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Il “modello Cipro” spacca subito l’Europa

Nemmeno il tempo di ipotizzarlo, ed ecco che l’Europa si divide sul “modello Cipro”. Ovvero l’idea idiota di “salvare” le banche espropriando i correntisti (qui non c’entra la “giustiziamorale”, ma il semplice “effetto economico”, ovvero dei capitali verso le banche del “grande Nord” europeo).
Dal governatore della Banca di Francia, Benoit Coeuré, arrivano dure critiche al presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, che ha spaventato “i mercati” parlando delle soluzioni per Cipro come di un “modello” per altre crisi bancarie in Europa. «Dijsselbloem ha avuto torto a dire quel che ha detto. L’esperienza di Cipro non è un modello per il resto della zona euro perché la situazione ha raggiunto una ampiezza che non è paragonabile ad alcun altro Paese».

Il primo ministro finlandese, Jyrki Katainen, invece, pensa proprio che quella soluzione debba essere generalizzata. «Secondo me l’unione bancaria nel suo complesso dovrebbe includere l’idea del “bail-in” (“salvataggio interno”, facendo pagare azionisti, obbligazionisti e correntisti). Tutta l’Europa dovrebbe tornare a una normale economia di mercato, con i proprietari e gli investitori che si accollano le perdite qualora una banca fallisca». Concetto giusto se riferito ad azionisti e obbligazionisti, che avevano cercato un “rendimento” in base al successo della banca. Silenzio di piombo invece sui correntisti, che semplicemente ce li avevano depositati per tenerli al sicuro.

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