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Roma. Sulla Giunta Raggi un primo “bilancio popolare”

Sono passati poco più di due mesi dall’insediamento della nuova giunta comunale ma già si avverte il rischio di un appannamento della forte spinta al cambiamento che ha portato la Raggi alla guida della città. Bersagliata da una violenta e vergognosa campagna di stampa del Corriere della Sera, del Messaggero, de La Stampa e da tutti i telegiornali Rai, la giunta Raggi si è trovata a dove gestire una situazione complicata ma prevedibile. Era infatti inevitabile che il blocco di interessi prosperati trasversalmente intorno ai poteri forti avrebbe cercato sia di condizionare che di boicottare la nuova giunta.
Le dimissioni di questi giorni di una vera e propria cordata costituitasi attorno alla figura del superassessore al Bilancio ed alle aziende partecipate ed il riaffermarsi di un gruppo più vicino alla sindaca ma già compromesso con le passate amministrazioni (e forse però più disponibile al dialogo con il consiglio comunale) sembrano disegnare un quadro dove domina la navigazione a vista. Qual è l’oggetto del contendere? Il programma è a rischio e verrà modificato? Questa giunta è in grado di difendere fino in fondo il carattere pubblico delle aziende dei servizi, di bloccare la cementificazione, di riaffermare il diritto all’abitare, di fermare gli appetiti delle cordate finanziarie e degli immobiliaristi, eterni padroni della città? E soprattutto sarà in grado di dare segnali forti e risposte concrete alle periferie?
Dietro gli attacchi e le manovre di questi giorni che hanno un vago sapore cileno (ricordate il tristemente famoso sciopero dei camionisti che mise in ginocchio il paese?) ci sono sia un mandante politico – il PD sonoramente sconfitto e in crisi di credibilità – che un mandante affaristico (le lobbie che puntano a continuare a fare affari sui rifiuti, sui trasporti, sui servizi e sulla cementificazione prevista con le Olimpiadi e a Tor di Valle). Ma la preoccupazione è che la loro longa manus arrivi fin dentro la nuova amministrazione, riuscendo a condizionarne l’azione di governo e a portarla ad entrare in contraddizione con le aspettative suscitate in campagna elettorale e con il suo programma per Roma.
Certo, la nuova amministrazione è carente di personale tecnico per far funzionare la macchina e si è trovata pertanto a dover ricorrere a dirigenti che non hanno alcuna relazione con il programma del M5S. Ma allora diventa ancora più decisivo il ricorso alla pressione sociale, ai poteri che si producono in basso e che possono condizionare, dalla parte giusta, il governo della città. Sottovalutare il ruolo che può svolgere la mobilitazione popolare a sostegno della discontinuità nella subordinazione ai poteri forti è l’errore più grande che potrebbe fare la giunta Raggi, finendo per subordinare le scelte politiche a quelle meramente tecniche (che poi esclusivamente tecniche non sono mai).
Per questi motivi e perché sentiamo messa seriamente a repentaglio la possibilità di un cambiamento vero che i cittadini romani chiedono da tanto tempo, la Carovana delle Periferie propone di costruire una grande consultazione di massa, pubblica e popolare a 100 giorni dall’insediamento della nuova giunta. Un appuntamento da realizzare in Campidoglio nel quale mettere a nudo i risultati fin qui ottenuti e avanzare le proposte adatte per aggiustare il tiro o eventualmente invertire la rotta.
Prima che di merito quella che avanziamo è una proposta di metodo. La discussione sul bilancio del lavoro svolto occorre farla non solo in Consiglio comunale ma tra i cittadini e i movimenti sociali. E’ lì che la giunta può trovare la forza, se vorrà, per contrastare e respingere l’assalto dei vecchi poteri ed è lì che deve continuamente tornare per confermare periodicamente la legittimità del proprio operato. Per questo proponiamo che all’incontro siano presenti anche la giunta e i consiglieri comunali e municipali.
Per costruire questo appuntamento, che nelle nostre intenzioni vuole essere anche una chiamata alla mobilitazione, c’è bisogno dello sforzo congiunto di tanti soggetti. Scegliamo e proponiamo la data del 6 ottobre poiché simbolicamente si colloca proprio a ridosso della decisione di Roma sull’organizzazione delle Olimpiadi 2024. E invitiamo tutte le realtà sociali, sindacali e associative attive nella città a partecipare alla prima riunione/assemblea preparatoria per il giorno 14 settembre alle ore 18 (il luogo verrà comunicato quanto prima)

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17 Commenti


  • Francisco

    Adesso ci mettiamo pure a sponsorizzare una sindaca uscita dal cilindro di Previti e Casapound?

    Auguri…


  • silvio

    Devi avere informazioni di prima mano per affermare una cosa simile, dove le hai reperite?


  • stefano macera

    "Certo, la nuova amministrazione è carente di personale tecnico per far funzionare la macchina e si è trovata pertanto a dover ricorrere a dirigenti che non hanno alcuna relazione con il programma del M5S"…ma sarà poi vero? il programma con cui Raggi è andata al governo della città era incredibilmente generico, tanto da non prevedere – per dirne una – nessun meccanismo di fuoriuscita da "Mafia capitale" (mai vi si alludeva alla ri-pubblicizzazione dei servizi).


  • Francisco

    @ Silvio

    Tranquillo, sono uno che lavora di fantasia.


  • Giovanni

    Il programma con cui Raggi è andata al governo è stato spinto anche da una parte della sinistra romana. Si è attivata nel sindacato di base e nel movimento per disarticolare il potere del PD ed avere una possibilità di confronto con la nuova giunta. Ad essere ambigue, da parte del M5S o della Raggi, sono le nomine che invece provengono da una storia politica molto più moderata. Sicuramente la sindaca, tramite la Muraro, ha tentato di trovare una quadra, come nel caso della revoca dell'incarico a Lopes in Ama, ma più in generale sembra aver dato spazio ad una corrente di destra benvoluta anche da Di Maio. Sarò malizioso ma non ci vedo un atteggiamento sprovveduto in tutto questo. Bensì un tentativo di tenere a bada un attivismo (quello che realmente si è dato da fare in campagna elettorale) di sinistra con una dirigenza di verso opposto. Questo perché il governo di Roma profilerà quelle che saranno le scelte nella politica del paese. Insomma oltre al bombardamento dei poteri forti potrebbe esserci un opprotunismo di partenza che per ora stanno pagando caro. 


  • marco

    cioè paragonare virginia "previta" raggi a salvador alliende non è un pò offensivo?

    offensivo per alliende intendo.

    Guardate se con tutta onestà, la si poteva supportare in chiave anti-pd, il voler fare affidamento su questo frankenstain politico di gianniniana memoria è più ottuso e incomprensibile.

    è dannoso.

    Non è una vergognosa calunnia del PD (che di loschi figuri se ne intende) il fatto che la neosindaca sia formata e cresciuta negli studi legali di previti, nè è invenzione che il nome di de dominicis che in questi giorni sta circolando insistentemente provenga dagli stessi ambienti.

    Per pudore poi stendiamo uno, anzi due veli pietosi, sugli ambienti da cui provengono l'assessora muraro e il vice capo di gabinetto marra.

    Anche queste non sono invenzioni del PD, ma tristi realtà che però ben si prestano ad essere strumentalizzate da chi è a corto di ossigeno per poter dire il più pulito c'ha la rogna.

    E a giudicare dal caravan serraglio che la sindaca si porta dietro, qualche verità nelle leggende c'è….

    A questo punto è ben chiaro che cercare la scorciatoia cinque stelle per risolvere gli innegabili problemi di rappresentatività dei ceti subalterni è stato un errore.

    in politica non esistono scorciatoie e chi le propone sicuramente sta cercando di vendere una fontana di trevi.

    Ma fin qui nulla di male.

    L'errore è proprio dell'uomo e solo chi non fa, non fa errori.

    Ma l'intestardirsi e percorrere un tracciato che già dal preludio si presenta tragico è molto pericoloso.

    Infatti non sfugge che il governo stia procrastinando sine die di formalizzare la data dei referendum proprio per permettere alla raggi stessa di cucinarsi da sola con i suoi "errori", accomunare l'importante vetrina di roma al fallimento dei 5 stelle e legare indissolubilmente questo fallimento al fronte del no.

    Ora voi, quando decideste tra non poche polemiche di sostenere la raggi, parlaste di pragmatismo.

    Un pragmatismo che pur facendomi storcere parecchio il naso, qualche ragion d'essere nella contingenza del momento la poteva anche avere.

    Ora per lo stesso pragmatismo, bisognerebbe il più possibile prendere le distanze da una giunta dalla quale non è lecito aspettarsi nulla di buono e concentrare le forze sane nella battaglia referendaria.

    Poi magari se si riesce a fare il miracolo di vincerla, magari poi possiamo cominciare a ragionare di una vera rappresentanza di classe che in questa fase manca come l'aria.


  • nicola

    Per essere pragmatici prima di prendere le distanze della nuova amministrazione vorrei sapere che alternativa realistica esista che non siamo i soggetti politici che che hanno spolpato Roma e i cittadini romani negli ultimi 20 anni lasciando debiti anche sulla spalle di chi ancora deve nascere. Non basta dunque dire pensiamo al referendum.


  • Meri

    L'idea è ottima. Fa piacere che ci siano persone capaci di dare valore e sostenere il buono che c'è anche quando non corrisponde per filo e per segno alla propria visione delle cose. E' vero: il clima creato negli ultimi giorni ha un "vago sapore cileno"  che non può non turbare chi riesce a guardare appena  più in là del proprio naso.


  • Francisco

    Fatemi capire una cosa… Grillo, Casaleggio, direttorio, parlamentari etc… fanno 6 mesi 6 di campagna elettorale per una sindaca (già in Campidoglio tra l'altro) a nessuno viene in mente di spulciare nel suo passato "professionale" e prendono la prima che gli passa sotto il naso?

    Ma quando Grillo alla presentazione delle liste elettorali nel 2013 a braccetto con i fascisti romani candidamente enuncia "l'antifascismo non ci compete" non s'è accesa nessuna lampadina?

    Che l'anteprima degli assessorati che si stavano saggiando fu quel Lo Cicero de "il rugby non è uno sport da frocetti… e zingari di merda" non era un limpido biglietto da visita che annunciava la scelta di Marra?

    Il silenzio in questi giorni di diretti interessati  calibro Alemanno, Meloni e Polverini non vi dice niente?

    C'è da scrivere un romanzo su certe piccole immense questioni chiarificatrici?

    Poteri forti attaccano il m5s… questa poi nun se po' proprio sentì, appozzano tra gendarmi e magistrati e faccendieri fascistoidi per militarizzare la città e frignano pure?

    E noi comunisti cosa dovremmo entrarci in quest'affare, salvare Roma da chi?

    Ma che sprofondasse una volta per tutte!!!

     


  • Pierino er matto

    Il Movimento deve crescere e deve farlo in fretta. Tutto passa da Roma e dalla spinta che sapranno dare i Romani in questa fase difficile dove la macchina infernale degli interessi ha ripreso la sua marcia che a prima vista sembra inarrestabile. Se si lascerà spingere dalla parte sana della città come i comitati, le associazioni, i sindacati (veri) spazzerà via tutto e tutti non solo a Roma ma anche a livello Nazionale, in alternativa c'è la timidezza che lo farà precipitare negli abissi e con lui tutti noi perchè alternative ad oggi non se ne vedono all'orizzonte!!


  • marco

    il movimento cinque stelle deve essere superato e anche in fretta…. se no porterà a fondo tutte le sacrosante istanze dei ceti subalterni.

    un soggeto di classe al momento non è presente?

    personalmente io vedo in nuce parecchi "ambrioni" che se pur non perfetti meriterebbero molte più attenzioni di questa strana maionese impazzita che ha sempre più i tratti di uno sfogatoio sterile per il malcontento popolare.

    Ma anche non volendo accordare la fiducia a nessuno degli esistenti, allora una prova di buon senso sarebbe ricorrere alle care vecchie tradizioni e rimboccarsi le maniche per crearne uno vero.

    Di sicuro mi sembra più degno di sforzi che non accodarsi all'ennesimo progetto creato da altri…. per altri fini.

    e comunque adesso la mia preoccupazione principale è il referendum e la pessima prova che i cinque stelle stanno dando di se, rischia di far vincere una pulsione autoritaria che se passasse nella forma della mostruosa idea concepita dal capitale per bocca di renzi, renderebbe molto più difficile qualsiasi altro sviluppo.


  • marco

    anche perchè a furia di seguire la logica del sostenere il meno schifoso che abbia una qualche possibilità di vincere, ci ritroviamo per l'ennesima volta con un soggetto di governo che non ci rappresenta in quanto comunisti e nemmeno una forza di opposizione che ci garantisca come ceti subalterni.


  • Antonio

    Leggendo i commenti comincio a capire cosa passava nella testa di Nerone…


  • Francisco

    Smettetela di tacciare per sprovveduti, inesperti e ingenui i 5 stelle.
    Arrivare a certi consensi in un lustro non è roba da dilettanti, a meno che il sistema non ti dia una mano sostanziosa… sanno benissimo che a Roma dopo solo due anni di Marino e il commisariamento a seguire la giunta m5s è in una botte di ferro perché non si vota, troppo "compromettente" per il sistema, e ormai i 5 anni se li fa tutti, quindi che si scopra che li avrà votati Mussolini in persona non farà più testo.
    Detto in soldoni era stato messo tutto in conto, le pedine si spostano o si cambiano, ma la scacchiera rimane in mano loro… più professionalità di così si muore.

    Che poi è stato già scritto in passato cosa costituiva il dna del movimento e nessuno s'è preoccupato di prenderlo in considerazione, è il danno più grave prodotto da altri movimentisti o "compagni" distratti del panorama socio politico.

    A Marco  mi sento di suggerire di fare attenzione sulla questione referendum… non è detto che la maggioranza dei grillini (vista la composizione) non dia una mano al renzismo, e i numeri ci sarebbero eccome!


  • marco

    bhe io parto da un altro assunto caro francisco.

    avendo molto poca fiducia nell'elettorato medio italiano, non credo che questo sia entrato nel merito della riforma in questione, nè che l'abbia analizzata.

    Vota di pancia, come ha sempre fatto, votando lega, berlusconi o votando cinque stelle credendolo un voto di protesta o nel caso di qualche compagno che sbaglia, un voto di classe.

    Ma ahimè con poca cognizione di causa.

    Ora il mio obiettivo nel breve termine non è quello di far prendere coscienza alle masse, ma di mantenere un minimo di agibilità politica che la mostruosità costituzionale in oggetto precluderebbe del tutto.

    Da qui sono costretto, anche forzato dai tempi, a fare un'analisi spietata.

    Al momento la maggioranza delle persone voterebbe contro la riforma costituzionale perchè ha una qualche vaga idea dei contenuti di cui è portatrice, ma semplicemente perchè il capo del governo ci ha fatto il grande regalo di incentrare il referendum sulla sua persona.

    Quindi la gente voterebbe più che altro contro renzi, come ha votato per lo stesso motivo i 5 stelle.

    è un livello terra terra di dialettica, ma ora è questo quello che passa il convento.

    Il problema è che una reazione di pancia come questa ci si potrebbe rivolgere contro se i cinque stelle, complice la vetrina di roma, riuscissero a diventare più invisi del premier nel tempo che ci separa dalla consultazione.

    Improbabile, ma non impossibile.

    E va detto che con la raggi ce la stanno mettendo tutta.

    A palazzo chigi saranno degli stronzi, ma non sono scemi…. anzi.

    Lo hanno capito e per questo stanno rinviando la data del referendum, tra l'altro in maniera illegale, visto che indire consultazioni è prerogativa costituzionale del presidente della repubblica,

    Loro sperano che la cottura a fuoco lento della giunta capitolina serva a far identificare nella vulgata popolare l'intero fronte del no con i 5 stelle.

    e questo è un bel problema.

    Sarò malfidato e prevenuto io con i grillini (e non l'ho mai nascosto), ma non credo che il tempo migliorerà la situazione…. anzi ogni giorno che passa è un regalo a renzi.

    Il momento è difficile e l'unica soluzione praticabile se si vuole vincere una battaglia che terrebbe uno spiraglio piccolo piccolo, ma pur esistente, a futuri cambiamenti è quella di separare le altre soggettività del no dai pentastellati allo stesso modo con cui si è fatto con lega e casapound.

    A taluni so che sembrerà una posizione estrema, e i grillini di osservanza ortodossa non mancheranno di stracciarsi le vesti dandomi del piddino (che però curiosamente auspica una sconfitta del PD) o dicendo con toni messianici che solo il M5S, qui e ora è l'unica via, verità e vita, ma in politica bisogna avere anche una prospettiva strategica, praticare l'autocritica quando si sbaglia e risolvere le contingenze nel modo da riportare il massimo risultato con il minimo danno.


  • Francisco

    Marco, ovviamente condivido ogni virgola delle tue osservazioni/preoccupazioni.

    Al voto di pancia non solo ci credo che esista e sia così fondato, lo spererei pure nella circostanza, ma come scrivevo nell'ultima riga siamo sicuri che il movimento vuole scalzare Renzi?

    Premesso che sul NO non ci sono né dovranno esserci tentennamenti in questa area, quindi doveroso battersi in tal senso, ho la vaga impressione che dal Palazzo stanno aspettando più un consolidamento su Roma del m5s, non a caso lo scontro frontale sta avvenendo sulla fuffa degli avvisi o no di garanzia o le bugie, deviando l'attenzione dal vero nodo di tutta la vicenda: l'agenda del m5s la sta dettando la destra, visto che l'aveva scritta, soprattutto quella romana, che non a caso non pronuncia una sillaba in questi giorni.

    Una volta che il m5s farà autocritica si sistemerà tutta la faccenda della "trasparenza", ma la dirigenza?

    Via Marra o Muraro il m5s si ripulisce la faccia sostituendoli, forse, si tiene Roma (impensabili si rivoti) e una volta nelle urne poco conterà se rimane Renzi, anzi… è importante il rimpasto perché ci faranno un figurone tra chi non conosce bene il m5s pur avendolo votato perché risulteranno capaci di "riconoscere i propri errori", ma le "garanzie" che sta dando questo governo vanno oltre un'ipotetica ribellione delle classi subalterne, i primi beneficiari sono loro, i grillini. Di retromarce ne abbiamo viste in abbondanza!

    Da anni dico che è una storia già scritta… finora i fatti non mi smentiscono.


  • Ornella

    Ma stiamo scherzando, vero? La Raggi è l'esempio di ciò che odio di più, pressapochismo, parafascismo e inciucio con i poteri forti veri, quel Cerroni da Malagrotta e Rocca Cencia che plaude alla sua pupilla. Non voi, per favore. Osteggiata da chi? Ma se non si muove nulla di nulla contro di loro, se non dei post su facebook! I poteri forti… tutti non pervenuti, stanno lì a guardare come si incarta e a valutare che in fondo non è così diversa come dicevano. Tranne Cerroni, lui intona il peana. E noi  non capiamo che oggi il voto popolare conta assai meno delle scelte delle partecipate, che ormai fanno saltare i sindaci o li portano su. Il baraccone di Alemanno, costruito con sapienza, si mette comodo, pronto a offrire Roma su un piatto d'argento alla Meloni. Che tristezza. Il vero problema è che oggi tutti i partiti e i movimenti sono scalabili, basta lanciare un'Opa.

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