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Ostia manifesta contro fascisti, mafia e degrado sociale nei territori

Oltre 2000 persone hanno attraversato ieri le strade del Municipio ribadendo il loro netto NO alla violenza fascista e mafiosa. Un corteo partecipatissimo che ha espresso la necessità di costruire un territorio più giusto e degno.
“Casa lavoro dignità” sono le parole chiave del corteo ed é proprio questo che manca al nostro territorio. Abbandonato dalle istituzioni, da chi ha governato e governa, responsabili di costruire una situazione di disagio sociale fertile alla crescita della malavita e del fascismo. Un corteo determinato che non ha accettato la passerella della Sindaca e il suo tentativo di strumentalizzare la presa di parola dal basso dei cittadini e cittadine del Municipio. Il corteo è terminato in Largo delle Sirene perché ci siamo rifiutati di dare nuovamente in pasto a giornali tv le difficoltà e le criticità di un territorio che vive un forte stigma, un territorio difficile ma coraggioso. Come deciso nell’assemblea preparatoria al corteo, abbiamo deciso di denunciare i veri luoghi della mafia di questo quartiere: il Municipio, l’Ufficio Tecnico, i Balneari. E non, come avrebbe fatto comodo a molti, il frutto, la conseguenza di questa situazione, ma una mafia con il colletto bianco a braccetto con politica e imprenditoria. Come organizzatori ci siamo voluti sottrarre a questo teatrino mediatico e della politica istituzionale. Non siamo al soldo di nessuno e questo ballottaggio ci interessa poco. Ci interessa fermare la politica razzista e di odio di Casapound, utile serva di questo sistema corotto. Ci interessa indirizzare la nostra giusta rabbia verso chi determina le nostre vite dall’interno delle stanze del potere. Con la promessa che torneremo nei prossimi giorni in quelle strade a parlare di casa e lavoro, istruzione e cultura, di aggregazione e integrazione. Una grande giornata di riscatto che la confusione creata dalla Sindaca non é riuscita ad intaccare.
Eravamo tanti e con le idee chiare. Il nemico sappiamo da che parte sta. Ora si spengano le telecamere, che dobbiamo ricominciare a lavorare per costruire un territorio migliore.

OSTIA SOLIDALE

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