Menu

Cesena. L’amministrazione emula il modello leghista. Martedi assemblea

Cesena, da città della cementificazione selvaggia a città disciplinare: 10 milioni di euro per installare 400 telecamere! L’Amministrazione raccoglie la “sfida” leghista sul terreno della “sicurezza”, mentre in città aumentano disoccupati, precari, sfrattati.

FACCIAMO UN APPELLO AI CITTADINI, AI SINCERI DEMOCRATICI, ALLE ASSOCIAZIONI, AGLI SPAZI SOCIALI PER ORGANIZZARE UNA RIUNIONE COME PREMESSA PER UNA ASSEMBLEA CITTADINA CHE CONVOCHI O UN PRESIDIO O UNA MANIFESTAZIONE PER CHIEDERE CHE QUESTI FONDI VENGANO DESTINATI A PROGETTI PER L’OCCUPAZIONE, PER LA CASA, LA CULTURA ETC..

Questo scritto è semplicemente una bozza di partenza per aprire una discussione. La sua condivisione anche parziale non deve essere motivo per non aprire un confronto. Perciò INVITIAMO TUTTI GLI INTERESSATI A PARTECIPARE A UNA PRIMA RIUNIONE MARTEDÌ 23 DICEMBRE ORE 20.30 IN VIA C. BATTISTI 57 PRESSO LO SPORTELLO ANTISFRATTO.

****** ********

C’ERA UNA VOLTA IL COMUNE…

CESENA: DA SINDACO A PODESTÀ, DA PODESTÀ A GRANDE FRATELLO…

Le risposte di “governance” da parte dei poteri forti del grande capitale evidenziano sempre più un carattere autoritario, decisionista e propagandisticamente ossessivo del “nuovo corso” renziano.

Come nei precedenti processi di cambiamento occorre forzare tempi e modi per rendere possibile la realizzazione del progetto cardine dell’esecutivo-Renzi: la ri-definizione delle regole del mercato del lavoro e il disciplinamento del consenso alle politiche di austerità imposte dalla Troika.

Se qualcuno dunque ha deciso il “ripescaggio” del “lato oscuro” di questo paese qual è la Lega di Salvini nessuno si stupisca. Come strumento di arma di distrazione di massa è già stato collaudato e funziona: soprattutto nelle difficili fasi di transizione .

Spacciato in tutte le salse mediatiche Salvini si presenta come il “nuovo” fustigatore della casta, paladino anti-sistema e anti-europeista di schiere sempre più folte di piccoli e medi imprenditori falcidiati dalle politiche della UE e di settori popolari delle grandi periferie.

Il banco di prova delle elezioni in E. Romagna ha confermato questo ruolo fuorviante, mistificatore, falso e volgare.

Per renderlo ancora più “carico” di significati si è consumata un’altra operazione meno appariscente, dal punto di vista mediatico: l’avvicinamento sempre più stretto fra varie organizzazioni fasciste, dirette da noti attempati arnesi del neo-fascismo italiano da sempre manipolato dai servizi segreti, e la Lega.

Il sodalizio ufficiale è stata una manifestazione a Milano dietro la parola d’ordine “stop all’invasione”. Ma che questa inedita unità politica sia il frutto di una regia “esterna” più che di scelte di un dibattito fra i militanti dei rispettivi movimenti lo rivela la presenza di striscioni nel corteo di fianco l’uno all’altro dal contenuto opposto come: “Italia di merda” e “prima gli italiani!”.

Senza stare ad elencare tutti gli avvenimenti di questi mesi è evidente che siamo di fronte ad una strategia pensata e studiata .

Lo scollamento dei ceti popolari dalle istituzioni è sempre più evidente e marcato e, anche se in misura minore, la conflittualità sociale tende a crescere e a diffondersi. Gli stessi argini dell’opposizione virtuale grillina si stanno rompendo. Gli out-sider del Centro-sinistra, ovvero la “sinistra radicale”, sono ormai fuori gioco anche se sono ancora fermamente convinti che il capitale abbia bisogno di loro… La stessa CGIL è costretta ad indire uno sciopero generale per rivendicare la funzione parassitaria del suo apparato che ha condotto i lavoratori nel vicolo cieco della sconfitta e della rassegnazione dopo più di 30 anni di svendite clamorose dei diritti conquistati al prezzo di dure lotte negli anni precedenti.

Riforme elettorali, Statuto dei lavoratori, cancellazione del Welfare, sono i passaggi fondamentali per ri-ubicare l’Italia dentro i parametri dettati dalla gestione della crisi a guida tedesca.

Non c’è nessuna svolta della Lega : neanche di tipo populista anti-euro.

Il suo programma parla chiaro e non a caso si sovrappone a quello di Renzi: privatizzare tutti i beni e i servizi pubblici, ripristino della legge Biagi, abolizione dell’art.18 e dello Statuto dei lavoratori, abolizione dei contratti nazionali per sostituirli a quelli territoriali e aziendali. Per essere il nuovo candidato dell’opposizione a Renzi non c’è male.

Ma anche sull’Unione Europea le posizioni sono chiare: “Accelerazione delle quattro unioni: politica, economica, bancaria, fiscale”, elezione diretta del Presidente della Commissione europea e rafforzamento del potere esecutivo in Italia.

La funzione di “arma di distrazione di massa” è evidente, come è evidente quella di spingere ulteriormente su politiche securitarie e repressive affinchè la protesta sociale venga pilotata verso il basso e non verso l’alto.

CESENA: DALLA CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA ALLA CITTÀ DISCIPLINARE

Con grande “acume” politico, chi governa questa città ha pensato bene di raccogliere la “sfida” sul terreno della “sicurezza” confermando la tendenza generale in atto della trasformazione della funzione dei Comuni a partire dall’introduzione del pareggio di bilancio nella Costituzione.

Qualcuno, giustamente, si chiederà: “ma cosa c’entra il Pareggio di Bilancio con le scelte che fa il Comune di Cesena?”

C’entra. Perché è a causa del Pareggio di Bilancio che il Comune si spoglia della sua funzione originaria di erogatore di servizi per la collettività per diventare agente catalizzatore dell’espansione degli interessi del capitale privato, assumendo sempre più le caratteristiche di un ente preposto al controllo sociale e all’estorsione fiscale.

Questo implica una sterzata “decisionista” del modus operandi dell’attuale Giunta e del Sindaco dove spazi e tempi di discussione si riducono sempre più anche quando si tratta di scelte importanti per il futuro della città.

A questo va aggiunto un atteggiamento della Amministrazione comunale consapevolmente e colpevolmente assente nel cercare di elaborare risposte, anche minime, alle emergenze sociali preminenti come sfratti e disoccupazione.

Il modello di sviluppo incentrato da più di 20 anni a questa parte sulla speculazione edilizia e immobiliare che rappresentavano, fino a qualche anno fa, oltre il 50% del PIL locale è franato aggravando ulteriormente la crisi occupazionale.

Un modello che ha permesso per anni a una consistente fetta di categorie economiche (che rappresentavano il blocco elettorale del PD) di arricchirsi vergognosamente con la collaudata pratica delle varianti dei terreni agricoli diventati edificabili decuplicando il loro valore e con gli affitti da rapina ai lavoratori immigrati. E che siano stati anni “indimenticabili”, per alcuni, lo dimostra la quantità di capitali accumulati, pari a un miliardo di euro, che non trovando “sbocchi” d’investimento sono stati depositati nell’ultimo anno nelle banche cesenati.

Questo dato ovviamente non deve trarre in inganno: la distribuzione del reddito rispecchia la tendenza nazionale, la forbice si allarga sempre di più.

I disoccupati ufficiali sono 15.000 (+7,18%) su una popolazione residente di appena 100000 abitanti e i precari sono aumentati del 20%. Gli sfratti in esecuzione sono 400 e sono già centinaia quelli eseguiti nell’ultimo anno.

Una situazione che comincia a farsi pesante. Ci sono in città migliaia di giovani, di cui molti nati in famiglie immigrate, che rischiano una condanna perpetua all’esclusione sociale con tutto quello che ne consegue quando tutte le porte per poter accedere ad un reddito, anche minimo, si chiudono.

Si, è vero, furti e scippi sono in forte crescita a Cesena. Un fenomeno che ha coinciso con l’aggravarsi della crisi ma che affonda le sue radici in una concezione “malata” dello sviluppo incentrata in una cieca fiducia nelle leggi di mercato, senza meccanismi di controllo democratico che sappiano salvaguardare l’interesse sociale e collettivo.

Un fenomeno che è il frutto di anni di politiche illusorie di un eterno sviluppo capitalistico fondato ontologicamente sulla felicità del consumo e della mercificazione totale delle nostre esistenze: la città, il territorio, i servizi etc.

Una trasformazione che ha portato a forme sempre più pressanti di terziario implicito ed esplicito comunque incapace di offrire nuovi sbocchi o nuove opportunità nella crisi.

Si è generato un sistema economico in cui la spesa non è indirizzata ad un reale rafforzamento dei servizi pubblici ma a favorire una società con maggiori differenziazioni sociali, in cui è sempre più ridotto il sistema di protezione sociale a favore delle fasce dei cittadini più deboli, fasce che anche a Cesena si stanno allargando sempre più andando ad investire anche settori sociali che fino a non molto tempo fa rappresentavano il ceto medio: piccoli artigiani, commercianti, pensionati.

Chi governa sa bene che il problema della “sicurezza” non si risolve con ulteriore incremento di poliziotti -di cui la nostra città abbonda – né con capillari sistemi di sorveglianza . Si risolve solo con una radicale inversione della concezione di sviluppo in cui cittadini e lavoratori non siano più considerati mero strumento produttivo e fruitori di una cultura basata su uno sfrenato liberismo, sul consumismo, il profitto, e dove il PIL non sia più considerato come indicatore del benessere, che va riparametrato invece su un’ altra scala di valori quali cultura, solidarietà economico-sociale, salvaguardia del territorio.

Infatti i settori delle politiche sociali, formazione, lavori socialmente utili, casa ricevono poche briciole d’investimento, mentre per l’attuazione di un PROGETTO DI VIDEO-SORVEGLIANZA CHE PREVEDE L’INSTALLAZIONE DI 400 TELECAMERE VENGONO STANZIATI 10 MILIONI DI EURO!

Non è uno scherzo. E’ l’ultima trovata della Giunta del Podestà Lucchi. Un progetto inserito nel bilancio preventivo del 2014 e già confermato ufficialmente anche se mai discusso in Consiglio Comunale.

Un progetto che copre quasi la metà del bilancio (22 milioni) e che viene sbandierato e rivendicato dal PD cesenate come uno dei perni del programma per la città.

“Nonostante le difficoltà di vario genere, a cominciare dai limiti del patto di stabilità – dichiarano il Podestà Lucchi e l’assessore – anche questa volta, siamo riusciti a mettere a punto un programma importante accanto alle irrinunciabili manutenzioni, compaiono altre nuove opere rilevanti per la città, dal programma di video-sorveglianza alla nuova pista ciclabile suk tratto ovest della Via Emilia…”

La proposta di un consigliere comunale dei 5 Stelle di destinare almeno 1 milione di euro per dare lavoro a 1000 giovani per 6 mesi non è stata neanche presa in considerazione .

E’ sotto gli occhi di tutti che siamo di fronte ad una scelta scellerata e offensiva nei confronti delle migliaia di disoccupati, sfrattati, di precari che stanno pagando il prezzo di una crisi di cui non sono responsabili.

Per anni abbiamo sentito dichiarazioni sulla mancanza di risorse per le politiche sociali e ora con un metodo che la dice lunga su quali siano gli spazi di democrazia rimasti ci viene imposto un progetto delirante con l’arroganza che da anni contraddistingue le Amministrazioni Comunali.

Questa scelta non può passare sotto silenzio. FACCIAMO UN APPELLO AI CITTADINI, AI SINCERI DEMOCRATICI, ALLE ASSOCIAZIONI, AGLI SPAZI SOCIALI PER ORGANIZZARE UNA RIUNIONE COME PREMESSA PER UNA ASSEMBLEA CITTADINA CHE CONVOCHI O UN PRESIDIO O UNA MANIFESTAZIONE PER CHIEDERE CHE QUESTI FONDI VENGANO DESTINATI A PROGETTI PER L’OCCUPAZIONE, PER LA CASA, LA CULTURA ETC..

Questo scritto è semplicemente una bozza di partenza per aprire una discussione. La sua condivisione anche parziale non deve essere motivo per non aprire un confronto. Perciò INVITIAMO TUTTI GLI INTERESSATI A PARTECIPARE A UNA PRIMA RIUNIONE MARTEDÌ 23 DICEMBRE ORE 20.30 IN VIA C. BATTISTI 57 PRESSO LO SPORTELLO ANTISFRATTO.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *