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25 aprile a Pisa, in strada nonostante i controlli e le intimidazioni delle forze dell’ordine

Un 25 aprile anomalo quello del 2020.  Festeggiare la Liberazione in cattività è un evidente ossimoro, che in tanti hanno rotto in tutto il paese, subendo azioni repressive di vario tipo e pesantezza. Siamo venuti a conoscenza di casi eclatanti, come quello milanese, grazie alle riprese di chi assisteva da casa, oppure dai social per altri casi non portati alla ribalta dai mass media.

Vi raccontiamo invece quello che è successo in un quartiere periferico della nostra città, nel quale per l’occasione singoli antifascisti e militanti di Potere al Popolo si sono messi di fronte a casa loro per cantare “Bella Ciao” e altre canzoni popolari, coinvolgendo nei cori altri vicini affacciatisi alla finestra o sul ciglio della strada, davanti ai portoni delle proprie abitazioni.

(Un brevissimo video di quel momento: https://www.facebook.com/poterealpopoloapisa/videos/689696515125968/ )

Alcuni occhiuti e solerti rappresentanti dei carabinieri in giro di perlustrazione, di fronte al gioioso momento di socialità, sono scesi dalla volante e hanno tentato di impedirne la prosecuzione, accampando motivi di salute pubblica. Di fronte al diniego di tornare a casa da parte degli antifascisti, hanno tentato di motivare la loro richiesta di cessare i canti e la presenza di fronte alle case per l’assenza di mascherine di alcuni dei presenti.

Come sappiamo, è la carenza di mascherine, esaurite nelle farmacie poche ore dopo la distribuzione gratuita, che impedisce a molti di per poter adempiere alle prescrizioni della Regione Toscana. Nonostante questo piccolo particolare sia stato evidenziato dagli astanti, i rappresentanti delle forze dell’ordine hanno tentato di impedire comunque la commemorazione della Liberazione dal nazi fascismo. Di fronte alla volontà degli antifascisti di continuare ad intonare canti e a sventolare le proprie bandiere, i carabinieri, con fare intimidatorio, hanno iniziato a prendere nota dei numeri civici delle abitazioni, pur non chiedendo i documenti a nessuno.

Ci auspichiamo che questa infelice “operazione di polizia” sia solo il prodotto di un eccessivo atteggiamento zelante di questi militi. Difficile sarebbe giustificare qualsiasi postuma azione repressiva. Altrimenti difenderemo in ogni forma possibile i nostri militanti e gli antifascisti coinvolti.

Ciò che emerge, da questo e da migliaia di altri casi di controllo e repressione avvenuti in questi mesi di clausura obbligatoria, è il pessimo clima da Stato di Polizia che si sta determinando nel paese, contro il quale facciamo appello ai sinceri democratici, agli antifascisti e a tutti i cittadini.

Il 4 maggio altri 3 milioni di lavoratori torneranno ad affollare fabbriche, cantieri e uffici. La mobilità in questo caso sarà garantita, nonostante la pandemia non sia stata messa sotto controllo, con tutti i rischi che l’intera comunità sarà costretta a correre.  La stessa mobilità non viene permessa a chi vuole scendere in piazza per ricordare la Liberazione dal nazi fascismo o difendere i propri diritti politici e sociali. Una situazione da risolvere al più presto, tornando a manifestare, nel solo rispetto della salute comune, non certo della volontà di un sistema di governo che la salute ce l’ha tolta a tutti!

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