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Catania. Un fronte comune per il RdC e contro lo sfruttamento schiavista del lavoro

Ieri a Catania, presso la sede di USB, indetta dal movimento Disoccupazione Zero, si è svolta una partecipata assemblea per dare voce alle donne e agli uomini percettori del Reddito di Cittadinanza colpiti a morte dal governo Meloni e contro lo sfruttamento schiavista del lavoro.

Presenti all’assemblea non solo percettori del RdC, ma anche lavoratrici e lavoratori stagionali, disoccupat*, pensionat* studentesse e studenti, lavoratrici e lavoratori del Pubblico Impiego. Un’assemblea che, visto il numero sempre crescente dei presenti, si è trasferita nella vicina Piazza Iolanda proseguendo oltre le ore 21.

L’assemblea, dopo le introduzioni di Davide Cadili per Disoccupazione Zero e di Orazio Vasta per USB è proseguita con tantissimi interventi, quasi tutti con proposte di lotta, di iniziative nei quartieri popolari, di azioni eclatanti.

Forti critiche sono state mosse nei confronti delle istituzioni, in modo particolare nei confronti dell’amministrazione comunale per lo stato di totale abbandono (mancanza di energia elettrica, mancanza di acqua)in cui è stata lasciata gran parte della città durante le giornate di fine luglio che hanno registrato temperature altissime.

Come USB riteniamo che l’assemblea di ieri pomeriggio-sera possa determinare la formazione a Catania di un fronte comune delle sfruttate e degli sfruttati contro le infami politiche dei vari governi nazionali, accentuatesi con il governo Meloni, che mirano alla schiavizzazione attraverso la massima precarizzazione del mondo del lavoro.

Fronte comune delle sfruttate e degli sfruttati che risponde al Sindaco Trantino secondo il quale a Catania non esiste nessun disagio sociale, perché a Catania non ci sono proteste.

Concludendo, la risposta dell’assemblea di ieri al sindaco di Fratelli d’Italia: “Sarà nostra premura far arrivare le proteste davanti ai suoi occhi, così che possa comprendere qual è la città che governa e in quale stato di povertà e di disperazione versa la popolazione”.

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