È passato un quarto di secolo da quando cominciammo l’avventura del circolo agorà.
Iniziammo in tempi bui. Nel 1994 Berlusconi si affermava per la prima volta alle elezioni politiche nazionali, segnalando un primo grave smottamento nella nostra società, messasi alla ricerca dell’“uomo della Provvidenza” a cui consegnare le sorti di un paese alla deriva.
Dopo tutto questo tempo le lancette della Storia sembrano aver fatto ulteriori passi indietro. Neutralizzato dall’inconsistenza del suo progetto politico e da una marea di scandali e processi, il cavaliere ha ceduto il passo ad altri “fenomeni politici”. Prima Matteo Renzi, poi Beppe Grillo, sino ad arrivare all’altro Matteo, quel Salvini che incarna una svolta a destra del paese che non promette niente di buono per il futuro.
In questo lasso di tempo la vita di una associazione culturale come la nostra, che affonda le sue radici culturali, sociali e identitarie nel solco di chi si è sempre battuto per una società emancipata dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sulla natura, non è stata facile.
Più di una volta abbiamo dovuto rialzarci da attacchi politici delle Istituzioni locali, da aggressioni fasciste e razziste, da crisi economiche che hanno messo in discussione la nostra stessa sopravvivenza. Ma non ci lamentiamo certo per questo. Viviamo in uno stato di precarietà esistenziale che condividiamo con molte altre associazioni, ma soprattutto con milioni di persone che subiscono le conseguenze di una crisi economica e politica ben lungi dall’essersi conclusa.
Poniamo piuttosto una domanda retorica a chi legge queste brevi note: se dopo 25 anni ci troviamo di nuovo a dover fare i conti, anche a Pisa, con forze dichiaratamente reazionarie, xenofobe e razziste, che alle elezioni amministrative fanno il pieno di voti nei quartieri popolari e ora governano anche la nostra città, a chi addossare gran parte della responsabilità politica di questo successo?
Noi una risposta l’abbiamo data, e non negli ultimi mesi, ma durante tutto il percorso che abbiamo fatto in questi lunghi anni, durante i quali ci siamo dovuti misurare, polemizzare e scontrare con le politiche di governi nazionali e amministrazioni locali di “sinistra” che hanno sempre rincorso la destra sul suo terreno, in termini di politiche economiche, securitarie, sociali e culturali.
La “sinistra di governo” è sempre stata più realista del Re, importando entusiasticamente nel nostro paese le politiche recessive e antipopolari imposte dall’Unione Europea, che impediscono – con il pareggio di bilancio in Costituzione e i patti di stabilità locali – di utilizzare le risorse pubbliche per politiche sociali e culturali a favore delle maggioranze.
Alla fine, tra la fotocopia e l’originale vince sempre l’originale!
Nonostante questo clima politico nazionale e locale, siamo riusciti in tutti questi anni a proporre alla città migliaia di eventi culturali, ospitando artisti, scrittori, intellettuali, pittori, poeti, attori e cineasti di tutto il mondo.
Proponiamo da sempre percorsi formativi in grado di dare risposte ad un diffuso bisogno di sapere e di socialità.
Ci siamo dotati di una Biblioteca, dedicata ad Andrea Fisoni,un caro compagno che ci ha lasciato prematuramente. Una Biblioteca che raccoglie un patrimonio di oltre 7.000 volumi a disposizione della collettività.
Abbiamo costruito campagne contro la militarizzazione del nostro territorio e contro le aggressioni belliche verso altri popoli a noi vicini.
Siamo sempre stati al fianco dei popoli in lotta per la propria indipendenza ed emancipazione, da Cuba al Venezuela, dalla Bolivia al Nicaragua, dalla Palestina al Kurdistan.
Siamo stati una sponda per i movimenti sociali e politici.
Oggi siamo vicini al progetto di Potere al Popolo! perché crediamo che a noi, come a milioni di altri poveri come noi, manchi una rappresentanza politica, indispensabile per portare avanti le nostre idee e progetti, altrimenti rimarremo in balia di sempre nuovi “uomini della provvidenza”.
Abbiamo sempre affiancato le lotte dei lavoratori, dei disoccupati, dei senza casa, dei migranti e richiedenti asilo, dei pensionati, di chi è abbandonato dalle Istituzioni.
Non ci siamo mai fermati, e non ci fermeremo certo adesso. Nei limiti delle poche risorse che abbiamo, continueremo a proporre le nostre idee attraverso nuove proposte culturali e sociali, sempre dalla parte dei dannati della terra.
Parafrasando un famoso motto di Ernesto “Che” Guevara, continueremo il nostro duro cammino senza mai perdere la tenerezza.
Chiunque voglia darci una mano sa dove trovarci, le nostre porte sono spalancate!
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