Si è svolta a Catania, nel tardo pomeriggio del Primo gennaio, davanti al carcere di piazza Lanza, la “Fiaccolata per la libertà”, manifestazione contro le violenze del sistema carcerario italiano e per chiedere la liberazione di Alfredo Cospito dal 41bis, manifestazione indetta dal gruppo “Parenti e amici dei detenuti siciliani”.
La Fiaccolata, inizialmente un presidio davanti all’ingresso centrale del carcere, a cui hanno partecipato oltre cento persone, in gran parte giovani, è iniziata con gli interventi che hanno spiegato e approfondito le ragioni della protesta. Subito dopo, il presidio è diventato un combattivo corteo che ha attraversato tutto il perimetro della struttura carceraria per sciogliersi in piazza Lanza.
In Italia, Alfredo Cospito, prigioniero politico anarchico, è arrivato ad oltre 70 giorni di sciopero della fame, oltre i giorni di sciopero della fame di Bobby Sands, il martire della lotta di liberazione del popolo irlandese, che nel 1981 non sopravvisse al 66esimo giorno nell’orribile Blocco H del carcere di Long Kesh.
Alfredo Cospito è stato condannato con l’accusa di aver fatto esplodere due ordigni nella sede di una scuola per allievi carabinieri in provincia di Cuneo.
L’esplosione, avvenuta in orario notturno, non ha causato nessuna vittima e neppure feriti e gravi danni . Eppure, lo scorso luglio, il reato è transitato dall’art. 280 c.p, ovvero “attentato per finalità terroristiche”, all’art. 285 c.p., “strage ai danni dello Stato”: si tratta del reato più grave tra quelli previsti dall’ordinamento penale italiano, reato che non è stato utilizzato neanche per le stragi di piazza Fontana o via d’Amelio!
Non solo: nel maggio 2022, ad Alfredo è stato comminato anche il regime carcerario previsto dal 41bis, il regime di carcere duro.
Ma, mentre il 20 dicembre scorso il Tribunale di sorveglianza aveva stabilito che Alfredo permane detenuto nel regime carcerario previsto dal 41bis, la Corte di Torino ha accolto la richiesta della difesa, tesa a contestare la riformulazione del reato previsto dall’articolo 285 c.p. : deciderà la Corte costituzionale.
– Il caso di Alfredo condannato al 41bis, la situazione insostenibile all’interno del sistema carcerario italiano, i continui attacchi repressivi contro le lotte che vengono dal basso, le recenti e violente cariche dei celerini contro i lavoratori in lotta per la difesa del posto di lavoro, la criminalizzazione nei confronti della povertà e tantissimo altro ancora danno il chiaro quadro della grave situazione di sfruttamento e di repressione che dobbiamo contrastare ovunque ci troviamo.
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