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Amiata. Arsenico nell’acqua, ci fanno o ci sono?

Se i responsabili della salute e dell’acqua non sanno è grave, e se sanno e non dicono è gravissimo. Smentiscano con i documenti, se possono, o si dimettano.

Troppa grazia! Dobbiamo aver toccato un nervo scoperto se dopo il nostro comunicato dell’8 luglio scorso e il successivo di Acqua Bene Comune di Grosseto, a stretto giro di posta arrivano le repliche del sindaco di Arcidosso Jacopo Marini e del presidente dell’Acquedotto del Fiora Emilio Landi.

Alle nostre denunce sul trend in aumento delle concentrazioni di arsenico nell’acqua e la strana vicenda dei depuratori casalinghi sponsorizzati dal comune e dal Cosvig (con i soldi dell’Enel), le risposte sembrano non conoscere gli studi e la documentazione ufficiale relativa alla questione arsenico nelle acque dell’Amiata.

Tralasciando l’affermazione “mistica” del sindaco Marini sull’acqua che “non solo è potabile, ma anche buona”, però incentiva i depuratori per renderla “ancora migliore”, forse con un pensiero a Gesù alle nozze di Cana che la trasformò in vino?

Nel merito della questione da noi sollevata, cioè del continuo aumento dell’arsenico nell’acqua con i ripetuti sforamenti, sia il Marini che il Landi si lanciano in argomentazioni per confutare i dati e tranquillizzare il popolo: la siccità, le cause naturali della presenza di arsenico in Amiata, e comunque il rispetto delle norme e, come detto, la garanzia della bontà e sicurezza dell’acqua erogata.

Le tranquillizzanti affermazioni di entrambi hanno per noi, e dovrebbero averlo per i cittadini, l’effetto opposto perché sono in contrasto e in contraddizione -non con le nostre opinioni, che ci starebbe pure- ma con documenti ufficiali dell’Arpat, dell’Enel e, addirittura, dello stesso Acquedotto del Fiora!

Riportiamo un breve elenco di documenti che chi ha esternato dovrebbe ben conoscere, e rimandiamo al ns. sito web (https://sosgeotermia.noblogs.org/) un maggiore approfondimento:

Arpat, 20 Febbraio 2006 “Sorgenti Monte Amiata – Santa Fiora (Galleria Bassa e Galleria Alta), Arcidosso (Ente) – Monitoraggio 1999-2006”

(Allegato 11) dove di documenta che la sorgente maggiore “fino al 2001 presentava un valore medio di 3.8 μg/l e successivamente si è attestata intorno a 9,2 μg/l. All’Ente si registra nel 1999 un valore di 1.1 μg/l, mentre i dati successivi a partire dal 2002 si localizzano attorno a circa 12 μg/l”.

Acquedotto del Fiora, “Richiesta di deroga dei valori di parametro per le acque destinate al consumo umano”, fine 2003 (Allegato 12) afferma che le sorgenti Galleria Bassa e Alta “presentano tenori di Arsenico prossimi ai nuovi limiti di legge (9,7 μg/l)”… “a seguito di un progressivo aumento delle concentrazioni, particolarmente evidente negli ultimi anni” e che “se questo trend fosse confermato non sarebbe più possibile garantire il rispetto del valore di 10 μg/l”; si parla inoltre di “contaminazione di parte di fluidi idrotermali legati alle dinamiche endogene presenti in questa parte della Toscana…” “…fenomeno (che) è essenzialmente localizzato in corrispondenza dell’Amiata, sul cui margine meridionale è presente una importante attività geotermica”

Sempre Acquedotto del Fiora nelle “OSSERVAZIONI AL PROGETTO PER LA COSTRUZIONE DELLA CENTRALE GEOTERMOELETTRICA BAGNORE 4” (Allegato 14) dice che “…costituisce un elemento di viva preoccupazione per le eventuali interferenze, anche nel lungo termine, con le caratteristiche qualitative della risorsa idrica effluente dalle sorgenti di Santa Fiora” e “…considerato che la centrale in progetto si colloca nelle immediate vicinanze delle sorgenti di Santa Fiora… …si ritiene necessario rappresentare la viva preoccupazione per le possibili interazioni tra sfruttamento dei vapori geotermici e la risorsa idrica”; a confermare che la concentrazione di arsenico non possa essere “naturale”, afferma che “non ci sono elementi che indicano inequivocabilmente una derivazione dell’arsenico dalle interazioni acqua – roccia costituente l’acquifero” e “l’analisi chimica condotta su un campione di roccia vulcanica prelevato all’interno di una galleria drenante indica un contenuto in arsenico piuttosto basso che difficilmente riesce a giustificare i contenuti rilevati nella risorsa…”. Per il Mercurio si è visto che l’entrata in funzione della centrale Bagnore 3 ha, secondo Loppi (2001), fatto raddoppiare il contenuto di mercurio nei licheni vicini alla centrale (Allegato 15). E anche in questo caso certo il dilavamento delle rocce non può essere chiamato come responsabile. Viceversa, “considerato che: …nei boschi del cono vulcanico è stata accertata una concentrazione di arsenico e boro nei muschi… si potrebbe ipotizzare una relazione tra vapori geotermici che dall’atmosfera ricadono sul suolo e presenza, in aumento nel tempo, di arsenico nella risorsa idrica, nella quale potrebbe essere veicolata dalla ricarica meteorica”.

Anche l’Enel, nello Studio di Impatto Ambientale della Centrale Bagnore 4 indica dove siano le aree di maggior ricaduta dell’Arsenico e Boro emessi dalle centrali geotermiche Bagnore 3 e Bagnore 4 (Allegato 16b e 16c): proprio una delle aree di principali ricadute corrisponde alla zona di ricarica dell’acquifero che alimenta le sorgenti dell’Amiata, tra cui quelle dell’Acquedotto del Fiora. Addirittura le misure della qualità dell’aria realizzate dalla stessa Enel in punti di controllo indicano che i valori di concentrazione d’inquinanti misurati siano effettivamente da 20 a 80 volte maggiori dei valori indicati dai modelli Enel (cioè quello previsto in progetto)!

QUINDI LO STESSO ACQUEDOTTO DEL FIORA DICE CHE L’AUMENTO DELL’ARSENICO NON PUÒ VENIRE DAL DILAVAMENTO DELLE ROCCE E INDICA NELLE RICADUTE DALLE CENTRALI PROPRIO UNA DELLE POSSIBILI CAUSE.

Chiediamo ai diretti interessati di smentirci e di dire ai cittadini, dati alla mano, la verità sullo stato dell’acqua, della sua qualità e delle prospettive. Altrimenti si dimettano.

Link alla notizia approfondita:

https://sosgeotermia.noblogs.org/2017/07/15/amiata-acqua-e-arsenico-ci-fanno-o-ci-sono/

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