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Fincantieri. Operai in corteo, occupata la stazione

Fincantieri in corteo
Occupata stazione Principe

In marcia dai cantieri di Sestri a Cornigliano dove hanno incontrato una delegazione di operai dell’Ansaldo. bloccato il nodo ferroviario. Il presidente Napolitano, domani a Genova, incontrerà una delegazione di operai. I sindacati giudicano deludenti l’incontro di ieri al ministero dello Sviluppo economico: “I soldi per il ribaltamento a mare non bastano. Servono nuove commesse”. Paralizzato il traffico ferroviario lungo la linea Roma-Ventimiglia 

Sono seicento, operai della Fincantieri e dell’indotto. Dopo un’assemblea nel cantiere, sono usciti dai cancelli e hanno raggiunto la stazione Principe: hanno occupato i binari, senza incontrare resistenza da parte delle forze dell’ordine. Sui binari anche il presidente del Consiglio Comunale, Giorgio Guerello: “A questa manifestazione partecipa tutta la comunità. La popolazione di Genova è con gli operai di Fincantieri, come era accaduto in passato”. Presenti alla stazione di Principe anche assessori comunali e esponenti della Provincia di entrambi gli schieramenti. Il traffico ferroviario lungo la linea Roma-Ventimiglia è stato paralizzato. Il blocco è stato tolto intorno alle quattordici, ma sono una quarantina i treni cancellati o che viaggiano con pesanti ritardi.

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che domani visiterà Genova, ha promesso di incontrare una delegazione di operai. Il presidente avrebbe voluto incontrare gli operai in fabbrica, ma i tempi molto stretti della visita non lo consentono. Il presidente incontrerà la delegazione sindacale unitaria in Prefettura.

Lungo il corteo, raggiunta piazza Massena, a Cornigliano, i manifestanti hanno incontrato una delegazione di operai dell’Ansaldo che si è unita a loro nella marcia di protesta. C’era anche il sindaco Marta Vincenzi: “Ogni forma di protesta, purché non violenta, è sacrosanta – ha detto – Qui la tensione cresce. I lavoratori hanno bisogno di sapere quale sarà il loro futuro. Chiedonofatti concreti, non promesse”.

Il corteo si è mosso lento per le strade, aperto da uno striscione simbolo della rabbia dei dipendenti: “Non chiudete il cantiere”. Sull’asfalto, in via Soliman, davanti all’entrata dello stabilimento, una grossa macchia scura segna ancora il punto dove ieri gli operi hanno dato fuoco ai cassonetti della spazzatura.

Il governo ieri ha annunciato la firma del decreto che garantisce al cantiere di Sestri Ponente il suo ribaltamento a mare e la sua conseguente sopravvivenza: 50 milioni di euro più 20 anticipati dall’Autortià portuale.

Ma i soldi non bastano. Il vertice romano convocato dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani si conclude nel peggiore dei modi, senza alcuna garanzia sui nuovi ordini per il cantiere della Fincantieri e con la rottura sindacale.

 

* da Repubblica online

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