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Borse europee sottoterra, titoli di stato pure

L’indecisione dell’Eurogruppo sulla crisi della Grecia affossa i mercati. La reazione delle Borse asiatiche è stata di fatto nulla (Tokyo ha chiuso invariata), ma sulle piazze europee soffia il vento del “mettersi al riparo dai rischi”. A metà mattinata a Piazza Affari, che sconta anche l’abbassamento dell’outlook sull’Italia da parte di Moody’s, il FTSE MIB cede il 2,4%, mentre il FTSE IT All Share lascia sul parterre il 2,29%. Più contenuto il calo di Francoforte con il DAX 30 in ribasso dell’1%, l’IBEX 35 di Madrid a -1,76 per cento. Alla Borsa di Parigi il CAC 40 cede l’1,08 per cento. Volatili i mercati dei cambi con l’euro che dopo una partenza debole (intorno a 1,41 dollari) si è impennato a 1,4252 dollari a metà mattinata.

Mattinata nera, dunque, per i titoli stato dei “Pigs” ufficiali (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna). Ma ne risentono anche i titoli di stato italiani, che aumentare aumentare lo spread (il differenziale) con i titoli di riferimento europei (i Bund tedeschi); in altri termini, come per tutti i titoli considerati ora un po’ più rischiosi, si abbassa il prezzo e sale il rendimento (la somma tra il tasso di interesse garantito su un titolo più la differenza tra il prezzo e la quota di rimborso, sempre uguale a 100).

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