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Brexit? Tutta colpa dei vecchi e dei poveri…

“A perderci ancora una volta sono le nuove generazioni. Quelli che poi sono davvero influenzati dal risultato del voto. E non coloro che massicciamente hanno votato dall’alto delle loro pensioni, dei loro ricordi di gioventù e dai cuscini di un divano al di fuori del mondo e del futuro.

Secondo i dati di Yougov , ben il 75 per cento dei britannici tra i 18 e i 24 anni ha votato per restare all’interno dell’Unione. E così pure chi non è al tramonto del proprio futuro ma in molti casi solo all’inizio della propria carriera: i cittadini tra i 25 e i 49 anni. Entusiasta per l’uscita è invece la maggioranza degli over 50: al 44 per cento per il restare coloro che hanno tra i 50 e i 64 anni, solo al 39 gli over 65.

Che poi, scorrettamente viene da chiedersi: ma perché far votare chi ha più di 65 anni sulla direzione che la nazione dovrà intraprendere nel futuro? Perché obbligare i più giovani a pagare gli errori dei più vecchi? La risposta è tanto banale quanto brutale. Perché ai più anziani la questione Brexit interessa e molto.

Perché si ricordano di quando la Gran Bretagna era ricca, temuta e omogenea (con lo status dei non britannici delle colonie molti gradini al di sotto dei britannici, certo non paritetico come impone oggi l’Europa) e lì vogliono tornare, indipendentemente da quello che fa il resto dell’Europa o del mondo”.

Uno sguardo alla ricerca condotta da Ipsos/Mori sul progetto Generations e diventa chiaro come i giovani di oggi siano molto meno in favore di lasciare l’Europa di quanto non lo siano i loro genitori oggi o, persino, di quanto non lo fossero alla loro età. Tantomeno sono interessati a ridurre i poteri dell’Unione europea. Per loro lo status quo va benissimo. Probabilmente perché sono nati e cresciuti in un mondo radicalmente diverso. Di cui sono parte integrante e integrata.”

Federica Bianchi da http://espresso.repubblica.it/

 

Quello che abbiamo riportato qua sopra è uno degli innumerevoli contributi che la stampa mainstream italiana ed europea ha dedicato in questi ultimi giorni alla vittoria del no all’Unione Europea registratosi nel voto di giovedì in Gran Bretagna. Una vera e propria campagna stampa, una operazione ideologica martellante e capillare tesa a mettere le diverse generazioni l’una contro l’altra per difendere un castello di carte – l’Unione Europea – che le classi dirigenti continentali vedono traballare sempre più, anche se in realtà l’uscita di Londra dall’Europa a 28 potrebbe rafforzare i 27, o 25, o 22 paesi rimanenti, creando un’Unione più coesa, più omogenea, più competitiva. E quindi più pericolosa per i popoli che la abitano e per quelli che ricevono le sue “attenzioni”.

Il messaggio di questo come di altri numerosi articoli è che i vecchi hanno rovinato i giovani. Come? Non si spiega. Un po’ come i banchieri, i megaimprenditori, i manager e i politici di ogni colore tentano di far credere ai giovani che se non avranno la pensione è colpa del fatto che i loro padri e le loro nonne hanno goduto di uno standard di vita superiore alle loro possibilità, e che per dare una pensione e un’assistenza alle vecchie generazioni occorre tagliare quelle delle nuove. Mica gli stipendi dei manager pubblici o i vitalizi dei parlamentari, no. Mica i miliardi pubblici spesi per ripagare un debito per lo più privato, mica quelli investiti nei caccia bombardieri o nella Tav. No, le pensioni e i salari dei giovani. Invitati, per sopravvivere, a chinare la testa nei confronti del sistema economico e delle sue storture, ma a sgomitate con i propri simili e a fare le scarpe a chi ha qualche anno di più.

L’articolo qui sopra cerca di proporre, almeno implicitamente, anche una soluzione: perché far votare i vecchi? Che se ne stiano a casa e che lascino decidere ai giovani, ai laureati, agli informatissimi hipster che popolano i localini dei quartieri popolari gentrificati (o almeno, informati in teoria, visto il boom di ricerche su google a proposito di che cos’è l’Unione Europea che ha seguito la diffusione dei risultati del voto britannico).

La verità è che invece, in Gran Bretagna, a casa sono rimasti quella maggior parte dei giovani che secondo questa campagna stampa sarebbero stati defraudati del proprio illuminato e brillante futuro europeista da stuoli di vecchi rincoglioniti, nostalgici e pure egoisti. Oltre che, aggiungono altri giornali e vari esponenti politici, da quegli abitanti delle periferie e delle province brutti, sporchi, cattivi e pure ubriaconi.
Secondo le inchieste infatti è vero che la maggior parte dei giovani elettori britannici, anche inglesi, avrebbe votato a favore del ‘remain’, ma è anche vero che il tasso di partecipazione è stato più basso tanto più bassa era l’età degli elettori. Tra coloro che hanno tra i 18 e i 24 anni al voto ci sono andati davvero in pochi, segno che probabilmente tutto questo attaccamento per l’Unione Europea e per i suoi miracoli è davvero debole. Oppure che, pur credendo nelle sorti progressive dell’unificazione capitalistica dell’Europa, non si sono sentiti così responsabili e partecipi da scomodarsi per andare ad infilare la scheda nell’urna.

Di seguito alcuni brevi interventi su questa lettura classista del voto britannico che sembra unificare la maggior parte dei media in queste ore.

 

(Marco Santopadre)

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Avremo tempo per analisi più approfondite del voto britannico e delle sue conseguenze. Permettetemi qui di esprimere il mio disgusto per la campagna razzista contro i poveri, gli operai e perché no gli anziani, colpevoli di aver votato la Brexit. Questa campagna riprovevole è oggi scatenata dalla élites della informazione e della propaganda e dal regime finanziario che le ha messe lì dove stanno. Gli operai brutti, sporchi, ubriaconi, razzisti. I vecchi che hanno tradito i loro luminosi nipoti. E soprattutto come diavolo si permettono i poveri di votare contra l’Europa senza avere il reddito e l’istruzione sufficiente per poter capire? Come si fa a fare un referendum su un tema così importante, sul quale è impegnata la crema del continente?

Questi e altri concetti simili non li trovate su qualche foglio reazionario che rimpiange la monarchia assoluta e i privilegi dei nobili, ma sui grandi quotidiani nazionali schierati con il politicamente corretto e con il bon ton europeo. La Repubblica, house organ di Renzi secondo D’Alema, è il fulcro di questa campagna. Questo quotidiano esalta i giovani europeisti dell’Erasmus, in contrapposizione ai vecchi operai che hanno perso il posto per le delocalizzazione e che evidentemente sono considerare danni collaterali inevitabili . Gli studenti europeisti cambieranno presto idea sulla Unione Europea. Non appena scopriranno di persona la ferocia della precarietà e delle privatizzazioni, capiranno quanta ragione e saggezza ci sia stata in quegli operai che hanno rifiutato il governo della Troika.
Ma i guasti di questa propaganda di disprezzo verso i poveri rischiano di durare di più.

Volete dare il voto alla feccia? Così dicevano ricchi e nobili che si opponevano al suffragio universale (maschile). Ecco quando la stampa cosiddetta democratica parla come i vecchi baroni e la sinistra ufficiale di palazzo gli va dietro, non ci si può stupire se le destre xenofobe poi egemonizzino la protesta dei poveri e degli operai. Se le sinistre abbandonano il loro popolo, questi si rivolge ad altri.
È giusto combattere con tutte le forze il razzismo verso i migranti e la sporca politica che lo alimenta. Ma è altrettanto giusto combattere il razzismo contro i poveri e l’ipocrisia per bene e giovanilistica che lo alimenta per conto della finanza e delle multinazionali.

 

Giorgio Cremaschi

 

*** *** ***

Insomma, a rovinare i giovani europei, senza lavoro, senza futuro, ecc. ecc. sono stati i nonni, i vecchi sessantenni e settantenni, quelli che hanno fatto le lotte negli anni ’50, ’60 e ’70 per i diritti del lavoro, per le pensioni, per la salute, per la scuola pubblica per tutti!

Insomma ora c’è qualcuno che sta raccontando ai giovani che quelle lotte, e le conquiste che ne derivarono, erano un puro atto di egoismo, che quei vecchi incolti quelle cose le volevano solo per sé, infischiandosene delle generazioni future!

Invece, le classi dominanti, la finanza internazionale che ha gettato con le sue speculazioni tutto il mondo occidentale in una crisi che poi vuol risolvere distruggendo tutti quei diritti e lo stato sociale dei nostri paesi, no, loro non sono i responsabili!!! Infatti se ne stanno ben nascosti, tacciono, mentre si sono messi a lavoro gli scribacchini di tutto il sistema mediatico del continente. Con molta soddisfazione dei più beceri tra nazionalisti, leghisti, fascisti vecchi e nuovi che useranno tutto e il contrario di tutto per lucrare sui disatrosi effetti delle politiche liberiste e antipopolari degli attuali padroni dell’Europa.

Ma di questo non si parla, delle politiche devastanti del capitalismo liberista che ci domina non si dice una parola, e si manipola ancora una volta la legittima e comprensibile preoccupazione delle generazioni giovani, che si affacciano sul futuro buio e senza diritti che questi signori hanno preparato per loro.

Per intanto, tagliando tutti diritti e le conquiste sociali che i nonni avevano conquistato, pensando di assicurare un mondo migliore per le generazioni future!!!

Mala Tempora Currunt!

 

Paola Pellegrini

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2 Commenti


  • Stroszek

    Leggo dall’intervento di tale Federica Bianchi (L’Espresso): “ma perché far votare chi ha più di 65 anni sulla direzione che la nazione dovrà intraprendere nel futuro?”

    Mi sa che un’occhiata al target dell’elettore medio del PD qua in Italia regalerebbe non poche sorprese ai repubblichini/espressi di ogni ordine e grado…


  • Angelo

    Sicuramente un articolo interessante.
    Vorrei però far notare che le motivazioni dei principali partiti promotori del “Brexit” non erano legate a critiche alla Troika, bensì si basavano sulla xenofobia. E’ per questo che l’esito viene definito populista.
    Motivazioni per criticare l’UE ce n’è, ma non vuol dire che tutti coloro che la criticano abbiano delle buone motivazioni.
    http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-06-17/brexit-le-cinque-ragioni-due-fronti-leave-e-remain-155154.shtml?uuid=ADxqW2dre

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