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I lavoratori licenziati di ‘Milano ’90’: “Fini ci riceva”

«I lavoratori della mensa di S. Macuto chiedono da tre mesi un incontro al presidente della Camera Gianfranco Fini, ma lui non ci ha mai ricevuto». A denunciarlo è Tiziana Moreschi, rappresentante dell’Usb: l’organizzazione sindacale che rappresenta molti lavoratori del ristorante dei dipendenti della Camera che ora sta per chiudere i battenti. Qualche mese fa, sono arrivate lettere di licenziamento (con le quali si è avviata la procedura) per 350 dei 540 dipendenti della società Milano ’90: la società, che fa capo all’ imprenditore romano Sergio Scarpellini e che fornisce (tra le altre cose) servizi di mensa, lavanderia, posta, ‘fornitura’ di commessi e cuochi a Camera, Senato, regione Lazio e Consiglio di Stato. Il 31 dicembre prossimo dovrebbe chiudere la mensa di San Macuto e la Camera dei Deputati ha disdetto l’affitto di Palazzo Marino (anche questo ‘gestito’ da Scarpellini che ne è il proprietario). Così molti dipendenti risulterebbero ‘in esubero’. Compresi quelli attualmente ‘impiegati’ alla mensa che sono circa un centinaio. «Giovedì scorso – spiega la rappresentante sindacale – siamo stati ricevuti dal questore della Camera Antonio Mazzocchi e lui si era detto disponibile ad una proroga del termine del 31 dicembre. Ma ci ha anche detto che senza il ‘via libera’ di Fini non può fare nulla. Noi però sono tre mesi che chiediamo un incontro con lui senza ottenere risposte…». «Così – conclude – temo che per il 31 dicembre non ci sarà più nulla da fare. Anche se speriamo sempre in un ripensamento».

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