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Salvini sta come un criceto

Il test delle elezioni europee adesso è alle spalle e già la realtà impone di guardare avanti. In Italia politica e mass media celebrano la “vittoria” di Salvini, eppure proprio quest’ultimo si è venuto a trovare in una situazione in cui, qualsiasi cosa farà, si troverà in mezzo a rogne rilevanti.

In primo luogo emerge che l’assalto della destra all’architettura europea è fallito. Tranne che in Italia, in Francia la vittoria della Le Pen è stata di strettissima misura e del tutto insufficiente ad un cambio dei rapporti di forza. Orban in Ungheria si è ormai allineato e coperto al Partito Popolare, e comunque il suo paese “pesa” poco..

A sinistra c’è stato un sostanziale allineamento alla visione dominante, tanto che in Italia e Spagna gli elettori hanno preferito gli originali (dal Pd al Partito socialista spagnolo) alle alternative tiepide. In Grecia Syriza cede il primo posto ai conservatori di ND.

Le forze della sinistra popolare più antagoniste al sistema (La France Insoumise) non hanno capitalizzato il ciclo di conflitto sociale aperto dai Gilets Jaunes. Tiene bene la sinistra di classe in Portogallo, cresce in Belgio, paga pegno in Grecia.

Al contrario, la struttura politica, ideologica ed economica europea ed europeista – pur perdendo la storica “maggioranza” popolari-socialdemocratici – si è rafforzata; e questo mette fine ad ogni velleità di Salvini di negoziare alcunchè. 

Bruxelles starebbe infatti considerando di proporre per l’Italia una procedura di infrazione già il prossimo 5 giugno per “debito eccessivo”.

E poi c’è la manovra finanziaria “lacrime e sangue” da decine di miliardi che si tradurrà nella Legge di Stabilità da varare in autunno. 

Infine i grandi gruppi multinazionali, come Fca e Renault, daranno vita al maggiore produttore dell’automotive, materializzando uno di quei “campioni europei” evocati nel recente Trattato di Aquisgrana.

Sulle eventuali rodomontate di Salvini pesano da un lato la minaccia dello spread (quello che tolse di mezzo Berlusconi, e che sta già risalendo) e dall’altro gli interessi del “Partito Trasversale del Pil” che, soprattutto tra gli elettori di Salvini nel Nord, è pronto a tirare per le orecchie il ragazzo se dovesse mettere a rischio l’economia.

Insomma, si ha la netta impressione che Salvini sia come un criceto sulla ruota, ma dentro la gabbia. Ha e dà la sensazione di muoversi, se avvicini un dito può dare morsi anche dolorosi (soprattutto sul piano repressivo), ma sostanzialmente resta fermo nello stesso punto e chiuso dalla gabbia su ogni lato. Ha riportato a casa una parte dei consensi del blocco di destra, con una media tra il 2008 e il 2013 (ma con ben tre milioni di voti in meno rispetto a quell’anno), includendo in questo blocco anche i voti di Berlusconi, che oggi però appare più “intrigato” dal blocco europeista che dagli ululati di Salvini e della Meloni. Una sostanziale partita di giro tutta all’interno del blocco reazionario consolidato da decenni e di cui una parte, per un periodo, ha provato ad saggiare l’ipotesi del M5S.

Senza poi naturalmente tenere conto dell’oceanico astensionismo (quasi il 44%), che dimezza anche le sensazioni stimolate dalle sole percentuali…

Questo non facilita le ipotesi di ricomposizione di un blocco politico e sociale antagonista. Possiamo solo dare una diagnosi definitiva sull’inutilità e l’inesistenza della cosiddetta “sinistra” a tale scopo. Chiunque abbia la lucidità e la tenacia di misurarsi sul terreno della ricostruzione di una ipotesi di classe, ormai sa che tale fattore e il contesto politico-culturale in cui è sopravvissuto non possono che scomparire dal ventaglio di ipotesi da prendere in esame. A meno di non voler portare, consapevolmente o inconsapevolmente, “l’acqua con le orecchie” al Pd.

E’ l’austerità europeista a produrre la destra e ad alimentarla. L’impossibilità per chiunque di mettere in campo politiche che migliorino le condizioni di vita delle classi popolari – anzi: l’obbligo feroce a peggiorarle – rende il gioco politico sterile e impotente. E in questa impotenza le uniche “soluzioni” che diventano possibili sono quelle a “costo zero”. Ossia quelle repressive, che cercano il consenso indicando un nemico di comodo su cui scaricare rabbia e frustrazioni create da altri.

E’ l’incubo della scarsità che scatena la caccia a qualcun altro, per ridurre i posti intorno a una tavola sempre più povera.

Dunque si riparte e ci misura con il contesto europeo e i processi reali nella società, e ci si misura con i problemi che pone, dall’alto e dal basso. Senza sconti all’avversario, ma neanche a noi stessi.

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3 Commenti


  • Carmen Silipo

    Può darsi che Salvini sia davvero un cricetino condannato a girare sulla sua ruota all’infinito … però
    Salvini è il criceto ed il costruttore della gabbia. E la sua attuale posizione, rivolta assolutamente alla politica interna – poco gli importa l’UE – è di massimo potere (di ricatto) su tutti.
    A me sembra di vedere il disegno che si profila … un pò americano, con la variante che non esistono dei ghetti ben definiti, ma territori con caratteristiche da periferia che si alternano ad aree più residenziali e con confini traspiranti.
    Sul piano economico, non sembra che la ruota possa davvero impensierirlo, con quel suo “Italian first”, “Normal men first”, che consente una progressiva esclusione dalla ridistribuzione, ben accompagnata da misure di “sicurezza”.
    Ce n’è per qualche annetto, prima che la situazione diventi davvero esplosiva.
    Può temporeggiare contando su una “sensibilità sociale” – le calzette della befana di quei bravi ragazzi di Casa Pound, la distribuzione alimentare rigorosamente riservata ai poveri italiani – ed sul recente reddito di cittadinanza.
    A Rieti, città amministrata da una pessima destra priva di idee, gli spiccioli per le bollette dai Servizi Sociali sono la base del consenso.
    Certo, la Metropoli è ben altra cosa. I livelli di complessità maggiori, la questione Casa dirompente, ma io temo che ci siano margini perchè il criceto giri con soddisfazione nella ruota, lasciando che i ceti popolari paghino il conto.
    Intanto, la flat tax farà contenti i più ricchi, le discriminazioni garantiranno la giungla retributiva e dello sfruttamento ed i
    i servizi sociali torneranno appannaggio delle donne in famiglia.
    Purtroppo, senza un’alternativa di classe, storia e attualità dimostrano che la ruota gira e gira e gira … finchè i capitali non entrano in urto fra loro.
    Visioni


  • andre

    Nulla da aggiungere se non una considerazione rispetto ai rischi delle politiche securitarie che già conosciamo e che sono desinati ad aumentare se passerà il decreto bis sulla sicurezza. In questi giorni molto si scriverà e si discuterà rispetto a questo voto ed ai suoi significati. Noi credo dobbiamo ripartire da un opposizione proprio a questo decreto bis ed ai rischi di restringimento degli spazi di agibilità democratica. Su questo è necessario chiamare la sinistra di classe tutta a costruire un fronte di opposizione che coinvolga anche il sindacato, in primis quello di base, ma dobbiamo aprire anche ai settori critici del sindacalismo cgil. Se non intravediamo i rischi per la tenuta democratica non andiamo lontani . La repressione, e quelli della mia generazione lo ricordano bene, è un martello pneumatico che demolisce tutto e se a questa aggiungiamo gli effetti distruttivi delle difficoltà economiche la somma non può essere che negativa


  • Angelo

    vuoi vedere che per sconfiggere Salvini o metterlo in grossa difficoltà bisogna tifare per il partito trasversale del pil
    e per lo spread in rialzo? questo è quello che fanno sicuramente quelli del pd , forza Italia e la Bonino ma non è che sotto sotto ci sperano, anche se non lo ammetteranno mai, anche gli antieuro visto che altrimenti Il leghista non cadrà in tempi brevi? comunque vedremo

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