La polemica sui partigiani lanciata da Boschi, il sostegno che le hanno dato prima Renzi e poi Napolitano, non sono sbandate, errori di nervosismo, ma precise scelte di organizzazione della campagna di regime per il Si alla controriforma della Costituzione.
RIcordiamo che Renzi e Boschi hanno affermato che se perdessero se ne andrebbero a casa. Rigore e onestà intellettuale? Ma non scherziamo. I due hanno semplicemente fatto sapere ai palazzi che li hanno messi lì che la partita costituzionale va giocata fino in fondo e che tutte le risorse vanno spese per vincerla. Guarda caso il Fondo Monetario Internazionale è subito uscito con un foglio di propaganda per il governo Renzi, dove si ammette che ci vorranno almeno dieci anni per tornare ai livelli pre crisi, ma intanto si elogiano le “riforme” .
Ma soprattutto la tromba di Renzi ha chiamato a raccolta tutto il sistema di potere politico mediatico. Guardate che se perdo cado e con me cadete anche voi, ha detto il presidente del consiglio a tutti i soci, e agli aspiranti tali, della sua cordata. E così mass media e araldi di regime si sono scatenati. Dopo il proclama Boschi, i giornalisti fedelissimi, dal Resto del Carlino al Corriere della Sera a La Repubblica, si sono buttati alla ricerca del partigiano vero che voti sconfessando il No dell’ANPI.
Napolitano, che ha passato tutta la sua presidenza a ignorare e violare i principi di fondo della Costituzione, ora si dichiara offeso per le critiche. Nei prossimi giorni assisteremo alla ricerca di autorità offese dall’accusa di voler smontare la Costituzione. Intanto il Si è la sola voce sempre presente sui mass media, mentre il No compare ogni tanto in spazietti preconfezionati, solo per far ancora credere che siamo una democrazia. I rettori delle università, rinverdendo il servilismo delle istituzioni della cultura e della scuola che c’era sotto il fascismo, offrono le aule ai comizi dei ministri e se qualcuno interviene dando fastidio, gli tolgono la parola.
La campagna del trio Renzi Boschi Napolitano è già una pratica applicazione della nuova costituzione autoritaria, prima ancora che essa sia approvata dal voto; è una campagna che serve ad abituarci al regime fin da ora. Se vogliamo difendere la Costituzione antifascista, quella per cui sono morti i partigiani 70 anni fa, dobbiamo mobilitarci ben più di quanto abbiamo fatto finora. Sono loro che ci offendono con ogni loro parola, bisogna reagire.
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