Scavalcare a destra la Lega di Salvini può sembrare difficile, ma il Pd di Renzi promette di riuscirci presto.
Dimezzati nei consensi per le politiche antipopolari messe in campo sotto la direzione del contafrottole di Rignano (Jobs Act, pensioni, buona scuola, tagli alla spesa sanitaria, sgomberi e sfratti, ecc), meditano svolte clamorose per recuperare qualche spazio. A destra, comunque, l’affollamento è alto, e dunque non resta che “saltare” a piedi pari, proponendo qualcosa di ancora più estremo.
E se Salvini ha affascinato tanti gonzi al grido di “prima gli italiani” ecco che il renzianissimo Nardella, successore diretto di Renzi sulla poltrona di sindaco di Firenze, sceglie una parola d’ordine in puro stile medievale: “prima i toscani”, anzi “i fiorentini”. Come se vivessimo ancora all’ombra del Granduca.
“Il nostro obiettivo – ha detto Nardella, mercoledì, al Tg3 Toscana – è aiutare chi è in graduatoria da troppo tempo e sempre in fondo alla lista e quelle famiglie che hanno sempre rispettato le regole e che vivono da molti anni nella nostra città, per riequilibrare una concentrazione eccessiva di famiglie straniere”. Lo schema concettuale è quello della Lega, ma con una estremizzazione che si tradurrà probabilmente nell’assegnazione di un punteggio più alto alle famiglie “indigene” che fanno richiesta di un quasi introvabile alloggio di edilizia popolare. Non siamo ancora alle guerre tra quartieri, ma ci si può sempre arrivare… Non caso Lega e fascisti incassano subito. Matteo Salvini esulta perché “anche il Pd dà ragione alla Lega“. Giorgia Meloni saluta la decisione rivendicando che “il sindaco Nardella adotta a Firenze il ‘modello Fratelli d’Italia‘”.
Nei fatti, il problema è semplice e si ripete sempre uguale in tutte le città italiane. Le liste d’attesa per un alloggio popolare sono lunghissime (solo a Firenze sono 2.500), non si costruiscono case popolari da decenni, e dunque ai sindaci più sensibili al razzismo non dispiace solleticare un po’ di “guerra tra poveri”. Del resto, le famiglie di immigrati sono sempre a reddito bassissimo e spesso dotate di un alto numero di figli; due caratteristiche che fanno scalare velocemente la classifica.
Lo abbiamo denunciato per esempio a Roma, dove qualche funzionario del Comune avvertiva i fascisti della prossima assegnazione di un alloggio a una famiglia straniera, di modo che questi potessero inscenare il loro squallido giochino al grido di “prima gli italiani”.
A Firenze, per poter entrare nella graduatoria, oggi servono come minimo 5 anni di residenza in Toscana; il consiglio regionale sta rivedendo il regolamento (la Regione è guidata addirittura da un esponente della presunta “sinistra radicale”, quel Rossi inquadrato in LeU) e quel limite dovrebbe essere alzato a 8 anni.
Nardella, che come sindaco del capoluogo ha il diritto di essere consultato e il potere di condizionare le scelte regionali, propone di fare ancora un passo ulteriore premiando ulteriormente la “toscanità” a scapito dell’indigenza effettiva (un criterio razziale al posto di uno neutro che misura il bisogno).Senza alcna voglia di scherzare, nello schema nardelliano vengono anche sfavoriti “gli itagliani” nati o provenienti da regioni diverse, accennando dunque anche una segmentazione ulteriore della “guerra tra poveri” (una prima contro “gli stranieri”, una seconda contro “i meridionali”).
Perché? Tra meno di due anni si vota, sia mai detto che non conquisti la riconferma…
Gli ingenui potrebbero pensare che, in fondo, per evitare la guerra tra poverissimi basterebbe costruire qualche alloggio popolare in più. Ma non si può. “Il mercato” va esaudito in ogni richiesta, e se si costruissero più case popolari (oggi in Italia siamo al di sotto del 2% del totale degli immobili) calerebbe la domanda, con effetti sul livello degli affitti e il valore degli immobili (che in una città turistica come Firenze raggiungono vette speculative impensabili). La stessa Unione Europea – vero centro di elaborazione delle politiche economiche continentali – preme per privatizzare al massimo ogni segmento di mercato, anche se in Germania e Francia l’edilizia residenziale di proprietà pubblica è infinitamente più alta (rispettivamente intorno al 40 e 30%).
Dunque, ai “democratici” come Nardella non resta che sorpassare a destra i fasciorazzisti della Lega o di Casapound.
Ultima annotazione: notiamo, in alcuni settori limitati della “sinistra extraparlamentare involontaria”, un mormorio sul pericolo rappresentato dall’”avanzata delle destre”; cui qualcuno propone di rispondere rispolverando antichissimi schemi elettoralistici. Banalmente, presentare una lista qualsiasi al primo turno e “sostenere la sinistra” al ballottaggio.
“La sinistra”, in questo schema, sono i tanti Nardella che di “democratico” hanno solo l’etichetta sotto la foto…
Basta saperlo, per vomitare…
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