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“Abbiamo fatto male a non ripulire le istituzioni dai fascisti”. Parla il partigiano “Eros”

Il Comune di Revine Lago si trova lungo la strada provinciale della Vallata che da Vittorio Veneto arriva a Follina e da lì prosegue a destra fino a Valdobbiadene e a sinistra fino a Pieve di Soligo. A fondovalle, sulla destra, è situato il lago di Revine. Sulle Prealpi che sovrastano la Vallata erano dislocate, durante la guerra partigiana, tre Brigate della Divisione Garibaldi “Nino Nannetti”. Grande è stato il tributo di sangue pagato da questa terra in nome delle libertà democratiche. Vivo è ancora oggi il ricordo dei partigiani caduti e dei militari catturati dai tedeschi sui vari fronti di guerra e morti nei campi di concentramento in Germania.

Partigiani: LOSEGO Luigino di Angelo, Medaglia d’Argento al V.M. – PIOL Mario di Antonio, Medaglia  d’Argento al V.M. – GANDIN Giuseppe di Angelo, Croce di  Guerra al V.M. – GRAVA Armando di Antonio – PIOL Giovanni di Alessandro – TOLLOT Ettore di Giuseppe.

Militari: CARLET Valentino di Valentino; DE NONI Giacomo di Antonio; MEL Pietro di Domenico; MOZ Ernesto di Luigi.
Proprio il lago di Revine è stato testimone della manifestazione neonazista “Ritorno a Camelot 2016”. Il partigiano Umberto Lorenzoni, nome di battaglia “Eros”, commissario della divisione partigiana nel Battaglione “Nino Nannetti”, oggi Presidente dell’ANPI Treviso, aveva sollecitato, in merito, l’intervento della questura di Pordenone, ricevendo garanzie che, al minimo cenno di saluto fascista, gli agenti sarebbero intervenuti per identificare l’autore e denunciarlo. A Treviso, invece, si è sentito dire che in Italia tutti hanno diritto di parola. In barba alle assicurazioni ricevute, la manifestazione è terminata con la sconcertante foto ricordo dei bambini, figli di manifestanti, che esibivano il saluto fascista.

Nell’intervista che segue, tutta la rabbia, l’indignazione, ma anche la volontà di reazione di Umberto Lorenzoni.

Che effetto fa a un partigiano che ha messo a repentaglio la propria vita per la libertà vedere il saluto nazista esibito da bambini?

“Un primo sentimento che ho provato a vedere quella fotografia è stato di rabbia. Poi con la mente ho rivisto i volti dei bambini ebrei che venivano condotti dai nazisti ai forni crematori e, infine, mi sono interrogato sugli errori che abbiamo commesso subito dopo la liberazione nel non ripulire le pubbliche istituzioni dai fascisti i cui eredi vi si annidano ancora”.

Cosa ne pensi del comportamento delle istituzioni in questa fase di riaffermazione del fascismo e del nazismo in Europa?

“Le istituzioni della Repubblica democratica Italiana hanno gli strumenti legali per combattere il neofascismo: la XII norma transitoria della Costituzione – la Legge Scelba – la Legge Mancino.  Quando si proibisce qualcosa, ma non si controlla se il divieto viene rispettato, è come autorizzarla o peggio incoraggiarla ( mi pare che questa sia una frase pronunciata da Richelieu e comunque si adatta bene alla situazione che stiamo vivendo). È questo, purtroppo, il comportamento attuale delle nostre Istituzioni”.

Come mai le istituzioni tollerano i rigurgiti fascisti in Italia?

“Mi domandi come mai le Istituzioni tollerano i rigurgiti fascisti in Italia? La risposta non può essere che una: nelle nostre istituzioni si annidano ancora molti orfani del fascismo. La buonanima di Andreotti usava dire: a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.

Secondo te la nostra Costituzione è ancora un bastione contro la recrudescenza del fascismo in Italia?

“Sì! La nostra Costituzione, malgrado in questi ultimi anni sia stata sottoposta ad ogni sorta di stravolgimento, è ancora in grado di farci riprendere il cammino interrotto negli anni settanta. Allora, con il sistema economico misto, dove i settori produttivi pubblico e privato avevano uguale importanza e dignità, l’Italia cresceva del +5% l’anno, il debito pubblico veniva contenuto  sul 60%  del PIL e la disoccupazione era del 6/7%. Al primo posto dell’agenda politica c’era l’obiettivo della massima occupazione e la realizzazione di uno stato sociale in grado di assicurare un’equa redistribuzione della ricchezza prodotta. Poi s’incominciò a parlare di modernizzazione, iniziò a soffiare il vento del liberismo economico e, con tangentopoli, si buttò, assieme all’acqua sporca, anche il bambino dell’economia mista che aveva portato il nostro Paese a essere la quinta potenza economica del mondo industrializzato”.

Cosa si può fare, di fronte all’inerzia delle istituzioni, per contrastare il neo-fascismo?

“La battaglia del contrasto al neofascismo sarà lunga e difficile. Dobbiamo innanzi tutto scuotere dal torpore le forze assopite della sinistra. L’opinione pubblica è sempre più diffidente e vittima di un’informazione al servizio dei nuovi poteri. Dobbiamo ritornare fra la gente, batterci contro le ineguaglianze sociali, che diventano sempre più pesanti e insopportabili. A forza di gridare contro le ideologie ci siamo ritrovati con l’ideologia più vecchia del mondo: lo sfruttamento del lavoro. Abolito l’articolo 18, non si parla più della dignità del lavoro eppure, se non si riparte da lì, dal diritto ad un lavoro dignitoso, non si va da nessuna parte. Dobbiamo ritornare nella scuola, che è sicuramente un nodo decisivo per ricreare una coscienza antifascista. Nella nostra storia, noi italiani raramente siamo stati in grado di affermare la nostra dignità di popolo e di riscattarci, eppure qualche volta ci siamo riusciti, come durante la guerra partigiana di Liberazione dalla quale è nata la Costituzione repubblicana e antifascista del 1948. Incominciamo a salvarla, nei suoi principi fondamentali, con un bel NO al prossimo referendum! Sarà certamente l’inizio di un nuovo e lungo cammino!!!“

* Ross@ Verona

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