaia di persone: il costo della vita continua ad aumentare, e a causa dei rincari su luce, gas, carburanti e beni di prima necessità, milioni di famiglie sono state costrette a indebitarsi per utenze e affitti, a non potere pagare le bollette o ad abbassare definitivamente le saracinesche delle proprie attività commerciali. Quasi duemila persone in città sono in attesa da anni per l’assegnazione di un alloggio popolare, mentre per altri si concretizza sempre più l’ipotesi di sfratto o sgombero.
Nel frattempo, disoccupazione, sfruttamento lavorativo e abolizione del reddito di cittadinanza rischiano di esasperare sempre più le condizioni di vita degli abitanti di interi quartieri di Palermo.
Il governo Meloni si mostra sempre più deciso nell’attaccare le fasce più deboli della popolazione per favorire i privilegi di pochi, alimentando la guerra tra poveri. In uno scenario di conflitto internazionale, mentre vengono stanziati miliardi per le spese militari di una guerra che non ci appartiene, il primo pensiero del nuovo esecutivo sembra quello di abolire il reddito di cittadinanza, misura che ha permesso a circa 60 mila persone a Palermo (e quasi 230 mila in Sicilia) di innalzare il proprio tenore di vita, usufruendo dell’importo del sussidio nel proprio territorio e per spese essenziali come bollette e affitto.
Sulla stessa linea il governo regionale, che non ha dato risposte concrete a seguito delle mobilitazioni susseguitesi in questi mesi di commercianti, disoccupati, precari in attesa di stabilizzazione, percettori di reddito. In Italia, unico paese europeo in cui gli stipendi sono scesi nell’ultimo decennio, e in cui l’86% delle aziende nel 2020 aveva lavoratori irregolari o in nero, vogliamo veramente credere alla favola raccontata da Schifani, in linea con il governo Italiano, per cui bisogna tagliare bonus e misure di sussistenza dal sociale per aiutare le grandi imprese a pagare le bollette, alimentando i profitti stratosferici delle multinazionali dell’energia?
Il tentativo della politica, in sintonia con la narrazione televisiva, è quello di fare credere che il nemico sia il percettore di reddito, il fannullone, il disoccupato, il parassita. Ma noi sappiamo bene chi sono quelli che si stanno arricchendo grazie alla speculazione e alla crisi attuale: bisogna attaccare i grandi privilegi che alimentano la disuguaglianza e l’ingiustizia sociale.
Per questo la città di Palermo è scesa in piazza il 20 dicembre con una fiaccolata contro il carovita, richiedendo al Comune e alla Prefettura l’istituzione immediata di un tavolo permanente di crisi a fronte delle emergenze sociali che necessitano immediate soluzioni.
Chiediamo:
- moratoria immediata sui distacchi dell’energia elettrica.
- blocco immediato di sfratti e sgomberi.
- estensione incondizionata del reddito di cittadinanza a causa del carovita.
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