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Povertà, criminalità e palazzinari. Dopo i fatti di Magliana

Dopo i fatti di Magliana del 5 novembre e dopo i fatti di san Basilio di pochi giorni fa, alcune cose è il caso di puntualizzarle.

A Magliana un corteo razzista dei fascisti (sullo striscione era scritto “Magliana come Goro”) è stato permesso di sfilare nonostante il divieto della questura e in barba alla legge Mancino, mentre il presidio antifascista alla sede del cso Macchia Rossa è stato caricato e disperso violentemente, permettendo, sempre ai fascisti, di attuare la devastazione e il saccheggio, reato grave, del centro sociale nell’inerzia delle “forze dell’ordine”.

Macchia Rossa era infatti un ostacolo alla criminalità locale che fa traffico di case popolare e forse anche di droga e che con i fascisti ha trovato il naturale contr’altare, come già visto con mafia-capitale.

Affermare che a san Basilio non c’era un problema di razzismo è una miopia pericolosa perché gli slogan fascisti e leghisti di stranieri accaparratori di servizi pubblici negati agli italiani trova ampia sponda, sponsorizzati quasi ogni giorno da trasmissioni televisive a divulgazione nazionale. Il problema che si pone a Magliana come a san Basilio e non solo, è quello della povertà e della distruzione dello stato sociale, dove le poche risorse a disposizione, sempre più poche, sono contese in una guerra tra poveri dove i fascisti si inseriscono con il loro  odio, che sposta l’attenzione da chi governa con politiche neo-liberiste, a quelli più disgraziati di noi.

La situazione romana è particolarmente grave perché la giunta M5S-Raggi sta dimostrando non solo inerzia, ma anche soluzioni ai problemi che premiano i soliti palazzinari. La vicenda stadio/speculazione di Pallotta (e non della Roma) chiarisce come la sindaca Raggi pensi di fare un’operazione di facciata per poi favorire i soliti speculatori a danno di tutti i romani. Già la vicenda delle olimpiadi ha visto la Raggi tergiversare sino all’intervento di Grillo preoccupato per la figuraccia possibile, ed ora si profila la vicenda di Tor di Valle in cui il Raggio magico spera nelle dimissioni di Berdini per poi scaricare su lui le colpe della successiva colata di cemento.

Opporsi alla speculazione di Pallotta non è questione solo di ambientalisti, ma questione centrale per i cittadini di Roma, perché è chiaro che per realizzarla saranno necessari molti milioni di euro pubblici sviati sia da opere comunque necessarie (vedi ammodernamento della ferrovia Piramide-Ostia e della via Ostiense), o per la realizzazione di case popolari o il loro risanamento.

A Magliana si sta tentando di costruire un coordinamento comune delle organizzazioni e realtà del territorio più ampia possibile, sia per costruire cultura inclusiva, sia per rivendicare soluzioni ai problemi concreti (casa, trasporto, servizi, eccetera), percorso attento a non essere utilizzato da partiti screditati che hanno creato questo malessere e che sperano di rifarsi una verginità morale.

Questo percorso iniziato a Magliana, penso sia una proposta da veicolare ad altri territori romani.

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