“No ai sabati lavorativi”: nuovo confronto nella Fiom tra gli operai e i vertici sindacali
270 lavoratori della fabbrica di Pontedera scrivono una lettera aperta alla segreteria pronviciale e nazionale della Fiom contro le “ambuigità rispetto agli scioperi indetti”.”Cosa c’è di così eversivo a chiedere più giustizia sociale, che i contratti a termine lavorino almeno 6 mesi, che i 400 lavoratori in uscita si compensino con chi ancora dopo 7 mesi di lavoro non ha uno straccio di ammortizzatore sociale, che venga ripristinato sulle linee di montaggio un numero di persone sufficiente per assolvere l’aumento della produttività?”
Infatti è stata inviata alla stessa segreteria provinciale ed anche a quella nazionale del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, una lettera sottoscritta da 270 firme in cui gli operai criticano le recenti prese di posizione dei vertici provinciali della Fiom proprio sulla questione dei sabati lavorativi.
I firmatari della lettera criticano la posizione di ambiguità della segreteria provinciale espressa tramite un volantino diffuso nelle scorse settimane, in cui si definisce da un lato legittima la decisione presa dalla maggioranza dei rappresentanti della RSU FIOM circa lo sciopero del sabato sulla flessibilità, e dall’altro lato si sostiene che il sabato è giusto invece lavorare.
“Ci chiediamo se tutto questo – si legge nella lettera – sia rispettoso verso i lavoratori che hanno eletto i loro rappresentanti nella Rsu FIOM o se invece contribuisce al loro ulteriore isolamento. Sappiamo tutti benissimo come i nostri rappresentanti debbano muoversi nel rispetto puntiglioso dei loro permessi sindacali; sappiamo tutti benissimo come la maggior parte di loro sia relegata alle officine meccaniche tacciati di estremismo; sappiamo anche come delegati Fim, Uilm e anche Fiom siano liberi di muoversi come vogliono non lavorando, usare favori e copertura per avere consenso con l’appoggio della direzione Piaggio”.
“Noi non capiamo – proseguono i lavoratori – cosa ci sia di eversivo a chiedere più giustizia sociale, che i contratti a termine lavorino almeno 6 mesi, che i 400 lavoratori in uscita si compensino con chi ancora dopo 7 mesi di lavoro non ha uno straccio di ammortizzatore sociale, che venga ripristinato sulle linee di montaggio un numero di persone sufficiente per assolvere l’aumento della produttività visto che l’obsolescenza delle linee e il concomitante innalzamento dei ritmi produce frequenti malattie professionali”.
Nel documento si insiste sulla democrazia sindacale e sulla necesstià che la voce degli operai abbia un peso nelle decisioni: “Davvero non capiamo cosa ci sia di estremista nel rivendicare maggiore democrazia sindacale in Piaggio e nel chiedere di confrontarsi su idee e proposte invece che su paura e ricatti. Vogliamo ribadire che sono i lavoratori a scegliersi i rappresentanti sindacali e non le segreterie provinciali o peggio ancora le direzioni aziendali”.
Da qui nella lettera si richiede un confronto assembleare sia sulla rappresentanza sindacale “sia su quali strumenti abbiamo per far valere le nostre istanze dato che per voi lo sciopero non e uno strumento idoneo per questa situazione.”
autore: redazione Pisanotizie
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