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Foibe. Basta con il revisionismo storico neofascista contro la Resistenza italiana e jugoslava

Il 10 febbraio, ribattezzato “Giornata del ricordo” dai fascisti di ieri e di oggi con il beneplacito degli opportunisti che siedono in Parlamento, è l’annuale occasione con cui la più becera propaganda revisionista prova ad abbattersi sulla Resistenza jugoslava e italiana.

In nome delle “vittime delle foibe”, in un quadro di totale decontestualizzazione, si demonizza la storia del popolo jugoslavo, che più di tutti in Europa ha preso in mano le armi e ha sconfitto gli occupanti nazifascisti, dopo anni di torture, stragi e vessazioni proprio perché, in quanto slavo, veniva ritenuto una “razza inferiore” da annientare.

La criminalizzazione di chi ha lottato e liberato i propri popoli dalla miseria della guerra e dall’occupazione nazifascista, è uno dei peggiori esperimenti di riscrittura della storia, nel tentativo di ripulire faccia, mani e coscienza dal sangue civile e partigiano versato in quegli anni.

La Resistenza jugoslava guidata da Tito fu di grande importanza anche per i partigiani italiani, tra cui si fornì reciproco supporto e unione nella lotta in nome dell’internazionalismo contro la barbarie nazista e fascista.

Di fatto, nel nostro paese l’attacco ideologico alla Resistenza jugoslava si basa su testi di autori fascisti, legati sin dal dopoguerra all’Msi, i cui eredi occupano ora i piani alti del Parlamento.

Gli epigoni di una siffatta distorsione della storia, ricoprono oggi un ruolo ben preciso nel Blocco euroatlantico in funzione revisionista e anticomunista, celando il ruolo dei partigiani nella sconfitta del regime nazifascista e nelle esperienze di transizione verso una società improntata sugli interessi delle classi popolari.

Non è un caso che ancora oggi questa possibilità, in un contesto di crisi generale del sistema capitalista e di guerra, veda l’attacco diretto delle classi dominanti di tutto il “mondo occidentale” alla pace e alle condizioni di vita delle classi popolari.

Questo emerge dall’infame risoluzione del Parlamento europeo del 2019 che equipara nazismo e comunismo (mentre arma i nazisti di stanza a Kiev), dalla circolare del ministro dell’Istruzione Valditara sulla “Giornata della memoria”, dall’ultimo attacco del Congresso statunitense alle esperienze socialiste, dalla propaganda occidentale contro letteratura, arte e cultura russa, la quale inoltre mischia in unico calderone la Federazione russa odierna con la storia dell’Unione Sovietica.

Contro il revisionismo fascista, che oggi può contare sull’appoggio diretto della destra reazionaria del governo Meloni, sul complice silenzio delle finte opposizioni parlamentari e sul tallone di ferro della Nato e dell’Unione europea, ricordando la Resistenza jugoslava e italiana sappiamo di stare dalla parte giusta della storia, dalla parte di chi ha lottato fino alla morte per un mondo libero dal fascismo e dal nazismo.

Oggi più che mai ci impegniamo a difendere la memoria storica della Resistenza dall’attacco del revisionismo fascista, servo fedeli della barbarie capitalista.

Viva la Resistenza italiana e jugoslava! Ora e sempre Resistenza!

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