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Il contratto? Una cagata pazzesca…

Sono notoriamente una persona misurata ma chi scrive che questo contratto di governo Lega/5 Stelle “non è male”, “ha una parte interessante”, “è contro l’austerità”, “dice quello che dovrebbe dire la sinistra”, o è in cattiva fede o si è rincoglionito. Per due motivi – taglio con l’accetta:

1. Letto da un punto di vista di classe, questo contratto non è l’espressione degli interessi proletari e nemmeno dei “ceti medi impoveriti”, ma di un pezzo del padronato italiano, della piccola e media borghesia (con qualche concessione alla grande), che vuole cooptare alcuni segmenti di proletariato dandogli le briciole.

Questa frazione della borghesia, in Italia storicamente egemone, ha fatto profitto per decenni non sulla capacità di competere, sull’innovazione etc, ma su evasione fiscale, condoni, inquinamento, cementificazione, facendo lavorare a nero e sfruttando manodopera (per lo più meridionale e immigrata) sottocosto.

Ovviamente con la crisi del 2008 i nodi sono venuti al pettine, questo modello di “sviluppo” italiano non ha retto alla rapida ristrutturazione degli altri capitalismi europei, e siamo stati più esposti a speculazioni (vedi seconda crisi del 2011) e a “cure” massicce (Fiscal compact, Fornero, Jobs Act etc).

Questo chiaramente ha prodotto malessere sociale diffuso, a cui si poteva rispondere in due modi: o da sinistra, con politiche di redistribuzione della ricchezza e intervento pubblico nell’economia, o da destra, attraverso un populismo che non è altro che una sorta di ritorno al passato – un po’ vecchia DC, un po’ Berlusconi e un po’ di “caro fascismo”.

Siccome la vecchia sinistra (PD-LEU) era fatta da quelli che hanno prodotto le infami “riforme”, e la Nuova Sinistra (quella di Potere al Popolo e dei movimenti sociali) nonostante la generosità è ancora giovane, piccola, disorganizzata e sconosciuta, il malessere non poteva che essere interpretato dai 5 Stelle e dalla Lega, che peraltro potevano beneficiare del senso comune di destra ,egemone da decenni nel paese.

Così, invece del capitalismo che parla inglese ci becchiamo quello cafone, ma nella sostanza per noi cambia ben poco. Il nemico del mio nemico NON è mio amico.

Il contratto Lega/5S infatti non attacca il vero problema del paese, ovvero la concentrazione della ricchezza in poche mani, la mancanza di una politica industriale etc, ma anzi fa una flat tax per i ricchi e dà giusto qualche briciola ai poveri (niente abolizione Fornero, un reddito di cittadinanza che è poco più di un sussidio di disoccupazione). L’unica libertà che rivendicano contro l’UE è quella di fare deficit, ovvero indebitarsi, con la stessa strategia di corto respiro che si ebbe negli anni ’80 o con Berlusconi. E non mi pare che all’epoca c’era chi diceva che Berlusconi andava “incalzato”, “apprezzato”, “sostenuto”… Il 14 dicembre 2010 fu chiarissimo in questo senso: basta ambiguità, in quel Parlamento abbiamo solo nemici.

2. La parte “sociale” del contratto non è separabile da quella penale e repressiva, che fomenta la guerra fra poveri, dà la caccia agli occupanti casa e mira a distruggere le forze sociali. I due interventi sono complementari. E’ una mossa tipicamente fascista: do qualcosina ad alcuni settori di lavoratori italiani per farli stare buoni, mentre tolgo un bel po’ agli altri e blindo la dinamica sociale. Poi si ritorna anche sugli italiani…

Ci sarebbero altre milioni di cose da dire ma mi fermo. L’unica consolazione in questa valle di lacrime è che la risposta che Lega e 5 Stelle danno alla crisi italiana ha il fiato corto. Stanno mettendo le basi per la loro fine.

A noi si pongono quindi due compiti: 1. resistere e fare vera opposizione, lottando ovunque e spingendo sulle domande sociali e istanze redistributive; 2. evitare che dal capitalismo cafone si ritorni a quello “politicamente corretto” di PD e soci.

Quando questi buffoni si sgonfieranno, cerchiamo di far trovare al nostro popolo un’alternativa vera.

PS per chiunque voglia resistere e preparare l’offensiva: ci vediamo il 26-27 maggio all’assemblea nazionale di Potere al Popolo a Napoli!

 

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1 Commento


  • Francisco

    “Stanno mettendo le basi per la loro fine.”
    Questa a parer mio è una chiosa perfetta, che evidenzia una circostanza sta sfuggendo a troppi.
    Il traccheggiare in forme che non ha precedenti nella costituzione di un governo nel nostro paese non è solo frutto dell’incapacità o della inesperienza delle due formazioni, quanto un desiderio del sistema, che deve portare a termine la missione, per la prima volta mette in mano ai partiti che dovrebbero governare una slot machine che si fermerà solo quando usciranno i tre limoni… cosa assai improbabile vista la situazione, ma non per divergenze programmatiche, quanto per la necessità di non governare.
    M5s e Lega si sono esposti talmente tanto che non possono più tornare alle urne, eventualità paventata dopo una settimana dal voto, ma stanno cercando una strada per farsi togliere la possibilità di formare un governo, senza però tornare al voto. Quando gli ricapita?
    In tutto questo poi, dai media mainstream, megafono del potere, primeggia l’incognita premier, cosa che a m5s, Lega e Presidente della Repubblica non gliene può fregar di meno, sanno già che un pupazzo sarebbe troppo compromettente, e una “personalità” non si farebbe sputtanare da certe politiche, Quindi il premier è un falso problema.
    Il continuo appello al plebiscito degli iscritti, appunto la slot machine per trovare la quadra, è utile a fomentare la plebe e a perdere tempo ,per togliere e mettere nel programma cose che forzatamente sembrerebbero in contrasto,. Epilogo assai sospetto, visto che nella quasi totalità le misure erano condivise sia nella campagna elettorale, sia fino a una settimana fa, oltre che nella storia dei due partiti. Le più indigeste messe nel cassetto, vedi Tav… molto significativa. Ormai si sapeva da anni che il m5s non aveva nessuna intenzione di mettere i bastoni tra le ruote del TaV.
    Infatti, a ben rileggere il programma, robe del genere andrebbero più che bene all’elettorato dei due, spudoratamente filopadronali, forcaioli, xenofobi, con quel “vezzo” reazionario che tanto paga nelle propaganda qualunquista, altro che populista, ma quell’elettorato è il 50% del 70% degli “italiani”che hanno votato, i cittadini, come ci chiamano loro, ma in quel 50% parecchi già non ci si ritrovano, in un verso o nell’altro, ma non per divergenze politiche, il tifo, la fede e la smania di vedere il paese ai loro piedi fanno brutti scherzi, facendogli digerire anche l’innominabile.
    Se PaP e la sinistra, così drammaticamente frammentata, non fanno un pacco unico da portare al prossimo cambio di governo non se ne verrà più fuori, altro che ventennio berlusconiano e quinquennio piddino a seguire.

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