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Conferenza popoli indigeni. Rigoberta Menchú: “lotta frontale al razzismo”

“Una patologia mentale che mina l’integrità del genere umano”: così il Premio Nobel per la Pace del 1992 e dirigente indigena Maya del Guatemala Rigoberta Menchú, ha definito il fenomeno del razzismo, intervenendo alla Prima Conferenza sui popoli indigeni in corso alle Nazioni Unite con la partecipazione di un migliaio di delegati provenienti da 100 diversi paesi dei cinque continenti.
Menchú ha reso omaggio “alle migliaia e migliaia di comunità indigene che hanno perso la vita da quando è stato avviato il dibattito sulla lotta per i loro diritti nel 1882”, ricordando le gravi sofferenze che hanno patito i popoli nativi vittime di violazioni dei diritti umani.
“È fondamentale – ha detto – integrare la saggezza e la scienza dei popoli indigeni nel processo educativo. È necessario un nuovo approccio all’istruzione in un contesto multiculturale, non che si riproducano solamente i parametri del colonialismo e dell’asservimento. Abbiamo bisogno di una lotta frontale al razzismo e alla discriminazione”.
Menchú ha sottolineato l’importanza che oggi, al termine dell’evento, esca dal vertice una dichiarazione congiunta che esprima le principali istanze e linee d’azione dei popoli nativi sui temi di loro maggiore interesse, dal diritto alla terra a quello allo sviluppo sostenibile.

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